Valerio Volpini foto di Tano Citeroni I
Valerio Volpini inizi anni 80 Città del Vaticano foto di Tano Citeroni

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FESTIVAL DIGITALE “Valerio Volpini e la Resistenza” 26 luglio 2013

Valerio Volpini foto di Tano Citeroni I

Il Festival insiste sulla biografia partigiana e culturale di Volpini, un personaggio di grande intelligenza e coraggio, inserito con naturalità nella storia sociale di Fano. SOMMARIO: 1. IL DIARIO Lunedì 26 luglio 1943. 2. SALVO NEL CAMPO DI GRANTURCO, Racconto di Valerio Volpini. 3. IL BATTAGLIONE DELLA LIBERAZIONE “FORTES IN FIDE”, di Aldo Deli. 4.A SETTANT’ANNI DALLA CADUTA DEL FASCISMO Valerio Volpini e la cultura della Resistenza (2) di Angelo Paoluzi

 

IL DIARIO di lunedì 26 luglio 1943

(Coll. Gabriele Baldelli, Silvano Bracci, Gastone Mosci, Angelo Paoluzi, Enzo Uguccioni)

ROMA. La notizia delle dimissioni di Mussolini e del nuovo governo nei giornali nazionali. Badoglio instaura un governo militare.

FANO. G. Perugini, pp. 56-58: “Oggi, 26, tutti sappiamo che ieri sera, a tardissima ora, alle 23, la Radio aveva comunicato ufficialmente le dimissioni del Primo Ministro Benito Mussolini. Il Re accetta le dimissioni e affida al generale Pietro Badoglio i pieni poteri per la salvezza della Nazione. (…) Fanno immediatamente seguito i proclami del Re e del gen. Badoglio. Continua Badoglio: ‘L’ora grave che volge impone ad ognuno serietà, disciplina, patriottismo, fatto di dedizione ai supremi interessi della nazione. Sono vietati gli assembramenti e la Forza Pubblica ha l’ordine di disperderli inesorabilmente'”. Prosegue inoltre G. Perugini p. 58: “Così il generalissimo in Capo… ordina… il Coprifuoco dal tramonto all’alba, il divieto di riunione in pubblico di più di tre persone; la proibizione di tenere, anche in locali chiusi, adunanze, manifestazioni, conferenze e simili; il divieto della vendita delle armi di ogni specie; il divieto di circolazione agli autoveicoli e veicoli di ogni specie e motoscafi. (…) la Radio oggi stesso, 26 luglio, ripete ben cinque volte i proclami lanciati al Paese: alle ore 7,30, alle 8, alle 13, alle 17 e alle 20. La nuova situazione ci è nota: al colpo di Stato è succeduto lo stato d’assedio e la legge marziale. Interdetto ogni assembramento…
Però la gente, in ansietà e in indifferenza, non dà retta, l’indisciplina pari al coraggio pare farsi più forte fra tutti quanto maggiori sono le avversità, quanto più disperato il presente e nero l’avvenire.”

FANO. Dalla autobiografia inedita di Ennio Baldelli (Fano 3 gennaio 1894 – 7 ottobre 1977) nel 1943/1944 Comandante dei Vigili Urbani: “…il Podestà Tonucci Alberto mi chiamò nel suo ufficio. Si rallegrò della mia attività e mi diede il Comando dei Vigili… i Vigili erano 19 e i provvisori erano 12 circa. Poi, quando il giorno 8 settembre 1943 si sfasciò l’Esercito presero servizio altri 28 vigili, in attesa che le cose cambiavano, tutti sottoufficiali della Caserma Paolini. Il lavoro non mancava”.

PESARO. Scrive lo storico Luca Gorgolini in “Giuseppe Filippini e il socialismo riformista”, il lavoro editoriale 2013, pp. 115-116: “Il giorno dopo l’arresto di Mussolini, disposto dal re Vittorio Emanuele III il pomeriggio del 25 luglio, poche ore dopo la conclusione della riunione del Gran Consiglio del Fascismo di cui il duce ne era uscito di fatto sfiduciato, gli antifascisti pesaresi si riunirono nell’ufficio di Wolframo Pierangeli (imprenditore e futuro presidente dell’amministrazione provinciale), in via Rossini 8, e decisero la costituzione del Fronte nazionale d’azione. Alla riunione parteciparono Giulio Coli per il partito della Democrazia cristiana, Armando Lugli per il Partito d’azione, Mario Bertini, Antonio Cecchini e Wolframo Pierangeli per il Partito comunista ed Ettore Mancini e, per l’appunto, Giuseppe Filippini in rappresentanza del Partito socialista. Nel corso del periodo in cui rimase attivo, dunque fino al 13 settembre 1943, quando con l’occupazione tedesca della città di Pesaro i suoi componenti finiranno in una lista di antifascisti che andavano immediastamente arrestati”.