Papa Francesco e i giovani

PAPA FRANCESCO PREPARA IL PELLEGRINAGGIO A GERUSALEMME

in Costume

PAPA FRANCESCO PREPARA IL PELLEGRINAGGIO A GERUSALEMME

di Angelo Sferrazza

Papa Francesco e i giovani 

Non v’è dubbio alcuno che il prossimo viaggio del Papa a maggio in Terra Santa, sarà una delle prime prove per misurare, in una realtà difficile come quella, la sensazione di discontinuità che si respira nel mondo cattolico. I viaggi papali in Terra Santa sono stati sempre caratterizzati da obiettive situazioni di difficoltà, dal primo di Paolo VI, agli altri di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Il difficile e lento avvicinamento, dal 1948, fra Israele come Stato e Santa Sede, come sintesi del potere religioso e politico, era frutto del secolare e terribile rapporto fra cattolici ed ebrei. L’anno prossimo si celebrerà i cinquantennio della pubblicazione della Nostra aetate del Concilio Vaticani II che “ancora oggi costituisce per la Chiesa il punto di riferimento imprescindibile per i rapporti con i nostri fratelli maggiori”. Questa una delle frasi chiave pronunciate dal Papa il 13 febbraio nell’udienza concessa all’American Jewish Committee statunitense, potentissima organizzazione, che da sempre gioca un ruolo determinante nelle scelte politiche dello Stato di Israele. Un discorso semplice, nello stile di Francesco,che ha iniziato ringraziando il Committee per aver fornito da sempre “un qualificato contributo al dialogo e alla fraternità tra ebrei e cristiani”. Il discorso, in verità breve (volutamente?), si è attenuto particolarmente a quanto ebrei e cattolici possono fare insieme “per la costruzione di un mondo più giusto e fraterno”. In un “comune servizio a favore dei poveri, degli emarginati, dei sofferenti”. E poi un appello ad “impegnarsi per trasmettere alle nuove generazioni il patrimonio di conoscenza reciproca, di stima, di amicizia… “. Il Papa conclude: “Cari amici, tra qualche mese avrò la gioia di recarmi a Gerusalemme, là dove – dice il Salmo – tutti noi siamo nati e dove tutti i popoli un giorno convergeranno”, e poi al commiato rivolgendosi ai rabbini americani: “accompagnatemi con la vostra preghiera, affinché questo pellegrinaggio porti frutti di comunione, di speranza e di pace. Shalom” . Nella parola “pellegrinaggio” è racchiuso la finalità del viaggio. Che non sarà facile.

 

L’INCONTRO CON I RABBINI ARGENTINI

Papa Francesco, qualche giorno prima dei rabbini americani, si era incontrato con una diecina di rabbini argentini. Non nello splendore della sala del Concistoro del Palazzo Apostolico Vaticano, ma a tavola a Santa Marta, intorno ad un tavolo, a pranzo. La foto, diffusa dagli stessi rabbini argentini, è di straordinaria efficacia comunicativa. La semplicità del Papa, fra vecchi amici, come un incontro di famiglia. Una foto come quella, vale più di un discorso all’ONU!!! Anche qui un segno di discontinuità.

 

FIDANZATI A SAN PIETRO SENZA… i batlot Una storia fanese

Vedendo migliaia di coppie di fidanzati venuti a Roma, da soli, il giorno di San Valentino, mi è venuta in mente una parola del dialetto del port, el portulot, al quale linguisticamente appartengo e con orgoglio! Batlot era definito il fastidiosissimo fratellino minore obbligato a seguire la sorella maggiore con il rispettivo fidanzato nei vari spostamenti, soprattutto nella peccaminosa e tentatrice oscurità dei tre cinema fanesi, il Politeama, il Corso e il Boccaccio.

 

Non era compreso il don Gentili, che dava la sicurezza di maggior moralità, alla quale corrispondeva, purtroppo, una pessima qualità filmica. Erano gli ultimi anni quaranta e i primissimi cinquanta. Molti di noi, che non avevamo una sorella maggiore, pensavamo che essere un batlot fosse un compito sgradevole e forse noioso. Ci ricredemmo quando qualcuno di loro ci raccontò che le cose erano diverse.

 

Molto dipendeva naturalmente dal fidanzato! Se fornito di abilità corruttrice e di qualche lira in più, il gioco era fatto. Caramelle, noccioline e leccornie, figurine, fumetti ed altro rappresentavano una valida merce per spostarsi di posto, naturalmente in avanti!

E poi capitava di vedere due film nello stesso pomeriggio e talvolta, sempre, con un fidanzato benestante, anche in mezzo alla settimana. A questo punto invidiammo i batlot!

Chi avrebbe mai pensato allora, con tutti quei fidanzati a Roma, che proprio un Papa avrebbe cancellato i batlot? (Angelo Sferrazza)