Daniele Garota
Daniele Garota

Sergio Quinzio, UNA GIORNATA PARTICOLARE A MONTEBELLO

in Lettere e Teatro

Sergio Quinzio, UNA GIORNATA PARTICOLARE A MONTEBELLO

La creazione con-geme con noi

Daniele Garota

Caro Gastone,

mi chiedi com’è andato l’incontro al Monastero di Montebello di cui hai già fatto cenno nel tuo “Fano città”. Molto bene direi, considerando la partecipazione, ma anche i contenuti emersi, sia dalle relazioni che dal dialogo tra pubblico e relatori.
Bravo Piero Stefani, il quale oltre a organizzare e coordinare l’incontro, ha esposto un’originale riflessione sul Cantico delle creature di Francesco d’Assisi. Lo ha fatto brevemente e lontano dai soliti luoghi comuni che inevitabilmente appaiono quando i testi sono molto conosciuti e commentati. Sai, Paolo Volponi riteneva quel Cantico il più alto testo poetico in lingua italiana, e come aveva ragione, ma c’è di più, c’è la lode al Creatore percependo sorelle le creature, c’è la fede di un credente vicinissimo al Cristo, ed è questo che Stefani ha voluto sottolineare. E c’è stato, di seguito, l’intervento del biblista Silvio Barbaglia, che ha steso testi attorno al tavolo distribuendo fogli scritti tra il pubblico ed entrando in profondità in quei versetti della Lettera ai Romani al capitolo 8 in cui san Paolo mette in luce il gemito e la sofferenza del creato in attesa che qualcosa di grosso accada da parte di Dio. Insomma: in oltre un’ora d’analisi sul testo greco originale e con una certa competenza, Barbaglia ha trovato attenzione, ascolto, e persino richieste di chiarimento.

E questa direi, è stata la prima parte. Dopo una breve pausa è toccato a me. Un tema non facile imperniato su una domanda: “evoluzione o redenzione?”. Il mio tentativo è stato quello di riprendere alcune affermazioni, note anche al grande pubblico, del teologo Vito Mancuso, mettendole a confronto con altre, diametralmente opposte che derivano da una lettura più radicata nei testi biblici e nella tradizione ebraica. Ma sullo sfondo di tutto ci tenevo a riproporre il pensiero e l’opera di Sergio Quinzio, che in quella giornata volevamo soprattutto ricordare.
Subito dopo pranzo è stata la volta di Vito Mancuso, che è intervenuto anche con una certa passione, ad avvalorare le sue tesi, dicendo di non temere se nel farlo deve a volte avvicinarsi più ad autori pagani che a quelli biblici.
Poi il dibattito, molto aperto e cordiale. Insomma, una buona giornata, che Gino Girolomoni (l’iniziatore di queste giornate) avrebbe certamente apprezzato, soprattutto vedendo come ne sono stati partecipi i suoi tre figli.

Ti abbraccio,
Daniele Garota