Carlo Bo - Premio Frontino Montefeltro 2016

Il nuovo Premio Frontino Montefeltro 2016

in Cultura

Il nuovo Premio Frontino Montefeltro 2016

 

Il Premio letterario fondato da Carlo Bo e dal Sindaco Antonio Mariani, ora guidato dal rettore Vilberto Stocchi, si svolge, dopo l’edizione 2015, su tre fronti appassionanti e impegnativi: l’ambito dei personaggi a livello sportivo leader, il settore umanistico con l’Arte di vivere e la Cultura marchigiana, il campo della scuola e della solidarietà sociale e della rinascita del Montefeltro (si consolidano le partecipazioni del Gruppo Atena e della Repubblica di San Marino). Per conoscere lo spirito del Premio Frontino si segnala la lettura di un volumetto sulla civiltà del Montefeltro, Antonio Mariani Il Sindaco (Quaderni del Consiglio Regionale delle Marche, 173, Aprile 2015). La prima informazione dell’Edizione 2016 è rivolta alla Cultura marchigiana per un libro critico, storico, su aspetti e problemi e personaggi della cultura e della civiltà delle Marche e dei marchigiani.

 

 

Premio Frontino Montefeltro 2016

Premio Nazionale di Cultura “Frontino Montefeltro” XXXV Ed. 2016

 

Giuria del Premio
Vilberto Stocchi (presidente) Magniifico Rettore Università di Urbino Carlo Bo
Andrea Spagna, Sindaco di Frontino
Peter Aufreiter, Direttore Galleria Nazionale delle Marche
Tommaso di Carpegna Falconieri, storico e scrittore
Giorgio Calcagnini, Pro Rettore Vicario
Gastone Mosci, Segretario del Premio Frontino Montefeltro

 

 

Giuria Promozionale del Premio
Gian Italo Bischi, Università di Urbino Carlo Bo
Fabio Ciceroni, Critico letterario e scrittore
Gastone Mosci, Segretario del Premio Frontino Montefeltro
Giorgio Nonni, Italianista, Università di Urbino Carlo Bo
Sergio Pretelli, Storico

 

 

Sezioni aderenti
Sperimentazione scolastica ” Premio Antonio Mariani” (Claudio Gualandri)
“Umane diversità” Gruppo Atena (Ferruccio Giovanetti)
“L’incanto del Montefeltro” Repubblica di San Marino (Giuseppe M. Morganti)
“Stili, figure e pratiche della cultura”, Sezione Rotary Urbino (Roberto Imperato)

 

 

 

Giuseppe Lupo, L’albero di stanze, Marsilio 2015

 

Profilo biografico

Giuseppe Lupo è nato in Lucania (Atella, 1963) e vive in Lombardia, dove insegna letteratura italiana contemporanea presso l’Università Cattolica di Milano e Brescia. Per Marsilio ha pubblicato L’americano di Celenne (2000; Premio Giuseppe Berto, Premio Mondello, Prix du premier roman), Ballo ad Agropinto (2004), La carovana Zanardelli (2008; Premio Grinzane Cavour-Fondazione Carical, Premio Carlo Levi), L’ultima sposa di Palmira (2011; Premio Campiello-Selezione giuria dei letterati, Premio Vittorini), Viaggiatori di nuvole (2013; Premio Giuseppe Dessì) e Atlante immaginario (2014). È autore di numerosi saggi, è consulente editoriale e collabora alle pagine culturali del «Sole-24Ore» e di «Avvenire».

 

 

Sintesi e contesto dell’opera

Babele Bensalem ha quarant’anni, vive a Parigi con moglie e due figlie, è sordo ed esercita con successo la professione di medico. Gli ultimi quattro giorni del 1999 torna nella casa dov’è nato, che è disabitata e sta per essere venduta. Mentre i falegnami smontano i mobili per portarli via, Babele sente voci inaudite, suoni inusuali: sono i muri che gli narrano la storia della sua famiglia lungo i cento anni in cui è stato innalzato e abitato, stanza dopo stanza, l’edificio che ha la forma di una torre. Quattro epoche si susseguono nel racconto: la generazione di bisnonno Redentore, cavatore di pietre e mugnaio, esploratore di deserti e astronomo; la generazione di nonno Salutare, abile narratore di favole, che da mugnaio è costretto a farsi droghiere; la generazione di Forestino suo padre, che un fulmine ha reso poliglotta; la generazione di Babele, il primo a intraprendere un destino di scienziato. Mentre si avvicina la notte del millennio e le voci di un secolo si accavallano e si confondono, Babele conosce le vicende dei suoi parenti, che hanno praticato mestieri artigiani, suonato flauti o cetre, sognato geografie remote, rincorso profezie di comete. Davanti ai suoi occhi scorrono figure di donne matriarcali e silenziose, afflitte da ancestrali paure e protese nell’eterno desiderio di maternità. E tutto concorre a raggiungere la cima della torre, il luogo più misterioso, in cui sarà svelato ogni perché dell’esistenza sua e di chi lo ha preceduto, a partire dall’identità di Crocifossi, il guardiano centenario che vive al servizio della casa.

 

 

Linee di ricerca narrativa

Giuseppe Lupo da anni va elaborando un tipo di narrativa fantasiosa nell’impianto, ricca di suggestioni bibliche, onirica pur se dotata di vivida concretezza. L’albero di stanze è saga familiare, bildungsroman, apologo sapienziale, immaginaria epopea in cui il tempo si annulla e si dilata, trapela il senso del vivere e del morire, il passato si ricapitola nei miraggi futuri. Affidandosi a uno stile favolistico e trasognato, Giuseppe Lupo si conferma – come ha scritto Sebastiano Vassalli sul «Corriere della Sera» del 28 aprile 2014 – «tra le rare voci interessanti emerse in questi anni».

 

Giuseppe Lupo

 

 

Premio per l’innovazione scolastica Antonio Mariani

 

Premio Nazionale di Cultura Frontino-Montefeltro, XXXV Edizione 2016 Sezione Antonio Mariani per la sperimentazione scolastica all’Istituto Comprensivo Dante Alighieri di Pesaro per il Concorso di enigmistica “Un Rebus per… AMICO”, 5° Ed. 2016, che il settimanale di informazione “Il Nuovo Amico” di Pesaro ha organizzato e aperto per le scuole della provincia su “C’era una volta un Re…bus” e nell’ambito di favole e fiabe, Concorso vinto dalla classe I F della scuola media dell’Istituto Comprensivo Dante Alighieri di Pesaro.

Con la collaborazione di Leone Pantaleoni, Leone da Cagli de “La Settimana Enigmistica”, e da una idea di Carmine Russo, il settimanale d’informazione “Il Nuovo Amico” ha organizzato il quinto Concorso di enigmistica per le scuole di Pesaro e provincia, “C’era una volta un Re…bus e Pinocchio premia i vincitori”. Si tratta di una iniziativa unica nel contesto dell’attività didattica della scuola media, che rientra nel progetto della sperimentazione scolastica, sostenuto dal Premio Nazionale di Cultura Frontino-Montefeltro a ricordo del Sindaco storico Antonio Mariani. L’enigmistica entra nella scuola nella formulazione del Rebus, un gioco dell’intelligenza e della conoscenza.

 

 

REBUS E DIDATTICA

Il rebus si addice alla didattica perché, proprio come accade negli scacchi, stimola la inesauribile immaginazione ma, perché volatile, la obbliga a confrontasi con il concreto raziocinio. Inoltre, la capacità di saper risolvere un rebus è coinvolgente e motiva ad affrontarne degli altri a difficoltà crescente, dando così origine a quel circolo virtuoso che è proprio del perfezionarsi. A tali considerazioni mi ha spinto la mia esperienza di insegnante sia di enigmistica che di scacchi.

Leone Pantaleoni

 

 

 

Filippo Magnini

 

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Il Premio Nazionale di Cultura Frontino-Montefeltro accoglie a Montefiorentino domenica 2 ottobre, un personaggio straordinario dello sport, Filippo Magnini, simbolo di intelligente fedeltà nell’interpretare e promuovere le doti agonistiche del nuoto. Il rettore Vilberto Stocchi e il sindaco Andrea Spagna consegneranno al felice atleta del nuoto mondiale, vincitore del Premio al Personaggio, l’opera in maiolica sulla sua vita sportiva del ceramica Raimondo Rossi.

 

 

Filippo Magnini - ceramica di Raimondo Rossi

 

A Filippo Magnini per la sua attività di campione di nuoto e per la sua umanità, il Rettore Vilberto Stocchi e il Sindaco Andrea Spagna consegnano la bellissima ceramica a terzo fuoco di Raimondo Rossi di Urbania, che aggiunge un suo spiritoso commento: “Dovremmo nuotare tutti come Filippo! Allora si risolverebbero i problemi del mondo.”

 

 

Filippo Magnini e la sirena - Raimondo Rossi

 

30 settembre 2016