Marcellino Battistelli (1926-2010)
I CARRISTI ARTISTI del Carnevale di Fano a cura di Raffaella Manna e Silvano Clappis
Marcellino Battistelli nasce il 9 aprile del 1926 a Pehuajò, uno sperduto e desolante centro agricolo argentino della periferia di Buenos Aires, da Elda Annibalini e Domenico Battistelli, manovale che era emigrato, insieme ai fratelli, nel paese sudamericano agli inizi del Novecento alla ricerca di un po’ di fortuna.
Marcellino giunge a Fano nel 1928 assieme alla mamma che darà alla luce, prima di morire nel 1932, la sorella Giuseppina. La prematura scomparsa della madre influirà in maniera struggente sulla formazione del carattere e della personalità del bambino, rimasto orfano all’età di sei anni.
Ad allevarli sarà la seconda moglie di Domenico, Zoe Bucchi che si stabilisce con la nuova famiglia in una casetta di via Palazzi Gisberti. Una certa ritrovata serenità consente a Marcellino Battistelli di frequentare prima le scuole elementari, poi l’avviamento, infine la Regia Scuola artistica e industriale, dove vi entra nell’ottobre del 1938.
Nel frattempo le rimesse da immigrato che il padre Domenico invia dall’Argentina a volte non bastano per mantenere moglie e figli, Marcellino allora decide di trovare un impiego stabile nel laboratorio di Getulio Roberti, specializzato in manufatti in cemento, decorazioni in gesso e oggetti in terracotta.
In casa la situazione economica migliora, decide così di sposare il 6 aprile 1953 Edera Piccioli, una vicina di casa che aveva cominciato a frequentare negli anni subito dopo la guerra, e dalla quale avrà due figlie, Rita e Giovanna.
I primi riconoscimenti formali sul lavoro giungono, invece, nel 1955 quando la ditta Roberti gli rilascia una dichiarazione di professionalità nella quale si certifica che Marcellino Battistelli risulta essere l’esecutore di alcune pregevoli decorazioni, tra cui quelle nella villa Michelini Tocci a Città di Castello e nella villa Adanti Sperandini a Fano.
L’anno seguente prende servizio all’Istituto statale d’arte Adolfo Apolloni di Fano in qualità di docente nella sezione “Arte del marmo”; proprio in quest’ambiente entra in contatto con diverse personalità che lo introducono nel mondo dell’arte. Una in particolare, negli anni 60, riveste per lui un significato profondo, tale da fungere da stimolo nel fargli intraprendere la sua vocazione per l’arte: Edgardo Mannucci. Non è un caso, quindi, se Battistelli seguirà il suo mentore a Roma e in altre città per contribuire alla realizzazione di alcune sue iniziative. Non va dimenticato però anche il ruolo, seppur in tono minore, esercitato su di lui anche dal pittore, pesarese d’adozione, nonché collega d’istituto, Tullio Zicari. Spronato da entrambi, Marcellino Battistelli affianca alla carriera didattica l’avventura nel campo della pittura, della grafica, della scultura e della modellazione, arti che coltiverà con dedizione e costanza fino all’ultimo. Nella sua lunga carriera artistica otterrà numerosi riconoscimenti a livello nazionale.
Come tanti altri artisti fanesi non resiste al richiamo della partecipazione ad alcune edizioni dell’Accolta dei Quindici, la storica e celebre rassegna artistica fanese, alla quale vi aderisce interrottamente dal 2001 al 2009, ma soprattutto non resiste al richiamo del carnevale, dove è stato un testimone privilegiato.
Si avvicina al carnevale nel 1958 quando realizza, assieme ad Enzo Bonetti e ad Enrico Nicolini, il carro Ultimo Paradiso e due anni dopo Marinai, donne e guai. Con lo stesso team modellerà i carri Che sbornia (1961), Accipicchia se mi piace e Calci che passione (1962), Giornata di sole (1965), Fantasmagorico carnevale (1966), Giochi senza barriere (1967), carro che decreta la fine di un sodalizio che si era instaurato ben sette anni prima.
Dal 1968 al 1971 lo troviamo a vivere una nuova avventura all’interno del carnevale come progettista di carri, dove elabora originali ed egregi progetti per alcuni colleghi, tra i quali Luciano Del Monte, Evaristo Ghiandoni e Valerio Ferretti.
Nel 1973 realizza il pupo El terne sech. Nel 1978 torna a collaborare con Enrico Nicolini ed Hermes Valentini realizzando il carro Nel mare dei guai. Nel 1983 crea l’allegoria Carnevalconcerto, in cui per la prima volta al carnevale di Fano, i volumi delle figure sono ottenuti con il fil di ferro; e progetta, con Sauro Camussi, Vin…surf. Due anni dopo sarà la volta del carro Un fior di…Carnevale.
L’attività di carrista di Marcellino Battistelli è durata circa quarant’anni, dagli inizi degli anni 50 fino alla fine degli anni 80. E’ stato quindi un testimone privilegiato del Carnevale di Fano, dove è riuscito a variare soggetto, sperimentare nuove tecniche e dove ha cercato di trasmettere tramite le sue costruzioni grandi emozioni ed allegria, raggiungendo tra gli anni 50 e 60 il suo apice professionale per la qualità e la varietà delle proposte, grazie alle quali si è aggiudicato anche primi premi.
Ha messo in gioco persino se stesso entrando a far parte del gruppo della Musica Arabita come suonatore di “ombrellino” e negli anni 70-71 impersonando il Re del Carnevale. E’ stato inoltre consigliere della Carnevalesca dal 1972 al 1982, prima sotto la presidenza di Adolfo Cristiano, poi sotto quella di Mario Isotti.
(Da: Marcellino Battistelli. La poesia del carnevale di Silvano Clappis e Raffaella Manna, ed. Motiva Comunicazione, Fano 2013)
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