Monastero di Fonte Avellana
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FONTE AVELLANA, 5 – 7 LUGLIO 2013 ANNUNCIARE IL VANGELO, VIVERE LA COMUNIONE

in Costume

FONTE AVELLANA, 5 – 7 LUGLIO 2013 ANNUNCIARE IL VANGELO, VIVERE LA COMUNIONE

 

Monastero di Fonte Avellana 

Il tema” Annunciare il Vangelo, vivere la comunione ” è in parallelo con il progetto che il MEIC ha messo in cantiere, a livello nazionale, per il biennio 2013 – 2014″ Cinquant’anni fa il Concilio. E dopo?” e con il lavoro che la Chiesa delle Marche sta svolgendo in vista del suo convegno del prossimo novembre:” Alzati e va’… Vivere e trasmettere oggi la fede nelle Marche”.

Questi due impegni hanno uno svolgimento, in parallelo, molto ravvicinato: l’11° Congresso Nazionale del MEIC (Roma, 15 – 17 Novembre 2013) su “Memoria e profezia: la bussola del Concilio” e, una settimana dopo, sii svolgerà il Convegno ecclesiale marchigiano (Ancona – Loreto, 22 – 24 novembre 2013).

La proposta del MEIC e il cammino della Chiesa marchigiana convergono su molti punti tematici, il che ci dà l’opportunità, attraverso nostro appuntamento annuale di Fonte Avellana, di prendere parte, consapevolmente, ai due eventi.

Alcuni spunti di riflessione
Il Concilio ci ha ridato il dono dell’appropriazione della Parola, ci impegna, come cristiani e come Chiesa, a misurarci sull’Evangelo, senza mediazioni attenuatrici, affidandoci, così,la grande responsabilità dell’annuncio profetico del “Regno”.
il Concilio rende la Parola una parola sentita, che ci coinvolge totalmente, una parola corporea, una parola che dice e che dà, che agisce ed opera. una parola umana che rivela Dio, “amante della vita” (Sap 11,26); il Concilio restituisce la centralità di una Chiesa eucaristica (Dossetti), che è memoria dell’evento della Resurrezione (culmine dell’azione della salvezza) da cui nasce l’assemblea ecclesiale radunata intorno alla memoria di quell’evento, che è la sorgente del suo essere “communio” e la fonte viva ” per una chiesa fraterna, dialogica, comunicativa, “speranza di sempre nuove Pentecoste “(Kasper).

Il ricordo dei cinquant’anni dall’inizio del Concilio non può ridursi ad evento da celebrare, ma deve essere colto come momento “giusto o opportuno”, “tempo di Dio”” ” Kairos” per le conversioni oggi necessarie, in senso conciliare: una Chiesa capace di misurarsi sulla sapienza della croce come misura del proprio servizio; una Chiesa centrata sul primato dell’‟evangelizzazione”, che riesce a corresponsabilizzare tutti i battezzati nel suo servizio pastorale; una Chiesa capace di dialogare, di dare “senso autentico” alla sequela. Ciò proclama il Concilio, definendo l’essenza della Chiesa” come popolo di Dio, come corpo di Cristo, come sacramento dello Spirito.” La sua missione fondamentale di’annunciare il Vangelo di Cristo, morto e risorto per la salvezza dell’umanità.

Don Cataldo Zuccaro ci offre una chiave per la comprensione della sequela di Cristo, richiamando due principi fondamentali della teologia cristiana: quello della dimensione trinitaria e quello dell’incarnazione. “Il primo illumina la dinamica della relazione tra gli uomini sul fondamento e alla luce del principio trinitario: la vita di Dio è vissuta come relazione e rapporto permanente tra Padre, Figlio e Spirito santo. Le tre persone divine sono ognuna in atteggiamento di apertura e di dono tra di loro. Il principio teologico trinitario va coniugato insieme al principio dell’incarnazione, perché solo attraverso la “carne” di Cristo l’uomo può trovare la via di accesso alla Trinità. Questi due principi illuminano l’agire morale del discepolo: la persona è strutturata dalla relazionalità, che concretamente può esprimersi nella reciprocità di un incontro che passa attraverso l’umanità concreta. Non un incontro fittizio, per delega, ma un incontro che “incroci” la carne dell’altro, cioè il suo vissuto concreto, che mette, cioè, a contatto lo sguardo, la pelle, il volto, la mano dell’altro (Cataldo Zuccaro) “. Da ciò discendono i cardini per un impegno per un’etica della corresponsabilità e della condivisione,

Per tale impegno quale migliore esplicitazione programmatica della sequela delle “beatitudini”? Esse rappresentano il programma di vita che identifica l’esistenza del discepolo a quella del maestro: la povertà e la purezza di cuore, l’umiltà, la causa del Regno…..nonostante e attraverso le tribolazioni, le incomprensioni, le sofferenze. La Parola di Dio è quanto mai esigente e lascia ben poco alle mezze misure: i cristiani che con il battesimo di Cristo portano, nella loro persona, la radicalità del vangelo e la grande responsabilità di testimoniarla.

In questa ottica il Progetto del MEIC “Costruire una Chiesa profetica” mette a fuoco, per la sue meditazioni – riflessioni, i seguenti temi:.
a) dell’annuncio evangelico nell’attuale contesto spirituale, etico e culturale;
b) del servizio (ministero) della Chiesa nell’ Italia di oggi e di domani per essere una Chiesa di comunione e una Chiesa sinodale.
“Il Movimento vuole alimentare una riflessione sul futuro della Chiesa, richiedendo non solo un’ analisi del presente, ma soprattutto uno sforzo creativo, la ricerca di nuove prospettive, il coraggio di individuare cammini originali”.

Anche con il Convegno ecclesiale marchigiano i Vescovi ci esortano ad affrontare le sfide dei tempi e a testimoniare, nel territorio e nella quotidianità, il Vangelo:. “Le Chiese delle Marche si pongono la stessa domanda a cui il Vaticano II intendeva rispondere: “Chiesa, che dici di te stessa?” A tale domanda le comunità cristiane intendono rispondere misurandosi con il tempo presente, servendo Dio e l’uomo e costruendo ponti con tutte le dinamiche della vita, personali e sociali, senza dimenticare che il compito primario dell’evangelizzazione e dell’educazione può richiedere anche il coraggio di potare tutto ciò che è di peso e coniugare sempre più l’essere credenti con l’essere credibili.”

Le considerazioni svolte necessitano di un aggiornamento fondamentale, a seguito dei due eventi ecclesiali di portata epocale:la rinuncia di Benedetto XVI e l’elezione di Francesco. Per questi due eventi, i cui risvolti hanno significati di vero cambiamento nel cammino della Chiesa, trovo interessanti le considerazioni di Luigi Alici postate nel suo blog: ” L’elezione del nuovo papa ha il sapore di una svolta, una svolta che nasce dal gesto del suo predecessore e che per i suoi esiti sorprendenti ci ha toccato nel profondo, fino alla commozione. Per la provenienza e la storia biografica del cardinale Bergoglio, per la scelta del nome (e quale nome!), per i primi gesti inequivocabili: pregare insieme al popolo, inchinarsi di fronte ad esso, sospendere la festa della piazza nel silenzio senza tempo di una preghiera collettiva. Più ancora, richiamarsi ripetutamente e in modo non casuale, al primato del vescovo di Roma accredita nuove forme di collegialità ecclesiale e fa scendere un secondo gradino da quel piedistallo di sacralità impropria del pontefice, dopo il primo passo compiuto da papa Benedetto con la sua rinuncia.
Avvertiamo tutti il senso di una crisi che investe contemporaneamente la chiesa e la società, e ieri abbiamo avuto – fortissimo – il senso che si sia imboccata con coraggio la strada giusta, segnata unicamente dalla profezia del vangelo.

A questo punto è più che legittimo attendersi fatti di vangelo dal nuovo papa: gesti di povertà, parole di misericordia, appelli alla fratellanza, spirito di comunione, impulso ecumenico e dialogo interreligioso, esercizio di collegialità. Il lessico dei fondamentali della fede ne uscirà certamente semplificato e radicalizzato; l’impuro potrà essere sempre meno il parassita intollerabile del puro, con tutto il corredo di “ismi” che tengono lontani i giovani dalla chiesa: il carrierismo, il perbenismo, il formalismo, il ritualismo……Un percorso non facile, non breve, non indolore: per questo la comunità ecclesiale dovrà essere unita, gli spazi e le forme di collegialità dovranno essere valorizzati e praticati, la comunione dovrà essere esemplare per tutti. Un percorso finalizzato a quel recupero di profonda e diffusa ecclesialità, che è condizione irrinunciabile per guardare in futuro a un nuovo concilio…Il passaggio di pontificato da Benedetto e Francesco interpella la fede della chiesa. La nostra fede. La mia fede. Quella fede personale per la quale la miseria della chiesa non potrà mai essere un alibi”

 

Piste operative

Nel documento “Piste operative”, a conclusioni abbiamo ipotizzato alcune proposte sul “che fare”, come MEIC, associazioni ecclesiali, come cristiani. Nelle giornate di spiritualità di Fonte Avellano abbiamo lasciato “ampio spazio” alle riflessioni su questa domanda. Riportiamo, in sintesi, la parte conclusiva di quel documento, più collegata al convegno marchigiano, ma non solo…

La realtà dell’associazionismo cristiano è molto variegata e sparsa nel territorio perché presente in tanti ambienti: accanto alla parrocchia o nei luoghi di lavoro, nelle istituzioni scolastiche e universitarie e nel volontariato sociale, nella forma della cittadinanza attiva con un forte spessore sociale, di solidarietà, di bene comune.. Questa vasta presenza associativa va coordinata e collegata con un luogo di formazione e di partecipazione come il seminario regionale, un sito di speranza visibile: chi opera nella periferia ha bisogno di avere un interlocutore intelligente e disponibile. Questo centro operativo avrebbe il compito di dare fiducia, di organizzare competenze, di liberare le energie che si presentano nel territorio senza mettere in campo forme di ideologie localistiche, di progetti di carrierismo, di campagne di proselitismo.

Un volto nuovo, adulto, cristiano…Il Convegno potrebbe così far decollare un impegno che attraversi l’arcipelago dell’associazionismo cattolico: farsi segno di speranza, assumendo la titolarità o condividendo alcune iniziative/ diffusive di culture e progetti per una cultura civile che ha al centro l’ uomo, la sua dignità e le sue relazioni nella polis, per una economia civile, che ha al centro il bene comune e la condivione (forme di economie di comunione), per un welfare comunitario, autogestito dalle famiglie, per la lotta allo spreco e alle povertà, per diffondere una cultura della cittadinanza attiva, per sostenere le iniziative della Caritas, delle Acli, della Cooperazione, di Libera, di Pax Christi….Forse, non bisogna inventarsi nulla…queste iniziative esistono in Italia, forse sono presenti nelle Marche,..bisogna censirle, conoscerle, adottarle, inserirsi nelle reti esistenti. Quello che occorre è riuscirle a farle insieme, rendendo disponibili i carismi (sì, i carismi delle beatitudini) e i talenti (creatività, professionalità, esperienza, imprenditorialità). Vi sembra poco, sarebbe un vero miracolo, uno dei segni permanenti del Convegno, un cammino dei movimenti per obiettivi comuni.

Un altro raccordo importante e intelligente – intelligenza come carità – va posto nel campo del web, come conoscenza reciproca, come raccordo, come dialogo per un servizio alle persone ed alla complessità dell’informatica. Assistiamo ad uno sviluppo incredibile dei blog, centri di dialogo e centri informativi, espressioni giovanili, luoghi di trasmissione di esperienze e di amenità, che però diventano agenzie formative reali, dell’oggi, della quotidianità. Dopo esperienze nel cartaceo dei settimanali diocesani, quotidiani, radio e tv, oggi occorre considerare per la sua positività e nella sua esplosività la realtà della rete: una rete di dialogo come c’è per le radio diocesane e per le tv. Sono presenti nel territorio, intervengono rapidamente, hanno ormai facilità di accesso.

L’altra proposta, infine, è fa partire il “Laboratorio Valerio Volpini, per la persona, la comunità e la democrazia”, una iniziativa lanciata dal Meic delle Marche, ” come ” laboratorio di idee e di dialogo con la società, una officina di incontri e di un umanesimo, espressione della civiltà dell’amicizia”. L’obiettivo è realizzare una rete di intellettuali – universitari, scrittori, tecnici, professionisti, animatori pastorali – disponibili a collaborare, nel dialogo civile, culturale, religioso, entrando nel vivo di questioni urgenti, con proposte di “sapienza culturale” e di “nuova umanità”, interagendo con analoghe iniziative di associazioni e di gruppi di impegno cristiano e civile che popolano la rete.

 

Il metodo e lo svolgimento dei lavori

Seguiremo il “metodo” che abbiamo adottato nelle precedenti edizioni. Gli incontri saranno alimentati dalla preghiera (lectio che celebreremo con i monaci. Faremo un esercizio di preghiera con il linguaggio della Bibbia,che è il linguaggio di Dio in Gesù Cristo “Se vogliamo pregare nella certezza e nella gioia, dobbiamo porre la parola della Scrittura come solida base della nostra preghiera. Da qui sappiamo che Gesù Cristo, Parola di Dio, ci insegna a pregare. Le parole che vengono da Dio saranno i gradini della scala per giungere a Dio (Dietrich Bonhoeffer)”
Il sabato mattino verranno svolte le riflessioni bibliche: don Andrea Andreozzi, (docente di Sacra Scrittura – Lingue Bibliche ) e teologiche (don Enrico Brancozzi, docente di Teologia Dogmatica e don Cataldo Zuccaro, docente di teologia morale ) , centrate sui temi della Sequela e comunità nei Vangeli, della Chiesa, popolo di Dio, di comunione e in dialogo, dell’ Etica della corresponsabilità e della condivisione. (nel sito sono stati raccolti alcuni contributi di approfondimento).

Le riflessioni del mattino saranno riprese nelle due sessioni di lavoro del pomeriggio. Nella prima sessione (Corresponsabilità nella profezia e nella comunione), interverranno, come discussant, Massimiliano Colombo (docente di sociologia); Carla Canullo (docente di Filosofia); Paola Vacchina (Presidenza nazionale delle Acli.) Moderatore: Gastone Mosci.

Nella seconda sessione(Corresponsabilità nella missione della chiesa locale) interverranno i responsabili regionali dei movimenti ecclesiali Francesco Baldoni(ACLI), Mimmo Valenza (MEIC), Antonella Monteverde (Azione Cattolica), Michele Cencio (FUCI). Moderatore: Giancarlo Galeazzi.

Le due sessioni sono lo spazio comunitario (figurativamente ci disponiamo “in circolo”) dove mettiamo a confronto le riflessioni, generate dalle meditazioni del mattino, e le esperienze, maturate nella quotidianità e nella vita sociale. E’ il momento della condivisione, del dialogo, dell’inizio di una progettualità comune.

Domenica, le conclusioni delle Giornate, sono affidate a Giuseppe Elia, vice presidente del MEIC e coordinatore del Progetto Concilio e a don Francesco Pierpaoli, segretario generale del Convegno Ecclesiale Marchigiano. La sessione conclusiva è presieduta dall’ Arcivescovo Francesco Maria Brugnaro di Camerino – S. Severino Marche, delegato della Commissione episcopale marchigiana per il laicato, che presiederà la celebrazione eucaristica

Due eventi serali (dopo cena)
Venerdì, conversazione di Gastone Mosci con lo scrittore Daniele Garota in margine al suo libro “Tra conoscenza e grido. Le dinamiche della fede”
Sabato, Gastone Mosci a colloquio con Mario Narducci, direttore della rivista Novanta9, scrittore, poeta
Una raccomandazione: inviateci la prenotazione entro il 29 giugno. Le disponibilità delle camere sono limitate. Camere singole una decina;le camere doppie non più di trenta. Fate presto. Potete inviare una mail (giva@giva39.it, pagetta1@interfree.it) o cellulare (335371716 – 3473507949)

Il programma: 

5 luglio venerdì
18.30 Accoglienza del Priore del Monastero dom Gianni Giacomelli
21.00 “Tra fede e conoscenza” . Conversazione di Gastone Mosci con lo scrittore Daniele Garota in margine al suo libro “Tra conoscenza e grido. Le dinamiche della fede” (Paoline 2013).

 

6 luglio sabato
07.30 Le Lodi e lectio con i monaci
09,30 I FONDAMENTI
Sequela e comunità nei Vangeli
don Andrea Andreozzi (biblista);
Chiesa, popolo di Dio, di comunione e in dialogo
don Enrico Brancozzi (teologo);
Etica della corresponsabilità e della condivisione
don Cataldo Zuccaro

15.00 CORRESPONSABILITÀ NELLA PROFEZIA E NELLA COMUNIONE
discussant:Prof Massimiliano Colombo;Prof.ssa Carla Canullo; Prof.ssa Paola Vacchina. Moderatore:. Prof. Gastone Mosci .
17.00 CORRESPONSABILITÀ NELLA MISSIONE DELLA CHIESA LOCALE
discussant: Dott. Francesco Baldoni; Dott. Mimmo Valenza; Antonella Monteverde, Carlo Cemcio. Moderatore: Prof. Giancarlo Galeazzi,

19,00 Primi Vespri con i monaci
21.00 Gastone Mosci a colloquio con Mario Narducci

 

7 luglio domenica
7,30 Le Lodi con i monaci
9,15 Conclusioni di:
Ing. Beppe Elia, vice presidente del MEIC e coordinatore del Progetto Concilio
don Francesco Pierpaoli, Segretario generale del Convegno Ecclesiale Marchigiano
S.E. Francesco Giovanni Brugnaro, Arcivescovo Camerino – S. Severino Marche
ore 12,00 Celebrazione dell’Eucarestia, presieduta da S.E. Francesco Giovanni Brugnaro, Arcivescovo Camerino – S. Severino Marche

* Le lectio sono presiedute da don Gianni Giacomelli

 

Lettera di Daniele Garota

Caro Gastone,
ancora grazie per la serata di ieri a Fonte Avellana: un paio d’ore in cui siamo riusciti a riflettere su questioni importanti riguardanti la fede e la Chiesa oggi. Il pubblico era partecipe, ci ha riempito di domande, di rimandi ulteriori, tanto che se non fosse stata ormai tarda ora saremmo volentieri stati lì ancora un po’ ad aprire ulteriori orizzonti di pensiero.
Cos’è del resto la fede senza un pensiero che la faccia propria creando in noi le ragioni del credere? Non siamo noi credenti chiamati a rendere ragione della nostra fede e come farlo se non incontrandosi con le idee della comunità credente? Concordo col priore di Fonte Avellana: la fede richiede la partecipazione personale che soltanto dopo si fa condivisa se messa in comunione con quella, altrettanto personale, dei fratelli e delle sorelle che sono parte della Chiesa.
Richiamo qui soltanto un paio di interventi dal pubblico in qualche modo positivamente provocatori.
Quello di Mario Narducci, quando schiettamente s’è rifatto al monito di papa Francesco sul rischio che hanno oggi i credenti di ritrovarsi solo per chiacchierare dimenticando Cristo povero e crocifisso, dimenticando i poveri che ci stanno accanto.
E quello di chi chiedeva come fosse possibile restare in comunione con idee e interpretazioni diverse riguardo alla fede. La mia risposta, conclusiva dopo un tempo che davvero non era stato di chiacchiera, s’avvaleva di quel che mi disse una ventina d’anni fa il mio maestro Sergio Quinzio: “Tra il nucleo dogmatico e il confine dell’ortodossia esiste molto spazio in cui possiamo esercitare il libero pensiero per interpretare e fare nostra la verità della fede”. Aggiungendo la parola di un altro mio maestro: Paolo De Benedetti, il quale è solito dire che il pensare libero dona molta gioia.

Alla prossima e un abbraccio,

Urbino, 6 luglio 2013

Daniele

 

Pesaro. Giornate di spiritualità a Fonte Avellana

È arrivata alla quinta edizione l’annuale tre giorni di spiritualità, organizzata dal Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale delle Marche e dal lavoro del suo delegato regionale, Mimmo Valenza, che, nel primo fine settimana di luglio, approfitta dell’ospitalità dei monaci camaldolesi per riflettere su temi sia più prettamente ecclesiali, sia legati a quel mondo che, come specifico della vita laicale, abitiamo e viviamo, e che oggi assume veramente le dimensioni del pianeta.

Quest’anno, due eventi hanno orientato gli approfondimenti proposti: il cinquantenario delConcilio ecumenico Vaticano II, che il MEIC nazionale intende onorare con il suo “Progetto Concilio”, e il Convegno ecclesiale marchigiano, che si svolgerà tra il 22 e il 24 novembre di quest’anno tra Ancona e Loreto.

In particolare, si è cercato di vedere quanto e come alcune indicazioni del Concilio, e più precisamente della Lumen Gentium, sono riuscite a rendere la Chiesa più vicina a quell’idea di Popolo di Dio, che la stessa costituzione dogmatica privilegia tra le tante Sue possibili immagini. Questo percorso è stato guidato da biblisti e teologi, come don Andrea Andreozzi, don Enrico Brancozzi, don Cataldo Zuccaro, così come da sociologi, filosofi, rappresentanti di associazioni come le ACLI o l’Azione Cattolica: Massimiliano Colombi, Carla Canullo, Paola Vacchina, Antonella Monteverde, che hanno ragionato sulle categorie di Corresponsabilità, di Missione, di Popolo di Dio, di Profezia, di Condivisione, aiutati anche dalle lectio del priore di Fonte Avellana, dom Gianni Giacomelli.

E per meglio rimarcare i due eventi ispiratori della tre giorni, Beppe Elia, vice presidente nazionale del MEIC, ha illustrato il “Progetto Concilio”, di cui è coordinatore, mentre don Francesco Pierpaoli, segretario generale del Convegno ecclesiale marchigiano, ha presentato il convegno, il senso che vuole avere per le chiese delle Marche e l’importanza del parteciparvi sia nella fase preparatoria, con idee, contributi, spunti, che nel dopo convegno, nel tradurre in vita delle comunità locali quanto di buono il Signore saprà suscitare da tutto questo lavoro.

E, come al solito, non è mancato il contributo di poesia, letteratura e musica, organizzato con passione da Gastone Mosci, che quest’anno ha coinvolto gli scrittori Daniele Garota e Mario Narducci e ha beneficiato della presenza, nella serata di sabato, del Coro della Cappella di Stato della Repubblica Bielorussa, protagonista di uno dei concerti che si tengono nella chiesa del monastero in questa estate 2013.

Per chi volesse avere qualche dettaglio in più può tenere d’occhio il sito del MEIC regionale (www.meicmarche.it), su cui è già presente del materiale e altro verrà pubblicato quando pronto. È anche possibile iscriversi alla newsletter, o visitare il sito nazionale,www.meic.net, su cui potrete anche trovare informazioni sulle attività e sui prossimi appuntamenti, come la Settimana Teologica, dal 25 al 29 agosto a Camaldoli.

Michele Montani – Presidente Gruppo MEIC di Pesaro