VIAGGIO A MONTEGIOVE
di Valerio Volpini
Conduco spesso, in auto, mio padre e mia madre a Montegiove e percorriamo la strada più lunga che avvolge la collina da sinistra. A mezza strada, sul mezzogiorno, c’è una fonte nel greppo murata e chiusa da un finestrotto di legno sgangherato. Mia madre mi ripete immancabilmente: “Qui venivamo a prendere l’acqua con le bestie, con il biroccio e capitava di trovare la fila. E guai a sprecarla. Pensa un po’ te!”. Questi sono i suoi posti (ed anche i miei). Ci penso, ci penso a quella fatica, durata sempre uguale per secoli, e che ha reso bella e fertile questa collina ma anche ora è sulla via della degradazione.
Quanto resisteranno gli ultimi ulivi, i filari, le querce sempre più rade? Basta un colpo di trattore per estirpare un ulivo secolare. Ne ho visti a decine, con la chiocca delle radici al sole, assassinati, anche la scorsa estate.