Italo Mancini vent’anni dopo
Giornata Italo Mancini 29 maggio 2013. A vent’anni dalla scomparsa. Un incontro ricco di attese del filosofo delle due fedeltà, a Dio e alla terra.
Vent’anni fa, il 7 gennaio del 1993, don Italo Mancini moriva al Policlinico Gemelli di Roma, in seguito a complicazioni sorte dopo una delicata operazione al cuore. Grandi furono il dolore e lo sgomento dei famigliari. Altrettanto grande lo sconcerto dei suoi collaboratori, degli allievi che erano abituati ad incontrarlo quotidianamente nelle aule universitarie, lungo le strade della città feltresca e soprattutto nella fornitissima biblioteca di via Piave, così accogliente per chi amava i libri, soprattutto di argomento filosofico e teologico (ed erano tanti!). Anche gli studiosi italiani e stranieri sottolinearono la perdita. Mancini era nel pieno della sua produzione , pubblicava testi che venivano discussi e chiosati.
Vent’anni non sono passati senza riscontri. Molte le monografie e gli articoli che gli sono stati dedicati , molte le tesi di laurea sul suo pensiero discusse in università italiane. “Hermeneutica”, la rivista da lui fondata nel 1981- quest’anno festeggia 33 anni di vita – gli ha dedicato due fascicoli densi di approfonditi articoli. Sono ora in via di pubblicazione presso la Morcelliana di Brescia le Opere scelte per offrire alle nuove generazioni la possibilità di incontrare un intellettuale singolarmente anticipatore di temi che oggi paiono di grande attualità. Frammento su Dio, apparso postumo nel 2000, è divenuto un sicuro punto di riferimento per chi si interroga sulla possibilità di parlare di Dio in una stagione che sembra volerne celebrare l’ eclisse e farlo sparire dall’orizzonte delle opere e dei giorni.
Per tutte queste ragioni, l’Istituto superiore di scienze religiose che porta il suo nome ha scelto di ricordarlo non con discorsi di tipo celebrativo ma con il far tesoro di quanto don Italo stesso diceva e cioè che bisogna continuare a pensare e ad amare, unendo inscindibilemte teoria e prassi. In questa prospettiva si muove il seminario di studi che si terrà a Urbino il 29 maggio occupando l’intera giornata. L’obiettivo è quello di indagare aspetti ancora poco studiati del suo pensiero, ad esempio il confronto critico permanente instaurato con il pensiero di Heidegger (per la filosofia della religione) o con il pensiero di Carl Schmitt (per la filosofia del diritto). Ne parleranno, nella mattinata, Enrico Moroni, Marco Cangiotti, Galliano Crinella, Mauro Bozzetti, Andrea Aguti, Michelle Cascavilla, Domenico Scalzo, Sandro Di Caro.
Al pomeriggio sono previsti gli interventi di mons. Bruno Forte, arcivescovo della diocesi di Chieti -Vasto, finisssimo teologo, un tempo docente presso la Facoltà teologica dell’Italia Meridionale a Napoli e di Carmelo Vigna, ordinario di Filosofia morale all’Università “Cà Foscari” di Venezia. Porteranno entrambi la loro esperienza di allievi prima e poi di colleghi di don Italo. Daranno testimonianza di quanto abbiano inciso sul senso e la direzione della loro rilevante elaborazione teorica la lettura dei testi e le lunghe conversazioni con il pensatore urbinate. Don Italo Mancini, infatti, si è caratterizzato per aver contribuito a mettere in primo piano la questione filosofico-teologica in connessione con le dimensioni dell’organizzazione etico-giuridica: per mantenere integre sia la fedeltà a Dio, sia la fedeltà alla terra, alla città dell’uomo, come ha indicato il Concilio Vaticano II. (Piergiorgio Grassi)