Giuseppe Di Giangirolamo

Andirivieni 3 all’Accademia di Belle Arti di Urbino

in Arte

Andirivieni 3 all’Accademia di Belle Arti di Urbino

 

 

Giuseppe Di Giangirolamo

Il maestro serigrafo Giuseppe Di Giangirolamo

 

SALVARE LE INCISIONI SALVARE IL CARTACEO

La proposta di Diego Galizzi

di Riccardo Tonti Bandini

Urbino. Lo storico dell’arte e museologo, Diego Galizzi, è stato l’ospite del terzo appuntamento del ciclo Andirivieni, una serie di incontri culturali organizzati dalla Scuola di Grafica dell’Accademia di Belle Arti di Urbino. In una interessante e costruttiva conversazione, il conservatore del Museo Civico delle Cappuccine di Bagnacavallo, Ravenna, ha portato ai ragazzi la ricca e rigorosa esperienza museale e del Repertorio degli Incisori Italiani. Il Repertorio appartiene al Gabinetto delle Stampe del museo ed è l’unica pubblicazione che cataloghi il lavoro degli artisti incisori sul territorio italiano. Ormai alla quarta edizione, il Repertorio è un documento che registra l’operato e la produzione degli artisti e la loro attività espositiva nella dimensione della grafica d’arte.

Galizzi descrive il Museo come un luogo che ha una storia suggestiva. Nasce come convento, tra i più grandi d’Italia, dove per secoli si sono praticati riti spirituali destinati all’elevazione dell’anima. Lo stesso destini che spetta alla vita dell’Arte. Nella seconda guerra mondiale viene semidistrutto dai bombardamenti alleati. Nell’immediato dopoguerra rischia di diventare un parcheggio. La Sovrintendenza ai Beni Culturali, vincolandolo, lo ha salva dallo sfascio architettonico tipico di quel periodo. Ora, come una fenice, custodisce un tesoro unico ed ospita tra le cicatrici delle pallottole, la collezione permanente ed esposizioni temporanee. Nell’ultima mostra, Anatomie dell’effimero riesce a richiamare circa quattromila visitatori. Il luogo della conservazione è promotore di iniziative volte alla diffusione della cultura
dell’incisione, lo spazio è vivo.

Il lavoro di catalogazione del museo è uno tra i più importanti in Italia. Nasce ufficiosamente alla fine degli anni Ottanta con la donazione di un cittadino bagnacavallese della propria collezione di stampe antiche. Nel 1990 nasce ufficialmente il Gabinetto delle Stampe Antiche e Moderne per volere civico con l’aiuto di esperti come Giorgio Trentin, Pier Carlo Santini e Paolo Bellini. Ad oggi, con successive donazioni, si contano circa undicimila fogli di incisioni. Recentemente è stato attivato il progetto di conservare anche le matrici come una Calcoteca.

Galizzi con apertura intelligente si mette spesso in discussione, mette in discussione il grande lavoro di catalogazione meccanica e quello oramai digitale. Ci spiega che il repertorio nasce per l’esigenza di avere censiti tutti gli artisti incisori. Il censimento dava la possibilità di confrontare i differenti operati e conoscere i protagonisti del settore. Questo, come dice giustamente Galizzi, avveniva prima di internet. Con il web tutti possono conoscersi e tutti possono comunicare, ma manca allo stesso modo una piattaforma comune di confronto.

L’inventario è on line al sito www. museocivicobagnacavallo.it

Riccardo Tonti Bandini

 

Gallizzi Turria Murasecchi

Da sinistra: Diego Galizzi, Giovanni Turria e Gianluca Murasecchi

 

2.

PREMIO ACCADEMIA SMALL PRINT PER LA GRAFICA D’ARTE
PRIMA EDIZIONE 2014

 

A Urbino è stato organizzato un premio dedicato alla grafica d’arte, innovativo nel format e negli obiettivi, rivolto agli studenti delle Accademie di Belle Arti e dei Licei artistici per legare la tradizione della tecnica alle più moderne espressioni contemporanee, nelle sezioni di “Tecniche dell’Incisione” e di “Mixed Media”. Da più di un anno la macchina organizzativa si è attrezzata di idee e di gesti operativi nei vari ambiti della grafica: accanto al lavoro artistico ed alla quotidianità dello studio si sostiene anche l’animazione e la convivialità degli studenti, urbinati e ospiti, che entrano nel contesto della città e dei suoi beni artistici. Non si viene a Urbino solo per lavorare nei laboratori della grafica e nelle aule del bulino, si viene anche per incontrare tanti altri studenti e docenti e per conoscere il Palazzo Ducale e altri luoghi d’arte, compreso il paesaggio e l’ambiente circostante da scoprire e da amare.

 

Il Premio è decollato il 22 gennaio 2014 nei locali del laboratorio di Grafica d’Arte della Scuola di Grafica dell’Accademia di Belle Arti di Urbino, dove si è riunita la giuria del “Premio Accademia Small Print per la Grafica d’Arte”.

Giuria: Sebastiano Guerrera (Direttore dell’Accademia di Belle Arti di Urbino), Gastone Mosci (già Università “Carlo Bo” di Urbino), Diego Galizzi (Conservatore del Museo “Le Cappuccine” di Bagnacavallo – Repertorio degli Incisori Italiani), Alfredo Bartolomeoli (già Scuola del Libro di Urbino; artista), Nazzarena Bompadre (artista), Riccardo Tonti (Accademia di Belle Arti di Catanzaro; segretario); assenti giustificati che hanno espresso la propria votazione via email Ezio Zerbato (SCMpress, Vicenza) e Ivan Pengo (Il Foglio, Milano).

Le opere giunte alla Segreteria del Premio sono in totale 113, inviate da 96 autori, provenienti da tutte le Accademie di Belle Arti d’Italia.
La giuria ha fatto una prima valutazione delle opere presentate, e ne ha selezionate 45. Gli autori selezionati sono 40.
Gli studenti selezionati per la mostra, che si terrà nella tarda primavera a Urbino, e che rientreranno nella pubblicazione del catalogo sono i seguenti.

 

 Gastone Mosci I

Tommaso Squaiera – Accademia di Belle Arti di Venezia
Giulio Manglaviti – Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria
Eric Gerini – Accademia di Belle Arti di Venezia
Danilo Stojanovic – Accademia di Belle Arti di Venezia
Vincenzo Pisano – Accademia di Belle Arti di Palermo
Silvia Martino – Accademia di Belle Arti di Palermo
Stefania Cordone – Accademia di Belle Arti di Palermo
Martina Zandonella Necca – Accademia di Belle Arti di Milano
Vincenzo pisano – Accademia di Belle Arti di Palermo
Virginia Tarallo – Accademia di Belle Arti di Napoli
Andrea Matarazzo – Accademia di Belle Arti di Napoli
Francesco D’amore – Accademia di Belle Arti di Napoli
Vincenzo Licata – Accademia di Belle Arti di Palermo
Gabriele Cosimo Pisano – Accademia di Belle Arti di Palermo
Swapnesh Vaigankar – Mumbai (India)
Carmine Maurizia – Accademia di Belle Arti di Bari
Marco Riente – Accademia di Belle Arti di Venezia
Crustiano Vettore – Accademia di Belle Arti di Venezia
Laura Fonsa – Accademia di Belle Arti di Urbino
Riccardo Bucella – Accademia di Belle Arti di Urbino
Laura Dellapiana – Accademia di Belle Arti di Torino
Carla Tomaino – Accademia di Belle Arti di Catanzaro
Elsa Zaupa – Accademia di Belle Arti di Venezia
Benedetta Socal – Accademia di Belle Arti di Venezia
Federico Ambrosio – Accademia di Belle Arti di Urbino
Andrea Zallot – Accademia di Belle Arti di Venezia
Irene Marinello – Accademia di Belle Arti di Venezia
Alessio Guarda – Accademia di Belle Arti di Venezia
Michela Palmieri – Accademia di Belle Arti di Bari
Leila Mirzakahani – Accademia di Belle Arti di Roma
Alessandra Donnarumma – Accademia di Belle Arti di Napoli
Giovanni Colaneri – Accademia di Belle Arti di Firenze
Nicholas Perra – Accademia di Belle Arti di Bologna
Li Yang Liu – Accademia di Belle Arti di Milano
Jiamin QI – Accademia di Belle Arti di Bologna
Andrei Barcau – Accademia di Belle Arti di Bologna
Denise Toson – Accademia di Belle Arti di Venezia
Fulvio Ioan – Accademia di Belle Arti di Genova
Francesco Giordano – Accademia di Belle Arti di Napoli
Riccardo Di Stefano – Accademia di Belle Arti di Torino

 

La giuria ha esaminato le diverse opere grafiche ed ha stilato una graduatoria per l’assegnazione del Premio Accademia sommando i voti che ogni commissario ha espresso per ciascuna opera grafica arrivata alla selezione finale, assegnando a ciascuna un punteggio da 1 a 5. Nell’occasione sono stati coinvolti anche i commissari non presenti fisicamente, con una votazione in via telematica.
Al vincitore va il torchio messo a disposizione dalla ditta ScmPress di Brendola, premio che verrà conferito all’inaugurazione della mostra che si terrà a fine maggio a Urbino.

 

 

3.COLLANA DOCUMENTI 4

Gastone Venturelli e i canti magici della Garfagnana, il quarto fascicolo della Collana Documenti, due quartini cuciti, confezione squisita, è stato presentato nell’ambito della Giornata Andirivieni 3 (2013/14) alla presenza del direttore dell’Accademia, Sebastiano Guerrera, dei docenti Giovanni Turrìa e Gianluca Murasecchi, di un pubblico di collaboratori: il maestro serigrafo Giuseppe Di Giangirolamo autore del ritratto di Venturelli, lo storico dell’arte Diego Galizzi, gli incisopri Anita Aureli Mengacci, Alfredo Bartolomeoli e Athos Sanchini, il prof. Riccardo Tonti Bandini, e gli studenti della specialistica che hanno collaborato per la confezione digitale, tipografica e serigrafica (Riccardo Bucella, Federico Ambrosio, Marzio Caruso, Matteo Spinelli, Elisa Zaupa, Monnalisa Bracchi, Maria Tomaselli, Laura Gennari, Gessica Di Monte, Stefania Avellino e Stefania Quattropani. La plaquette è corredata dalle prose della prof. Annalisa Franchi De Bellis dell’Università Carlo Bo, della maestra Duse Lemetti della Garfagnana, e di Gastone Mosci che ha presentato l’iniziativa.

 

 

VENTURELLI E MENGACCI E IL MAGGIO A CA’ RISCIOLO NEL 1974

di Gastone Mosci

La venuta a Urbino di Giuseppe Di Giangirolamo per un corso speciale di serigrafia di alcune settimane presso la Scuola di Grafica ha permesso di conoscere la sua mirabile arte di stampatore presso la Galleria “Il Bisonte” di Firenze e di parlare della cultura popolare della sua terra, Barga nella Garfagnana, con un richiamo a Giovanni Pascoli ed alla tradizione del folclore locale. Poi, di parola in parola, si è giunti alla rinascita del Maggio e si è risaliti ad una manifestazione urbinate di quarant’anni fa a Ca’ Risciolo, l’esecuzione di “Re Filippo d’Eggitto”, per iniziativa di Egidio Mengacci e con la collaborazione scientifica di Gastone Venturelli, docente di Storia delle tradizioni popolari, esperto di quel mondo misterioso di viva tradizione orale.

La Garfagnana era la sua terra. A Urbino ha insegnato dal 1972 al 1984 ed ha dedicato trent’anni a quella avventura etnografica (Brucciano di Molazzana 16 agosto 1942-Firenze 5 ottobre 1995).

Il maggio epico garfagnino, Re Filippo d’Eggitto (1974), ha rappresentato il momento di maggiore partecipazione alla vita accademica urbinate di Venturelli. Il Maggio è stato cantato a Ca’ Risciolo nell’agosto 1974 e la sua edizione critica, curata da Venturelli, è stata pubblicata a fine anno presso la Stibu di Urbania.

La rappresentazione fu un evento inedito, spettacolare, di successo presso gli urbinati, in quanto quella tradizione di cultura popolare era quasi perduta. L’evento si svolse in un suggestivo angolo medioevale fuori le mura, a mezzogiorno, sotto le volte del Mercatale che guardano sul fosso verso la stazione ferroviaria, Ca’ Risciolo, da dove si vedono le cime dei torricini del Palazzo Ducale. L’iniziativa ebbe il patrocinio del magnifico rettore Carlo Bo e dell’Università, fu promossa da Egidio Mengacci (Urbino 1925-2000), poeta, animatore della Galleria dell’Aquilone, collaboratore del rettore, amico di Paolo Volponi.

Mengacci svolgeva un ruolo di animazione culturale ed era proprietario di quel luogo amato dai poeti e dagli artisti, osservato dall’alto con curiosità anche dai visitatori della città. L’amicizia del Venturelli rese possibile realizzare lo spettacolo secondo le tradizioni della Garfagnana con 14 Maggianti di Pieve San Lorenzo. L’arrivo all’Accademia di Belle Arti di Di Giangirolamo ha rinverdito questa memoria.

Gastone Mosci

 

 

Gastone Venturelli

 

GASTONE VENTURELLI: IL VALORE DELLE TRADIZIONI POPOLARI

di Sergio Pretelli

 

Urbino. Un elegante serigrafia di Giuseppe Di Giangirolamo e della Scuola di Grafica dell’Accademia di Belle Arti di Urbino diretta da Giovanni Turria, consente di ricordare due personaggi che hanno animato la storia popolare dell’ultimo quarto del secolo scorso a Barga in Garfagnana e a Urbino nel Montefeltro. Si tratta di Gastone Venturelli, di Barga (città cara a Giovanni Pascoli), docente di Storia delle tradizioni popolari alla “Carlo Bo” (1972-1984) e di Egidio Mengacci di Urbino (1925-2000), poeta, scrittore, animatore della Galleria “l’Aquilone” e della vita culturale urbinate. Di Giangirolamo è in Urbino per un corso di Serigrafia all’Accademia. E’ garfagnino ed ha conosciuto Venturelli, i cui studi noti come “La raccolta Venturelli”, legata in particolare al cantamaggio fiorentino, costituiscono il vanto della Garfagnana, della Toscana e dell’Italia. Una di quelle opere “Re Filippo d’Eggitto” fu cantata, nel 1974, a Ca’ Risciolo, casino di caccia dei Montefeltro, proprietà di Egidio Mengacci. Da questo incontro di memorie, l’idea di una serigrafia ricordo, accompagnata da testi di Gastone Mosci, Annalisa Franchi De Bellis e Duse Lumetti, che muovono dalla comune suggestione ispirata dai due personaggi, per i quali il sapere è in linea con il ricordare, fondamentale per la conservazione delle nostre realtà regionali, nate da una stessa matrice: la cultura popolare o, per altri, la civiltà rurale. Annalisa De Bellis sottolinea l’originale metodo di lavoro di Venturelli legato alla scelta accurata dei testimoni, dei loro modi di esprimersi che Venturelli codifica sistemando le strutture linguistiche, la complessa articolazione, nella geografia dei luoghi. Ballate, befanate, segalavecchia, sacre rappresentazioni della passione, i canti pasquali della questua, i copioni del teatro popolare legati al cantamaggio fiorentino, ore ed ore di registrazioni e di materiale cartaceo, depositati al Museo di Eglio, città natale di Venturelli, costituiscono un unicum nel variegato mondo dei musei popolari italiani. Anche Duse Lemetti mette in risalto il rigore intellettuale di Venturelli: “un professore appassionato alla ricerca dell’anima dell’uomo, della sua terra, di un mondo che stava scomparendo”. Chi ricorderà più le vecchie case dei contadini, con le madie di castagno che profumavano di “pan di neccio”! (stiacciatura di farina di castagno intrisa e posta tra foglie di castagno, bollita e poi cotta fra due testi di terra ben caldi). La passione di Venturelli contagia Egidio Mengacci, legato alle tradizioni popolari, locali ed interregionali. Il 15 maggio era solito inserirsi tra i portantini della statua di Sant’Ubaldo a Gubbio nella corsa dei ceri, ed era entusiasta dall’eco portato dal professore toscano, delle brigate di giovani e ragazze, che cantavano di casa in casa, nella Garfagnana, ritornelli e melodie annunciando col ramo fiorito il trionfo della primavera. Con il patrocinio dell’Università e di Carlo Bo riuscì a rappresentare nella sua Risciolo, sotto il Palazzo ducale e di fronte al paesaggio rurale nello sfondo della catena appenninica, il “Re Filippo d’Eggitto”, un recital cantato da 14 maggiaioli, venuti appositamente dalla Toscana, il cui testo venne poi stampato a Urbania nella tipografia Stibu. 1974. Un libro che Mengacci distribuiva orgoglioso agli amici ed ai docenti dell’Università di Urbino, spiegando che era una testimonianza di una civiltà in via di estinzione, i cui valori però, con i lavori di Venturelli avrebbero conservato le stigmate del loro tempo, destinate a riemergere con altri interlocutori e dentro i confini delle diverse età. Il cantamaggio è ancora attuale ed ancora è un vanto di Firenze e della Toscana. La bella serigrafia della Scuola di Grafica dell’Accademia di Belle Arti, è una conferma della lunga tradizione della grafica ad Urbino ed un premio ai due personaggi, al loro impegno al servizio della cultura e dell’arte. All’interno di una Accademia diretta da Sebastiano Guerrera che, con Giorgio Londei presidente solo da pochi mesi, ha cambiato passo e si è immersa nel cuore della città e della sua prestigiosa vocazione nel campo della serigrafia sull’antico solco della Scuola del Libro.

(in “Il nuovo amico“, 9 febbraio 2014)

Sergio Pretelli