Melchiorre Fucci - Totò e il pesce 1949
Melchiorre Fucci - Totò e il pesce 1949

Melchiorre Fucci, i Carristi Artisti del Carnevale di Fano

in La Citta del Carnevale

Melchiorre Fucci (1893-1972)

I CARRISTI ARTISTI del Carnevale di Fano

a cura di Raffaella Manna e Silvano Clappis

Romano d’adozione ma fanese per nascita, Melchiorre (Rino) Fucci nasce a Fano il 14 marzo 1893 da Ezio Fucci e da Anita Spongia.

L’educazione di Rino e dei suoi fratelli, Caterina e Tito, dopo la prematura morte della madre, viene affidata alla cognata, Ersilia Fucci, donna erudita ed intellettuale che tiene corrispondenza con due grandi scrittori: Giosuè Carducci e Cesare Abba.

Il salotto di ex Palazzo Speranza, entro le cui mura Fucci vive, ospita personaggi illustri legati all’ambiente intellettuale e aristocratico fanese e non, tra i quali si menzionano i componenti della famiglia Bracci, Castracane e Saladini, la pianista fiorentina Sofia Stocchi Mancini e Maria Dini, moglie del cantante fanese Cesare Tonini-Bossi, il compositore e direttore d’orchestra Alessandro Nini-Bellucci e tanti altri. E’ su questo particolare ambiente di inizio Novecento, frequentato dall’alta nobiltà, dove si diffonde il gusto per la letteratura, per la musica, per la danza e il teatro, che si deve collocare la personalità di Fucci.

I piccoli riti famigliari e gli affetti vengono abbandonati per frequentare la scuola elementare annessa al “Nobile Collegio Belluzzi” della Repubblica di San Marino. In questo collegio privato, successivamente frequenta cinque anni di Ginnasio, dal 1906 al 1911, dove impara a recitare, cantare e forgiare la sua più grande passione, il disegno.

 

Ottenuta la licenza ginnasiale, continua la formazione scolastica all’Istituto Superiore di Belle Arti di Urbino dove nel 1913 consegue la licenza dei corsi comuni (4° anno) e nel 1915 il diploma di abilitazione all’insegnamento del disegno. Contemporaneamente frequenta il corso speciale di pittura che si conclude con la licenza nel 1917. Diploma conseguito non senza difficoltà, dal momento che sono gli anni che lo vedono impegnato al fronte. Nello stesso anno si iscrive alla facoltà di Architettura di Bologna. Facoltà abbandonata per il protrarsi della guerra.

Ottenuto il congedo, nel 1919 si trasferisce a Roma per seguire le lezioni di pittura del professore Umberto Coromaldi, preside ed insegnante di figura alla Regia Accademia di Belle Arti. L’anno successivo si iscrive all’Accademia del Nudo, dove ha occasione di studiare i soggetti dal vero ed esercitarsi con il ritratto.

Nel 1921 torna a Fano per sposare Maria Mochi, rampolla di una ricca famiglia di Cagli, con la quale nell’anno seguente rientra a Roma. L’unione matrimoniale viene ben presto coronata dalla nascita di due figlie, Ersilia e Carla.

 

Le suggestioni della Secessione romana e le nuove premonizioni di ritorno all’ordine non lasciano indifferente l’artista esordiente. E’ nell’ambito delle mostre romane che Fucci ha la possibilità di entrare in contatto con molti uomini di cultura, come i fratelli Angelo e Silvio Canevari (quest’ultimo lo presenterà al suo pittore preferito, Armando Spadini), gli scultori Ernesto Vighi, Francesco Nagni e Silvio Ceccarelli, i pittori Corrado Cagli, Renato Guttuso e Livio Appolloni, il poeta Trilussa e il critico e storico dell’arte Roberto Papini.

Con questi artisti è solito frequentare il Caffè Aragno e l’Atelier di via Margutta, salotti mondani e centri nevralgici permeati dal clima avanguardistico romano che proprio in questi anni conosce rilevanti fermenti artistici che produrranno in seguito il fenomeno dei Valori Plastici affiancato dalle nascenti tendenze del Realismo magico e del Novecento Italiano.

Inizia così il periodo più intenso e produttivo della vita artistica di Fucci. Partecipa con dipinti a più mostre d’arte e si occupa di cinema, per il quale crea scenografie e locandine pubblicitarie di film italiani e stranieri.

Grazie ad un’eredità lasciatagli dallo zio Teodoro Spongia, riesce ad arredare un primo atelier in via della Frezza ed un secondo in via Pietro Giannone.

Contemporaneamente gli vengono commissionati dalla Repubblica di San Marino diversi bozzetti per francobolli e disegni per una moneta aurea da 10 e 20 lire da mettere in vendita. Per tale lavoro, nel 1924, il Consiglio Grande e Generale della Repubblica di San Marino gli conferisce il titolo di cavaliere dell’Ordine Equestre di San’Agata.

Nel frattempo inizia a frequentare i laboratori di Restauro del Vaticano, istituiti nel 1923. Fucci risulta tra i primi iscritti. Al restauro si dedica per periodi alterni, lavorando per diverse famiglie romane.

Tra il 1926-27 riceve una considerevole commissione straniera. Lo scultore argentino Rogelio Yrurtia lo invita a disegnare alcuni bozzetti per statue e per la struttura architettonica di un colossale monumento da erigersi in onore di Bernardino Rivadavia, statista e primo Presidente argentino, a Buenos Aires.

Quelli che vanno dal 1929 al 1936 sono anni di grande impegno, durante i quali realizza per la Fondazione Nazionale Italiana Cacciatori i manifesti murali e i bozzetti per le cartoline relativi ai campionati da questa organizzati, senza tralasciare i disegni progettati per i diplomi di partecipazione alle gare e per le riviste pubblicate dall’Associazione.

Dopo ben diciotto anni di intensa attività artistica nella Città eterna, Fucci torna definitivamente a Fano nel 1938, dove “per chiara fama” ottiene la cattedra di Disegno dal vero nella Scuola Artistica Indutriale “A. Apolloni”, carica mantenuta fino al 1959.

 

Melchiorre Fucci - Turneo dla brasciola 1950

Nessun aspetto della vita cittadina gli è estraneo, il suo amore per le mille sfaccettature del Carnevale lo porta persino a realizzare due manifesti pubblicitari per il carnevale del 1939, a forgiare carri allegorici (Pesce floreale, 1949; Personaggi buffi di libri celebri, 1950); Pupi (Totò e il pesce, 1949; Turneo dla brasciola, 1950); e la celebre maschera Il Vulon del 1951. Nello stesso anno viene eletto vicepresidente della Carnevalesca e cura la grafica della pubblicazione della rivista Carnevale ’51, edita dalla Società medesima.

Melchiorre Fucci - Personaggi buffi di libri celebri 1950

Nel secondo dopoguerra, pur non aderendo a nessuna corrente artistica, con altri quattordici pittori locali dà vita a l’Accolta dei Quindici, Associazione composta da artisti di diversa formazione e tendenze culturali, legati da un rapporto di amicizia e condivisione di idee.

Nelle mostre dell’ Accolta dei Quindici Fucci figura dal 1946 al 1965 come espositore e come organizzatore eccellente delle mostre stesse. Ne riveste, inoltre, il ruolo di Presidente dal 1947 al 1971, anche se alcune fonti orali lo vogliono vedere occupato in tale posizione dal 1953 al 1972, anno della sua morte.

(Da: R. Manna, Melchiorre Fucci e il Carnevale di Fano, in R. Manna e F. Pelosi, Fucci e il Carnevale, ed. Grapho5, Fano 2007)