Onde Gravitazionali
Cern Galleria

Il frangente dell’onda di Giovanni Volpini

in Cultura/Il Fanese curioso di Giovanni Volpini

IL FANESE CURIOSO di Giovanni Volpini

Il frangente dell’onda

Onde Gravitazionali

Questa volta sono state viste per davvero, ed esattamente a cent’anni dalla pubblicazione della rivoluzionaria teoria della gravitazione (o Relatività Generale) di Albert Einstein.

Una osservazione sperimentale “a cinque sigma”, che tradotto dal gergo dei fisici significa “certa”, o più esattamente, con meno di una probabilità su un milione di essere la bizzarra conseguenza di una quantomai improbabile coincidenza.

Mi sto naturalmente riferendo alla osservazione delle onde gravitazionali annunciata pochi giorni fa. E ho scritto “per davvero” perché ho già raccontato delle onde gravitazionali in “Nelle pieghe dello Spazio Tempo” oltre un anno fa, in occasione dell’annuncio di una loro presunta osservazione. Un risultato che aveva subito suscitato diverse perplessità e che poi è stato smentito da ulteriori approfondimenti. Ma tutto quanto avevo detto circa le onde gravitazionali era ben solido, e se allora concludevo scrivendo “non resta che attendere (la loro scoperta)”, l’attesa non è stata poi così lunga.

Le onde gravitazionali sono una conseguenza delle teoria della Relatività Generale, un vero monumento al genio di Albert Einstein. Una teoria incredibile, giustamente ed esclusivamente legata al suo nome: qualcuno ha scritto che senza le sue intuizioni avrebbe potuto attendere altri cent’anni prima di essere scoperta. Una teoria che ha già al suo attivo numerose conferme sperimentali, ragione per la quale nessuno dubitava veramente della esistenza delle onde gravitazionali.

Ma questo non toglie nulla al valore di questa scoperta, un risultato eccezionale per la difficoltà estrema della misura: si pensi che l’increspatura dello spazio tempo osservata corrisponde alla misura di uno spostamento degli specchi che compongono l’apparato sperimentale pari a un millesimo delle dimensioni di un protone, che a sua volta è un centomillesimo delle dimensioni di un atomo; sono valori talmente minuscoli che si fatica a rapportarli a grandezze quotidiane e che non cessano di stupire.

Anche l’Italia ha un ruolo fondamentale e non a caso l’annuncio è stato dato in contemporanea a Washington e a Càscina, vicino a Pisa, dove si trova l’osservatorio di onde gravitazionali Virgo. Anche se non hanno osservato direttamente il fenomeno (Virgo è in fase di aggiornamento), gli scienziati italiani hanno contribuito all’analisi dei dati sperimentali.

Un effetto talmente evanescente e fantasmatico che per confermarne l’osservazione è necessario che venga misurato contemporaneamente da due laboratori distanti migliaia di chilometri, per escludere una qualunque altra origine.

Al tempo stesso occorre essere sempre vigili per non perdere segnali autentici in mezzo a tutti i rumori che confondono e disturbano la misura. Per verificare questo si utilizza un trucco che rasenta la crudeltà mentale: vengono introdotti dei finti segnali senza che la maggior parte dei ricercatori coinvolti nella ricerca ne sia a conoscenza. Solo all’ultimo momento, quando si è oramai prossimi alla pubblicazione, viene comunicato che si tratta solo di una prova generale… posso solo immaginare la tensione, il disappunto e forse lo scoraggiamento che questo provoca in tutte le persone coinvolte direttamente nello studio. Le chiacchiere relative a questa scoperta circolavano infatti da un po’, ma nessuno poteva sapere se si trattava di un falso intenzionale… e fortunatamente ora sappiamo che non lo era affatto!

Giovanni Volpini

13 febbraio 2016