Pasqua a Fano di Germana Duca
A Fano si sta bene. Arrivarci in auto è facile. E si può anche partire, in treno, per qualsiasi destinazione. Ma poi va sempre a finire che si resta, pendolari dalla sponda alla piazza; dall’Arco di Augusto al Lido. Con la squilla del Vespro che, da San Giuseppe al Porto, dov’è il Cristo maiolicato, luce rappresa, si distende fino al largo.
Fano della Fortuna, città a forma di croce, cardo e decumano, cinta di mura, sotto terra vitruviana. Quanto Vitruvio nel Rinascimento nostrale? Il passato qui, come a Urbino, sembra sempre nuovo. E piace di più se il presente prova a dirigerlo verso il futuro, con un po’ di passione.
Nell’eco pasquale, della Parola che si tramanda, ecco due testi all’apparenza molto diversi, ma complementari nella sostanza: la trascrizione, liberamente adattata, di una sequenza popolare sulla Settimana Santa (forse di ascendenza medievale?), e l’odierna riscrittura del Salmo 144.
Si tratta del contributo all’opera Nuovi Salmi (prefazione di G. Barberi Squarotti, CNTN editrice, 2012), ideata dal poeta e scrittore P. Giacomo Ribaudo, parroco della Magione, uno dei quartieri più a rischio di Palermo. Egli, che si è adoperato a fianco di P. Pino Puglisi contro la mafia, in questa occasione ha coinvolto centocinquanta poeti (Franco Loi, Mariella Bettarini, Flora Restivo, Marco Scalabrino, Alessandro Ramberti, Gio Ferri, Anna Maria Tamburini, fra altri) affidando a ciascuno un Salmo biblico: da riscrivere, pensando al presente. Il volume, curato dall’ideatore e da Giovanni Dino (autori loro stessi del Salmo 150 e del Salmo 9) appare una conquista sia rispetto a una diffusa concezione ‘personale’ della poesia, sia riguardo alle scelte di un’epoca come la nostra, spesso indifferente alla bellezza e alla verità della Parola divina.
Memoria popolare della Settimana Santa
Carissimo Figlio, cosa sarai la Domenica delle Palme?
Sarò un povero cavaliere
E il Lunedì Santo, carissimo Figlio?
Sarò un povero imperfetto
Carissimo Figlio, il Martedì Santo cosa sarai?
Sarò un povero pellegrino
Cosa sarà di Te il Mercoledì Santo?
Sarò venduto per trenta monete false
Carissimo Figlio, dove sarai il Giovedì Santo?
Sarò nell’Orto con acqua, sangue, sudore
Carissimo Figlio, cosa sarà di Te il Venerdì Santo?
Sarò portato alla colonna, battuto e macellato come un agnellino innocente
E il Sabato Santo cosa sarà di Te, carissimo Figlio?
Sarò risorto da terra con gran fermento
Carissimo Figlio, cosa sarai il giorno di Pasqua?
Sarò Signore e Redentore di tutto il mondo
Dal Salmo 144
Benedetto il tuo sguardo, o Dio,
su tutte le tue creature che per te
esistendo intessono tappeti di lode.
Tu annodi e recidi l’eterno intreccio
dei fili con pietà e misericordia,
o con giusta severità, se la nostra
insipienza il tuo ordito manipola
e strama, lacera, slega, consuma.
Questa follia mai sazia, armata,
guasta, tu solo puoi misurare,
tu che da sempre misuri il tempo
e l’universo, concesso per amore
immenso all’umanità in usufrutto.
Lode al bene in ogni forma, lode
a chi teme la tua sferza e la sua ombra,
lunga nel cielo delle notizie.
Benedetto il capolavoro dell’aurora,
principio a colori di breve e paziente
scrittura. Pagina di redenzione, a strati,
che felice ogni età legge e si tramanda.
Inno alla vita e parole per concepirla,
vero compimento di tenerezza umana.
Benedetto il nostro sì alla tua volontà
altissima, santa. Tu ci nutri di speranza
con la legge della croce, seme di virtù
sempre uguale e differente, segreta
grazia nella traversata pericolosa.
Lode a te che hai creato la grandezza
delle acque e la loro trasparenza.
Lode all’abbondanza di sponde
che isole e continenti lega a sbarchi
di popoli controcorrente.
Dio, che offri ai figli e ai figli dei figli
i tuoi doni, che giusto muti la bellezza
secondo le stagioni, gloria al raccolto
di frumento e uva. Alla semina, gloria!
E abbondanza di beatitudini a chi ne ha cura.
Gloria a te, che soffi onnipotente
la cenere delle generazioni, ravvivando
nel cuore di ciascuno la brace,
scintilla pellegrina verso il tuo palco
di luce, unico sole di salvezza.
Carità liberata, preziosa più di ogni energia,
raggio e cerchio all’infinito, suono
di catene spezzate, Spirito della Terra Promessa.