Claudio Morelli: Tre bianchi per descrivere le nostre terre
Claudio Morelli tre bianchelli
di Gastone Mosci
L’Azienda agraria di Claudio Morelli si presenta, nel settore della produzione vinicola, con una identità precisa ma anche complessa nei rapporti con l’Europa, New York e la California.
Ecco la sua storia: nasce e si sviluppa nel territorio del Metauro e si radica a Fano, e dagli anni ’30 diventa pian piano un sito di riferimento: domina nella famiglia Morelli il progetto di eccellenza della mescita, della bevanda da distribuire. Lo sguardo del produttore è rivolto al consumatore: vino buono. Dall’immediato secondo dopoguerra, negli anni ‘50, il lavoro dei vini Morelli si stabilisce a Fano, ne accompagna la rinascita e lo sviluppo, si fa strada il nuovo mercato: assiste al boom economico della società fanese.
E’ l’epoca del giornalista Valerio Volpini, dello scrittore Luciano Anselmi, dell’incisore Arnaldo Battistoni e dello storico della cultura Franco Battistelli. I tempi nuovi della famiglia Morelli si presentano negli anni ‘70: l’uva del bianchello deve nascere nella azienda agraria, va ripensato l’impianto produttivo insieme alla centralità di Fano per l’Azienda. Claudio, il figlio maggiore, viene indirizzato verso questi nuovi studi: viene iscritto all’Istituto Agrario di Pesaro dove si diploma nel 1975.
Nonno Morelli si dedica al vino partendo dal biancame di Fratterosa. La sua intuizione è quella di puntare al mercato locale. Bevete un bicchiere del bianco di Borgo Torre: ha resistito per quasi un secolo nella sua bontà, accompagnato parallelamente dalla promozione sul piano tecnologico.
Il segreto sta nel luogo, un territorio unico lungo il fiume Metauro, ampio terreno di tufo, limo e argilla, fra l’Adriatico e l’Appennino del Catria, del Nerone e delle Alpi della Luna. Quell’ambiente è un piccolo paradiso terrestre, dove prosperano cinque aziende vinicole di fama sicura. Iniziò nell’Ottocento la famiglia Guerrieri a Piagge con 207 ettari, luogo creativo di Luca Guerrieri che nel 2017 ha prodotto 250 mila bottiglie di vino; poi la famiglia Fiorini dal 1830 a Barchi, oggi alla terza generazione con produzione di 200 mila bottiglie di vino nel 2017; si sistemarono a Fratterosa i Morelli negli anni ‘30 del Novecento; la famiglia Bruscia a San Costanzo ha fatto subito la scelta del vino biologico, coltiva 50 ettari e produce 60 mila bottiglie di vino La quinta azienda, Terracruda di Fratte Rosa, è nata nel 2005 e nel 2017 ha prodotto 120 mila bottiglie di vino.
L’elenco delle aziende merita di essere ricordato: ogni famiglia mette a tavola vini che hanno profumi diversi, gusti profondi e inquietudini affascinanti, specialmente nel sistena del bianchello del Metauro, dove Morelli si presenta con tre calici. tre bianchelli che rendono piacevole ogni incontro, ogni convito.
Ho parlato finora del Borgo Torre, bianchello di Fratterosa, che è un biancame antico, corposo, del Metauro del Catria, vigoroso fino al Furlo, poi si distende e diventa complice del pranzo con gli amici ed i colleghi (nel ristorante da Franco a Palazzo Petrangolini di Urbino, nelle occasioni impegnative, Carlo Bo chiedeva sempre il Borgo Torre perché vi sentiva l’asprezza del tufo e la freschezza dell’Adriatico).
Gli altri due bianchelli Morelli si affermano quando la famiglia si impianta a Fano e fa la scelta dei terreni collinosi fra Fano e Pesaro, terra di tufo e di sabbia, fra mare e collina: la costa che guarda Sant’Andrea in Villis e Novilara, il bianchello San Cesareo è misterioso di gusto amaro, un aperitivo aspro, che porta le arie di scrirocco, libeccio, maestrale e tramontana in dolci sospiri di stagioni, diverse.
Claudio Morelli in un recente incontro ha modellato la sua predilezione per il bianchello su tre fondamenti: il terreno, il clima, i venti – momenti, che possono valere per tutti i suoi vini – ma quanto distingue e spiega il valore del suo bianchello, è la radice, il vitigno è la sua storia (che appartiene anche al contadino che lavora la vigna) che contiene in sé tutta la saggezza del lavoro.
Il terzo bianchello, Le Terrazze, matura nella Vigna delle Terrazze a Roncosambaccio a centro metri sul livello del mare, di fronte all’Adriatico, un vino “armonioso e profumato”, che accompagna la conversazione nel segno dell’armonia.
Gastone Mosci