IL MATTONE DELLA SETTIMANA di Libero Uomo
IL MATTONE DELLA SETTIMANA di Libero Uomo

La decrescita è felice?

in Città

IL MATTONE DELLA SETTIMANA di Libero Uomo

La decrescita è felice?

IL MATTONE DELLA SETTIMANA di Libero Uomo

 

L’aumentare della crisi, il peggioramento della situazione economica globale ha aperto la via a nuove frontiere a nuovi modi di pensare al nostro domani a grandi desideri di cambiamento e ha messo in discussione il nostro stile di vita attuale.

E’ indubbio che negli ultimi anni, prima che arrivasse la recessione, i problemi erano altri.

La grande industrializzazione, la tecnologia e le enormi risorse economiche hanno permesso di moltiplicare la quantità di beni e servizi disponibili e hanno generato un grande benessere generale ma di pari passo sono aumentati i problemi, le aspettative lo stress e al benessere non è coincisa una migliore qualità della vita.

Da qui la nascita di una idea un po’ strana, e cioè quella che per tornare ad essere felici occorrerebbe tornare un po’ indietro, abbassare le nostre pretese, lavorare un po’ di meno ed in modo diverso, accontentarci di poco e sorridere di più, un po’ com’è accaduto ultimamente a Fano dove l’amministrazione, non avendo soldi per rendere decente e sicura la superstrada ha pensato bene di imporre il limite di 70 km/h. Sorridi fanese che così andrai sano e lontano.

L’incredibile e folle corsa al rialzo di cui siamo stati protagonisti attivi tutti quanti ci ha portato al disastro, il cosiddetto benessere tanto agognato è in realtà una cosa da cui guardarsi, insomma meglio poveri ma belli che ricchi ma stressati.

Insomma fino ad ora non abbiamo proprio capito nulla ed il motivo per cui tutti noi ci svegliamo la mattina e andiamo a lavorare per 8 /10/12 ore al giorno cioè migliorare le nostre condizioni di vita e di ricchezza è un grande abbaglio, un errore di concetto addirittura dannoso per l’intero pianeta.

A me però sorgono molti dubbi….

Stare bene anzi sempre meglio è un sanissimo e naturale desiderio delle persone.
Non avere problemi economici è una condizione privilegiata una aspirazione legittima e oserei dire quasi innata.

Lo sanno soprattutto quelli che stanno male. Nessuno desidera per i propri figli un futuro peggiore del presente fatto di privazioni o stenti.

Voglio dire, cosa accadrebbe se smettessimo di importare la bauxite dall’ Australia per farne alluminio?
Sicuramente il territorio australiano in parte ne godrebbe, si risparmierebbero miliardi di petrolio consumati per far circolare merci e negli scaffali dei supermercati non ci sarebbero più lattine.

Però l’economia australiana subirebbe un grande colpo,così come tutti quelli che con l’alluminio ci lavorano nel resto del mondo.

Molte aziende chiuderebbero e si perderebbero milioni di posti di lavoro.

Siamo sicuri che sarebbero felici?

Se smettessimo di produrre auto, certamente ci sarebbe meno traffico , meno inquinamento e più biciclette in circolazione. Ma gli operai delle fabbriche sarebbero felici di avere tutto il giorno libero per girare in bici? O forse allungherebbero le lista ormai enormi di disoccupati pieni di odio e terrore per il loro futuro?

Il nostro stile di vita quindi consuma si risorse, ma allo stesso tempo produce ricchezza e posti di lavoro.

Ma se questo è vero come è possibile che oggi si parli di decrescita felice?

Dov’è il problema di fondo?
Forse il vero problema non è la crescita in se ma il tipo di crescita che abbiamo avuto negli ultimi anni.
A bene vedere infatti la nostra economia ha subito iniezioni continue di sostanze stupefacenti, eccitanti fino a che non è diventata una vera e propria tossico dipendente incallita.

Cosa voglio dire ?
Semplice.

Siamo stati spinti negli ultimi anni da governi collusi con le grandi banche a fare di tutto di più spesso oltre le proprie reali possibilità.

Ah quanti erano lontani i tempi in cui si dava valore al denaro e si stava attenti a far sempre quadrare i conti e magari risparmiare qualcosa per i tempi bui.

Invece no, grazie alla grandissima disponibilità di credito esplosa letteralmente qualche anno fa (quanti di voi ricordano anche nella nostra città il dilagare di filiali di banche in ogni angolo) ci siamo dati a spese inutili di ogni tipo arrivando a pagare la spesa a rate!!!

Questo è accaduto grazie al CREDITO FACILE.

Siamo stati spinti grazie ad incentivi statali a comprare nuove auto (anche straniere)in continuazione , abbiamo avuto conti energia per mettere pannelli fotovoltaici che altrimenti in pochi avrebbero messo, ci hanno finanziato mutui al 110% con scadenze trentennali per l’acquisto di case che, a loro volta crescendo la domanda , sorgevano come funghi e aumentavano di prezzo vertiginosamente spingendo i costruttori a farne sempre di più.

Come sotto l’effetto di una droga abbiamo insomma ballato come ossessi oltre le nostre possibilità tranqulizzati ed esortati a fare debiti e spendere quello che non avevamo.

Questo ha di fatto alterato il mercato creando una domanda esagerata e fasulla che a sua volta ha alimentato una crescita ipertrofica di produzione di quei beni che a sua volta ha richiesto investimenti enormi naturalmente fatti con immensi debiti concessi dalle amiche banche .

Proprio come la vera droga Il gioco all’inizio è bellissimo, la sensazione di potenza da alla testa ma dopo poco tempo l’effetto finisce e l’euforia lascia il posto alla più profonda depressione.

E quando si è depressi , si sa, ci ragiona male.
Alcuni cercano di scovare una soluzione nella decrescita felice, nel limitare al massimo le nostre pretese ed i nostri desideri, in modo da autoconvincerci che in fondo è meglio così, poveri ma felici.

Io personalmente invece penso che sarebbe molto meglio cercare di pensare ad una CRESCITA SANA, cioè ad un sistema che non permetta di dopare l’economia con “bombe” finanziarie sconsiderate che inducona all’indebitamento , che permetta e tuteli il risparmio dei cittadini. Una economia VERA in cui la domanda è realistica e l’offerta si adegua ad essa ,che produce quello che serve realmente e quindi si fondi quindi su basi solide e non su invenzioni del governo di turno che indirizza risorse pubbliche verso questo o quell’altro settore e poi tartassi il popolo per pagare i debiti generati.

Solo riappropriandoci dei reali valori delle cose le cose manterranno il loro valore nel tempo. .

A me sembra per concludere, che in fondo sarebbe molto meglio pensare ad una CRESCITA SOSTENIBILE , che una DECRESCITA CHE RITENGO CHIARAMENTE INFELICE.

 

Libero Uomo