Urbino, 25 settembre 2018 ore 21.00 presentazione di NOVANTA9

in Eventi/Lettere e Teatro

 

Circolo  Acli – Centro Universitario

UNILI T  di  Urbino

URBINOVIVARTE

NELLA  LIBRERIA  MONTEFELTRO

DI VIA  VITTORIO VENETO

Martedì 25 settembre 2018 ore 21.00

Presentazione della nuova serie

della rivista cartacea aquilana di cultura e arte

NOVANTA9

Direttore  Mario  Narducci

(Precedente serie 2003-2012, n. 1-15, fascicoli 11)

Interventi

Gastone Mosci

Sergio Pretelli

Germana Duca

Raimondo Rossi

Urbino Piazza Rinascimento

Novanta9 nuova serie

di Gastone Mosci

La rivista di lettere arti e presenza culturale dell’Aquila, “Novanta9”, il nome del monumento-simbolo del capoluogo abruzzese, le cannelle della grande Fontana, sopravvissuta al terremoto, il trimestrale passato presto ad annuale, diretto da Mario  Narducci (2003-2012), è nato nel segno della poesia e della “affettuosa amicizia” di Alda Merini ed ha concluso la sua prima serie con il recupero della la narrativa di Ignazio Silone. E’ stato un  luogo di accoglienza, di incontro e di promozione –  di “mettere insieme le diversità” -, l’espressione del pluralismo che nutre la crescita culturale e la democrazia. Dopo dieci anni di attività editoriale e cinque di pausa e di sofferenza,  per via del terremoto e della conseguente scomparsa di Mariolina Mei, la moglie urbinate di Mario ecco il secondo tempo.

Nel luglio scorso è iniziata la nuova serie, grafico sempre Francesco Maria Narducci e in redazione Maria Giovanna e Marialaura Narducci, una impresa culturale di forte legame con Urbino: i Narducci sono aquilani ma moglie e figli sono nati in Urbino, hanno Urbino nel cuore e nelle mani.  Dieci anni del cartaceo – ora siamo nell’epoca del web – ma la rivista non vuole essere sopravvivenza del passato (15 numeri, 11 fascicoli, 2.223 pagine, cm. 23×15). Nel primo fascicolo del 2003, a proposito di Urbino, si parlò di Carlo Bo.Valerio Volpimi, Marcello Camilucci, Arnoldo Ciarrocchi e Remo Brindisi con poesie di Zeno Fortini e Alberto Calavalle. Poi, le sollecitazioni si  collegarono alle attività del Circolo Acli-Centro Universitario, l’Istituto di Scienze Religiose di don Italo Mancini, l’Università, la Scuola del Libro, la Fondazione Romolo Murri.

Ora, l’impostazione grafica è più brillante, il direttore Narduci nel saluto dice di “Cambiare per restare fedeli” e di riprendere il viaggio della vita aiutati a L’Aquila dal gruppo culturale della Grande Bellezza. In Urbino non siamo nella situazione della ricostruzione dopo il disastro ma nella  fase nuova della modernità: ricostruire il tesssuto sociale della cittadinanza, non cedere al consumismo, vivere il nuovo contesto dell’accoglienza, aprire il dialogo di fiducia e di umiltà di Francesco d’Assisi e di Francesco Papa.

Nel fascicolo che presentiamo aUrbino martedì 25 settembre 2018 alle ore21 nella Libreria Montefeltro in via Vittorio Veneto 40, vicino alla porta romana, vi sono i contributi di volti nuovi del mondo culturale  urbinate, da Rosanna Gambarara a Germana Duca, Davide Mascioli,   Vinia Tanchis, Silvia  Cuppini, Vitaliano Angelini, Giorgio Focarini, Giorgio Nonni, Sergio Pretelli, Alberto Calavalle. Alcuni interventi interessanti su Raffaello, la nuova poesia urbinate, l’esperienza musicale di Ivan Graziani, il neodialetto, Urbino Vivarte (urbinovivarte.com), il blog Fano città (fanocitta.it). E altri cittadini del Palazzo Ducale.

Gastone Mosci

 

La cultura come testimonianza

di Gastone Mosci

“Novanta9”, 2003-2012, 10 anni d’attività, è oggi nella nuova serie, dopo cinque anni di crisi, sempre la rivista di cultura fedele al compito di aiutare a pensare, di accogliere voci diverse. E’ un periodico cartaceo  dell’Aquila, una  rivista di cittadinanza: svolge un ruolo nella città, un luogo di collaborazione, di cittadinanza come unione delle forze intellettuali e della carità, direbbe Papa Francesco, carità che dialoga con accoglienza, con l’ascolto delle nuove realtà umane, attenzione ai giovani, nuove voci e sofferenze. Una rivista di cittadinanza è in dialogo con la comunità e le sue “diversità” – l’indirizzo del direttore Mario Narducci -, con la realtà sociale. E’ generalista nella sua apertura ai collaboratori ed ai lettori.

A Urbino, lo dico anche per ricordare don Italo Mancini, al quale è intestato l’Istituto Superiore di Scienze Religiose, è ancora operosa dal 1981 – quasi   40 anni – la rivista “Hermeneutica” (prima presso QuattroVenti poi la Morcelliana di Brescia): è una rivista di filosofia e teologia, una pubblicazione di intellettuali, professori, tecnici del pensiero e docenti,  scienziati, che sono inquadrati nella loro professionalità, nel ruolo particolare della filosofia e della scienza, per interrogare i problemi dell’uomo e studiarne il futuro, del suo essere e del suo fare, del mondo stellare nascosto e della tecnica che evolve.

”Hermeneutica” è una rivista di intellettuali, “Novanta9” un quaderno di comunità, di scrittori e poeti,  di artisti e gente di teatro, di creativi che  incontriamo ogni giorno. Questo riferimento fa ricordare don Italo Mancini, un grande filosofo che ascoltava i giovani, gli studenti più pensosi e difficili. Don  Italo ricuciva la società nella sua Messa di mezzogiorno al Duomo di Urbino, teneva omelie di speranza, dialoghi con i grandi pensatori e testimoni, apriva la mente dei fedeli alle ragioni della fede cristiana, segno di speranza e di salvezza. Era un testimone dichiarato e autentico (diceva in “Tre follie” di voler essere ricordato come un testimone).

In “Novanta9” i collaboratori che scrivono poesie e racconti, gli artisti che fanno incisioni, gli studiosi di storia che portano il contributo della loro quotidianità, che è lettura dei segni dei tempi, riflessione, dialogo, occhi aperti e antenne sintonizzate, che rappresentano il mondo della cittadinanza, della bellezza, della fiducia.

Non ci si dimentica della storia, ma non si trascura l’inquietudine dell’uomo d’oggi, che chiede ascolto, comunicazione, giustizia, dialogo. “Novanta9” non è una rivista laboratorio ma di umanità, di conversazione  aperta. Ogni pagina è una invenzione spirituale, un raccontare la vita, un bussare alla porta del vicino,  stare in mezzo agli altri. (Gastone Mosci)