VINO E SALUTE: CONSIDERAZIONI SULL’INSERIMENTO DI AVVERTENZE DI PERICOLO SULLE BOTTIGLIE DI BEVANDE ALCOLICHE
VINO E SALUTE: CONSIDERAZIONI SULL’INSERIMENTO DI AVVERTENZE DI PERICOLO SULLE BOTTIGLIE DI BEVANDE ALCOLICHE
Durante la mia attività di docente di nutrizione all’Università “Carlo Bo” ho insegnato per anni agli studenti che un bicchiere di vino a pasto fa bene alla salute.
Questa affermazione poggiava sulle linee guida della Dieta Mediterranea, sugli studi riguardanti i composti fenolici, che sono importanti molecole antiossidanti, di cui è particolarmente ricco il vino rosso e infine sul “Paradosso Francese“.
Quest’ultimo indica la scoperta fatta da Serge Renaud e collaboratori, pubblicata su Lancet nel 1992, che le popolazioni di una regione della Francia, famosa per i suoi vini, presentavano una minor incidenza di malattie cardiovascolari rispetto al resto della popolazione, perchè consumavano regolarmente moderate quantità di vino rosso. Per quanto riguarda l’agente contenuto nel vino, capace di dare il beneficio, si pensò all’effetto dei polifenoli e al fatto che l’alcool, in moderate dosi, favorisca un aumento del colesterolo-HDL, il così detto “colesterolo buono”.
Come molti dei miei colleghi con cui ho recentemente parlato, sono rimasto anche io sorpreso nell’ascoltare a gennaio 2023, alcuni scienziati, divulgatori televisivi, parlare di Tolleranza zero verso il vino e bevande alcoliche, perché l’alcool induce tumori. Anche un bicchiere di vino a pasto fa male e aumenta l’incidenza dei tumori. E’ vero che l’etanolo è stato da tempo inserito tra gli agenti cancerogeni dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ma forse il movente di queste dichiarazioni allarmistiche si collega al fatto che l’Irlanda, nel 2018, ha stilato il Public Health Act, in cui si mira a ridurre l’uso di alcool e l’onere che questo impone agli ospedali, mettendo avvertenze su tutti i contenitori di bevande alcoliche, incluso vino e birra, come si è fatto con i pacchetti di sigarette. Ricordiamo che l’Irlanda è stata la prima a imporre il divieto di fumo nei luoghi pubblici, norma che poi è stata giustamente estesa a tutti gli stati dell’Unione.
La commissione europea ha approvato la decisione di mettere una dicitura analoga sui contenitori di bevande alcoliche, con scritte che avvertano i consumatori che l’alcool provoca malattie del fegato, danneggia il nascituro ed è collegato all’insorgenza di tumori mortali. La commissione europea ha proposto di estendere la norma a tutti i paesi membri, che invece si sono opposti in maggioranza, presentando obiezioni. La principale obiezione è stata quella relativa al fatto che non si è inserita nessuna distinzione tra il bere smodatamente e il bere con moderazione.
Sui giornali nazionali sono comparsi vari interventi a difesa del settore vitivinicolo. Coldiretti ha fatto notare che confrontare l’alcool con le sigarette non è corretto e che da sempre nella nostra tradizione mediterranea si è ritenuto che un bicchiere a pasto giova alla salute. Anche Federvini Italia ha dichiarato che la norma è sproporzionata senza la distinzione tra uso moderato e abuso. Il Ministro degli Esteri Tajani ha criticato il piano della Commissione, che demolisce l’economia dei prodotti di qualità e il funzionamento del mercato unico delle bevande. Se si scrive dannoso alla salute sulla bottiglia di vino, bisognerebbe scriverlo anche su confezioni di patatine fritte, salumi, scatolette varie, che pure contengo molecole che sono potenzialmente cancerogene, ma sempre in dipendenza dalla dose.
Dal punto di vista scientifico si sono schierati apertamente contro la tolleranza zero, Giovanni De Gaetano, direttore del Mario Negri Sud e responsabile del Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell’IRCCS Neuromed di Isernia e il professore emerito di biochimica dell’Università di Padova, Fulvio Ursini. Dalle pagine del quotidiano nazionale “ Avvenire” del 24/01/2023, i due scienziati hanno dichiarato che, un bicchiere a pasto, ovvero 150 ml, porta dei benefici per la salute. Per dimostrarlo riferiscono una attenta analisi della letteratora scientifica internazionale, da parte dei ricercatori del Global Burden of Diseases (GBD) i cui risultati sono riportati su Lancet 2022. I ricercatori GBD concludono che bere abitualmente un po’ di vino, non solo non fa male, ma riduce il rischio di incorrere in 22 malattie croniche esaminate. Il meccanismo invocato per spiegare questo effetto si chiama “Ormesi Nutrizionale”, termine che si adopera per indicare l’effetto indotto da una sostanza che fa male a grandi dosi ma può fare bene a piccole dosi.
Uno degli storici esperimenti che ha dimostrato l’ormesi nutrizionale ha riguardato negli anni 80 e 90, il beta carotene, da tutti riconosciuto come benefico per le persone, nelle dosi in cui lo troviamo nella frutta e verdura gialla-arancione. Il beta carotene è risultato invece nocivo ad alte dosi, se assunto come integratore concentrato in pillole. Così è per il vino: a basse dosi dà protezione dalle malattie, mentre ad alte dosi aumenta il rischio di contrarle.
Per inciso ricordiamo che nessuno studio ha mai dimostrato effetti protettivi del fumo a basse dosi. Il fumo anche a piccole dosi provoca malattie gravi.
Tornando al vino, conferme sui benefici a basse dosi arrivano anche da uno studio israeliano che ha segnalato un miglioramento dei parametri cardiometabolici in chi beve una moderata quantità di vino a pasto. Anche lo studio “Moli-Sani” a cui ha partecipato l’IRCCS di Isernia e pubblicato sulla rivista Addiction, ha mostrato su 20 mila cittadini del Molise, seguiti per 6 anni, che dosi moderate di alcol migliorano i parametri cardiometabolici. In un altro studio comparso recentemente su New England Journal of Medicine, i ricercatori hanno misurato l’indice di mortalità in uomini e donne fumatori, e hanno trovato benefici evidenti in chi beve moderatamente a pasto rispetto a chi è astemio.
E’ chiaro che il problema stà tutto nella dose giornaliera. Nei testi di nutrizione si specifica che, per avere l’ effetto benefico, la dose giornaliera deve restare tra 100-400 ml vino al giorno, mentre 600 ml al giorno escono dall’ambito delle dosi di sicurezza. Dosi superiori a 600 ml di vino al giorno, corrispondenti a 40-50 grammi di etanolo sono senz’altro nocive. (Continua)
Paolo Ninfali