Mattia Caruso allopera
Mattia Caruso all'opera

Nuova grande opera in allestimento per l’Ospedale di Fano. LA FONTANA DELLA FORTUNA DI MATTIA CARUSO

in Arte

NUOVA GRANDE OPERA IN ALLESTIMENTO PER L’OSPEDALE DI FANO. LA FONTANA DELLA FORTUNA DI MATTIA CARUSO

Mattia Caruso allopera

 

La collaborazione fra l’Ospedale di Fano e la Scuola di Grafica di Giro del Cassero di Urbino continua: gli animatori dell’invidiabile laboratorio d’incisione e di sogni grafici, i docenti Giovanni Turrìa e Gianluca Murasecchi, due artisti che rappresentano autorevolmente la scuola urbinate nel contesto nazionale, sono pienamente convinti della serietà della loro attività didattica. Ne parla Giovanni Turrìa: il lavoro degli studenti per l’Ospedale di Fano, che è ben accolto, si lega alle molte iniziative editoriali – plaquette d’arte con incisioni originali degli studenti -, alla animazione dell’Open Day dell’Accademia per presentare la propria attività di studio alla cittadinanza, alle conferenze per studenti e docenti – come quella del rapporto Urbino-Spoleto, due città dell’Unesco, luogo di grandi eventi culturali europei -, ma soprattutto la rete dei viaggi di studio dei debuttanti nella grafica al Bisonte di Firenze, al gruppo di lavoro con le Accademie B.A. della Calabria, agli scambi dell’Erasmus, alla partecipazione nelle grandi rassegne studentesche della grafica.

La Scuola di Giro del Cassero vive stagioni di grande fervore e partecipazione: gli studenti sono entusiasti e i docenti crescono di numero. In questo contesto un giovane, vivace ed appassionato, come Mattia Caruso, lavora con intelligenza e impegno intorno all’idea dell’acqua che si sviluppa a partire dalla statua della Fortuna, acqua amata e difesa dalla città, da uomini forti. Le mani raccolgono l’acqua e trasmettono il senso della donazione, la catturano come in un rito di purificazione per la cura del corpo e dello spirito.

La rappresentazione dell’elaborato su legno sta crescendo, si definisce sempre più, attraversa stati che si collegano al lavoro xilografico di Riccardo Bucella, che ha portato le sue opere in febbraio al reparto di Dialisi e lì vengono ammirate quotidianamente. Bucella evoca l’acqua, che è un bene fondamentale dell’uomo, l’attraversa come desiderio: l’acqua porta la pace. Caruso, invece, racconta la sua presenza nella fontana, nel suo esistere, come un sogno diurno, una necessità di purificazione e di nutrimento. Si tratta di una lettura aperta, di un grumo di ricerca xilografica, lettura già espressa nel dibattito che ha preceduto l’inaugurazione di questa speciale quadreria che crescerà: alla fine di giugno, a settembre, poi a novembre. (G. M.)