hussein el gebali
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Il ricordo di Hussein El Gebali, incisore egiziano

in Arte

Il ricordo di Hussein El Gebali, incisore egiziano

 hussein el gebali

 

El Gebali ha studiato litografia e fatto conoscere l’arte islamica

di Giordano Perelli

Fano. L’artista egiziano Hussein El Gebali che in maggio avrebbe compiuto ottanta anni, sabato 18 gennaio di quest’anno ha lasciato questo mondo. Una figura di spicco della cultura egiziana e non solo. I non più giovani di Urbino sicuramente lo ricorderanno bene: ha studiato verso la fine degli anni sessanta alla “Scuola del Libro” e per tre anni ha fatto la spola con una grande cartella sottobraccio dal Palazzo Ducale (l’allora sede dell’Istituto) alla via Raffaello, in “cima al monte” ove abitava. Era venuto con una borsa di studio del governo italiano per specializzarsi nella tecnica litografica con il grande e indimenticabile Maestro Carlo Ceci. Nelle Marche e non solo nelle Marche ha lasciato il segno della sua cultura e della sua formazione attraverso esposizioni personali in particolare negli anni ’66-68. Ne vorrei ricordare alcune: Casa di Raffaello in Urbino, Palazzo Campana di Osimo (ne ha parlato la rivista “Il Leopardi”), Galleria degli Archi in Ancona, Sala Morganti a Fano. A Fano ritornerà ad esporre più volte: ricordo l’esposizione del ’78 Al Vicolo di via Alavolini presentata da Alberto Berardi, Giuseppe Bruscolini ed Emilio Furlani. Si trattava di litografie che aveva realizzato all’Istituto “Gerrit T. Rietveld” di Amsterdam dove si era recato per un perfezionamento nel campo delle tecniche grafiche. Più volte è stato presente al Premio Salvi di Sassoferrato e a tante altre mostre in Italia. Presente alle più importanti biennali internazionali, nel 1984 è alla biennale internazionale di Venezia in rappresentanza della RAE.
Io sono stato suo compagno di studi in Urbino e da allora amicizia e contatti non si sono mai interrotti. E’ stato il figlio Mohab a comunicarmi la triste notizia. Più volte ci siamo incontrati. Ogni volta che tornava in Italia Fano era una tappa obbligata e un riferimento sicuro. Nel 1976 quando era ad Amsterdam ha voluto che andassi a trovalo e a lungo sono stato suo ospite con mia moglie. Ci ha fatto conoscere non solo l’Amsterdam dei canali, ma anche il torchio di Rembrandt e i “laboratori aperti” degli artisti ove chiunque avrebbe potuto usufruirne per la propria attività di grafica incisoria.
Vorrei ancora ricordare il nostro incontro al Cairo. Nel dicembre del 1992 invitato dall’Istituto Italiano di Cultura in Egitto a presentare le mie acqueforti, Hussein ha voluto che con tutta la mia famiglia fossimo suoi ospiti. Ha voluto che incontrassi i suoi studenti alla facoltà di belle arti da lui diretta e dell’Accademia di Belle Arti di Alessandria ove teneva lezioni. Mi ha fatto conoscere l’Egitto povero e L’Egitto colto, visitare musei, atelier di artisti, circoli letterari, ascoltare poesie, canti e raffinate musiche… Ci ha fatto vedere il vero Egitto e non quello delle agenzie turistiche. E’ stata una esperienza meravigliosa, un capodanno di fronte alle piramidi di El Gisa con un gelido vento proveniente dal deserto.
Vorrei ricordare con queste parole non solo l’artista, ma l’uomo, la sua generosità e la sua umanità.
Fano, 25 Gennaio 2014

Giordano Perelli

Hu el ge pastello

El Gebali, l’allievo egiziano di Carlo Ceci

di Clemente Fava

artelibro con fava

 

Bologna. Ho conosciuto Hussein El Gebali negli anni sessanta a Urbino dove abbiamo compiuto gli studi presso la prestigiosa Scuola del Libro all’interno del Palazzo Ducale, allievi di Carlo Ceci, uomo e docente eccezionale. Hussein proveniva dall’Egitto, io dalla Sicilia, presto nacque tra noi una sincera amicizia che condividevamo con Giordano Perelli, studente di Calcografia allievo del prestigioso Leonardo Castellani. Giordano spesse volte ci apriva le porte della casa paterna di Bellocchi di Fano ospitandoci. Hussein era un uomo mite e sensibile, attento alla cultura italiana. L’esperienza di studio urbinate lo arricchì in modo significativo. Finiti gli studi si aspettava il rientro nei luoghi da dove eravamo partiti. Al momento dei saluti ci proponemmo che periodicamente saremmo saliti io in cima all’Etna, lui in cima alle piramidi per guardarci negli occhi con gioia immersi nella luce, sotto l’azzurro cielo mediterraneo. Nei decenni trascorsi ho avuto preziose notizie delle esperienze umane e professionali di Hussein da Giordano Perelli perché negli anni hanno dialogato e si sono incontrati. Oggi la dolorosa notizia, il nostro amico Hussein è andato altrove. Resta in me l’affettuoso ricordo della sua bella persona e la stima nei confronti della sua ricerca artistica che ha avuto riconoscimenti non solo in Egitto ma anche in varie rassegne d’arte internazionali.
Carissimo Hussein, umanissimo Piccolo Faraone sono sicuro che dall’altrove continuerai a trepidare per la tua terra e mi sorriderai ancora.

Clemente Fava
Accademia di Belle Arti di Bologna