L’ARTE DI VIVERE – 32° Edizione del Premio Frontino Montefeltro
Premio Frontino Montefeltro Edizione XXXII domenica 22 settembre ore 10,30 nel Complesso monumentale di Montefiorentino nella favolosa chiesa con un quadro di Giovanni Santi nella Cappella dei Conti Oliva. Premiata la poetessa Maria Luisa Spaziani, il sociologo Silvio Cattarina, lo storico Tommaso di Carpegna.
Maria Luisa Spaziani ha come riferimento il libro “Lo scrittore per l’arte di vivere”, per l’opera Tutte le poesie, Mondadori, Milano 2012. Ma è un riconoscimento all’intensa e intera attività della Spaziani, nata a Torino nel 1922, vera icona della creazione artistica e della poesia italiana del Novecento.
La Musa benefica che ha guidato la scelta della Giuria, dà ora alla Spaziani, che vive a Roma, l’opportunità di immergersi nella poesia del paesaggio del Montefeltro e di Frontino e di comprendere la determinazione di Carlo Bo nel sostenere il Premio che poi si è allargato su varie sezioni.
Per la “Cultura Marchigiana” vengono premiati Tommaso di Carpegna Falconieri e Cristiano Cerioni per I conventi degli ordini mendicanti nel Montefeltro medievale. Archeologia di costruzione e decorazione plastica, University Press Firenze 2012. Per la Sezione “Cultura e Scienze”, Il Museo del Gabinetto di Fisica della Carlo Bo di Urbino. Per la Sezione “Antonio Mariani per la sperimentazione scolastica” La scuola del Libro di Urbino. Per la Sezione “Personaggio”, Silvio Cattarina della Comunità terapeutica L’Imprevisto di Pesaro.
Aprirà la cerimonia il sindaco di frontino Andrea Spagna. Seguirà il saluto del Magnifico Rettore Stefano Pivato, presidente del Premio. Presenta la cerimonia Giuseppe Biancalana. L’intermezzo musicale è di Giovanni Maria Perrucci – organo Castelli d’aria 2013 –Trekking organistico del Montefeltro.
I Grandi della cultura italiana hanno esaltato e continuano ad esaltare questo lembo del Montefeltro grazie al Premio. Da Carlo Rubbia a Tonino Guerra, da Mario Luzi a Sergio Zavoli (edizione 2012) per citarne alcuni. Un plauso a chi ha voluto sostenere anche nel proseguo delle amministrazioni un Premio fortemente voluto dallo storico sindaco di Frontino, Antonio Mariani che ha promosso questa iniziativa sotto la guida illuminata di Carlo Bo, con l’intento di lanciare una proposta da una realtà periferica e fuori dai grandi circuiti culturali, come incentivo e risveglio delle Marche.
Le motivazioni della Giuria
Liceo artistico-Scuola del Libro Urbino
Da quasi novant’anni il Liceo artistico-Scuola del Libro di Urbino opera nel campo della decorazione e dell’illustrazione del libro. Nel corso della sua storia è diventato un importante istituto d’arte per la grafica. Ha rappresentato nel 1925 la grande riforma scolastica per l’educazione artistica con i migliori xilografi e addetti alla produzione del libro d’arte. Artisti e scrittori di prim’ordine come Aldolfo De Carolis, Gabriele D’Annunzio, Fabio Tombari, Bruno Marsili da Osimo, Aleardo Terzi, Ettore di Giorgio, Antonello Moroni, Luigi Servolini, Mario Delitala, Francesco Carnevali, Lionello Venturi, Leonardo Castellani, Pasquale Rotondi, Pietro Zampetti, Valerio Volpini e Carlo Bo, hanno nel corso degli anni contribuito all’inedito indirizzo culturale della scuola. Negli anni cinquanta le discussioni delle aule di grafica sono state dominate dai partigiani di Luigi Bartolini e di Giorgio Morandi. La Scuola del Libro, insieme all’Università di Carlo Bo, all’Isia, all’Accademia di Belle Arti ed alla Sovrintendenza e il Palazzo Ducale hanno rappresentato il volto nuovo e splendente di Urbino nel Novecento.
Negli anni sessanta e settanta tre grandi artisti urbinati – Pietro Sanchini, Carlo Ceci e Renato Bruscaglia – accompagnati da Pino Paioni, Giancarlo De Carlo, Arnaldo Battistoni e Giorgio Bompadre, hanno animato la ricerca e la vita culturale di una autentica città del Rinascimento.
In questo contesto è cresciuta e si è sviluppata la Scuola del Libro, una agenzia unica di formazione artistica nell’Unione Europea, il luogo dell’auspicato riconoscimento di Urbino Capitale culturale dell’Europa nel 2019.
Oggi ha più di mille studenti e cento docenti. Vengono da ogni parte d’Italia, come anche negli altri istituti urbinati. Dalla grafica, dalla confezione del libro e dalle tecniche incisorie e illustrazione d’arte si è passati alle altre grandi sezioni di cinema e fotografia pluridisciplinari e multimediali, al design e restauro del libro per salvare il cartaceo e le incisioni, al disegno animato e fumetto luogo guida fin dal 1954 continuativamente.
La scuola ha un triennio e un biennio di perfezionamento, tiene i Corsi estivi internazionali di incisione aperti a tutti per scoprire e sperimentare l’arte incisoria, è Centro territoriale per l’istruzione e la formazione in età adulta. Il premio, a ricordo del Sindaco Antonio Mariani, viene dato per segnalarne l’intensa attività grafica ed editoriale. E per dire che il Liceo artistico-Scuola del Libro di Urbino, guidato dal dirigente Bianca Marrè, è una grande risorsa culturale e formativa del nostro territorio, e va sostenuto.
Personaggio 2013, Silvio Cattarina, animatore di cooperative sociali
In questi ultimi anni il Premio Frontino Montefeltro ha rivolto la sua attenzione a personaggi pesaresi che si sono affermati nel campo della cittadinanza sociale e del sostegno dei deboli. Ma anche a chi ha testimoniato la propria adesione a don Gianfranco Gaudiano ed alle sue opere di assistenza per i giovani; e a chi ha raccolto la sua eredità spirituale rivolta al volontariato e alla rete di cooperative terapeutiche e di centri d’accoglienza. Ricordiamo don Gaudiano nel ventennio della scomparsa e nel concerto di un gruppo di animatori, laureati al Frontino o sostenitori del Frontino: Teresa Federici, Ivano Dionigi, Walter Scavolini, Gastone Bertozzini, Antonio Vitale, Gianfranco Mariotti, Gianfranco Sabbatini – nel suo tenace e crescente impegno per queste comunità – e tanti altri in cuor loro.
Oggi il Premio resta in questo stesso ambito e va ad un pesarese di formazione e di adozione, Silvio Cattarina, che ha studiato a Pesaro e fin da giovane ha incontrato la comunità di don Luigi Giussani, Comunione e Liberazione. Si è laureato in sociologia a Urbino nel 1979 ed ha iniziato a lavorare con don Gaudiano nella Comunità Terapeutica di Gradara. Dopo quell’esperienza che era la prima delle Marche nei primi anni ottanta di avvio della cooperazione sociale, il lavoro di Cattarina è sempre più impegnativo e ricco di responsabilità: dirige la Comunità Terapeutica San Carlo di Cesena, nel 1990 è di nuovo a Pesaro con don Gaudiano nella Comunità Terapeutica Educativa per minori devianti e tossicodipendenti. Di seguito la sua animazione è insonnemente per nuove iniziative: “L’Imprevisto”, il Centro Diurno, la Comunità Terapeutica Femminile “Tingolo per tutti”, le Case di Reinserimento, la Cooperativa sociale “Più in là”. Cattarina ha continuato l’opera di don Gaudiano, ha approfondito i suoi studi, ha partecipato ad una intensa attività convegnistica nazionale e internazionale. Nel 2010 ha pubblicato nelle edizioni Itaca un libro di documentazione professionale e d’umanità, la sua vita con i tossici: “sono essi L’Imprevisto della mia vita,… una sovrabbondanza di grazia,… uno straripante bisogno d’amore…”. Il titolo del suo libro è: “Torniamo a casa, L’Imprevisto: storia di un pericolante e dei suoi ragazzi”. Il suo lavoro continua. Il Premio Frontino pone Silvio Cattarina nel parterre dei suoi poeti del Montefeltro.
Maria Luisa Spaziani: La Signora della Poesia
Maria Luisa Spaziani ci conduce nell’Arte di vivere con questo libro dedicato alla sua poesia, “Tutte le poesie”, quasi duemila pagine nella collana dei Meridiani di Mondadori (2012). Si tratta di una vita intera nel segno della poesia, non di anni e anni, ma di un’esistenza in continuo dialogo con l’ambiente (“di cose che si vedono”) e con gli altri, con la lettura di Proust e con le rappresentazioni della storia, dalla seconda guerra ad oggi. E’ stata protetta dall’ambiente familiare, ha sempre studiato, ha vissuto fra il Piemonte e la Liguria, ha passato gli anni bellici nella campagna di Asti. Quella prima cultura di frontiera ha fatto di lei una grande aspirante viaggiatrice legata al mondo francese, del quale è diventata una grande interprete. La sua storia si svolge da Torino a Milano, poi a Roma e in Sicilia. Il primo libro di poesia, “Le acque del Sabato”, viene pubblicato nello stesso anno di “Primavera a Parigi” (Milano 1954). La Spaziani è una Signora della Poesia – più di venti titoli -, si dedica anche alla prosa, ai testi teatrali, alla storia del teatro francese moderno, al poeta Rimbaud; è una grande traduttrice di testi poetici e, fra i tanti autori, di varie opere di Marguerite Yourcenar e di Michel Tournier, frequenta le edizioni d’arte grafica. E’ segnata dal grande incontro della sua vita con Eugenio Montale, propiziato dal suo “angelo tessitore”, quello che chiamiamo l’angelo custode, nel 1949. Di lì nasce una storia, “Un sodalizio – dice la Spaziani – è una bella parola un po’ vecchia che vuol dire un’unione profonda di due creature, sulla base di cose comuni. Questa base di fondo comune tra me e lui è stata la poesia”. Questo Meridiano storico della Spaziani, a cura di Paolo Lagazzi e Giancarlo Pontiggia, si chiude con un testo in appendice esaltante e provocatorio, “Poesie della mano sinistra”, versi occasionali e polemici verso la contemporaneità, nugae scritte per gioco, aforismi, frammenti su musica e apocalissi. La poesia è un’avventura che s’intreccia con tanti altri mondi, tante situazioni della vita, ma “il tono è molto alto”. Come avviene la scelta dell’autrice e del libro della memoria della sua vita? Dalle ragioni della poesia, dall’ascolto del lavoro critico di Carlo Bo rivolto alla poesia, che vede nel Montefeltro il luogo della poesia, della poesia vissuta da autori e artisti, ed anche nel Montefeltro che accoglie i poeti, insieme a Urbino con le sue istituzioni culturali. In occasione degli ottant’anni di Carlo Bo, nel 1991, Maria Luisa Spaziani scrisse una poesia ed un biglietto d’auguri di questo tono: “Tu sei stato una presenza costante, un’affettuosa luce che guida, una specie di secondo padre per me. Al tuo nome si intrecciano le nebbie della Milano di un tempo, le prime parole rassicuranti circa un destino di poesia appassionatamente voluto, e i brividi della prima scoperta di Garcia Lorca che le tue parole convogliavano a noi giovani”. Non è solo un ringraziamento ma anche il desiderio di dire che l’animazione poetica riesce a dare un senso alla vita ed anche un pizzico simpatico di curiosità, che la Spaziani fa conoscere nel volume degli ex libris, “Carlo Bo 1911-2011” (QuattroVenti 2011). Scrive nel “Corriere della Sera”, 14 marzo 2011, per il centenario di Bo: “Camminavo di prima sera sotto i portici di piazza Carlo Felice, di fronte alla stazione, quando vedo che mi supera quasi affannosamente un distinto signore di grande taglia che stringeva nella mano destra una valigia. Una cosa mi attirò subito l’attenzione: dalla valigia fuoriusciva una coda di pelo bianco, come se un gatto ci fosse rimasto impigliato.
Istintivamente corsi dietro a quel signore e lo presi risolutamente per la manica. Mi guardò con l’implicito rimprovero di chi dice “non vede che ho fretta” e io mi accorsi che si trattava di Carlo Bo… Ma che cosa c’entra la coda di pelo bianco? Per l’occasione di quell’antico convegno a Palazzo Madama, erano stati convocati quattro o cinque rettori delle principali università italiane. Come si faceva una volta, e mi piacerebbe tanto sapere se si fa ancora, in casi molto importanti i rettori dovevano indossare la toga con la coda di ermellino. Si piegava perciò la toga, con il conseguente tocco, in una valigia un po’ ampia che non guastasse niente. Eccolo quindi partire da Urbino… Nessun assistente ad aiutarlo a fare il bagaglio, nemmeno la deliziosa Marise Ferro e, quindi, con quelle mosse sempre scattanti e rapide, eccolo farsi la valigia da solo. E rifarsela, poi, da solo, partendo da Torino, lasciando fuori, come una scia candida, la sua cosa di pelo”. Si tratta di una prosa affettuosa rivolta ad una persona che vive situazioni diverse e che permette un dialogo di civiltà, una pagina che tiene teso il filo della poesia, come il libro premiato, “Tutte le poesie” di Maria Luisa Spaziani.
A Frontino c’è cultura e turismo
Con piacere do il benvenuto a tutti i presenti a nome dell’Amministrazione comunale di Frontino e di tutta la popolazione del nostro piccolo borgo. Un saluto cordiale al Capo di Gabinetto del Prefetto Dott. Antonio Angeloni, al Presidente dell’Assemblea legislativa delle Marche Vittoriano Solazzi,
all’Assessore regionale alla Sanità Almerino Mezzolani, agli assessori della provincia della Provincia di Pesaro e Urbino Massimo Galuzzi e Claudio Minardi, agli onorevoli Alessia Morani e Marco Marchetti, al Vice Presidente della Camera di Commercio di Pesaro e Urbino, alle Autorità civili, militari e religiose, ai Sindaci, al Presidente della Comunità Montana del Montefeltro e al Commissario dell’Ente Parco Simone e Simoncello.
Saluto la Giuria, il suo Presidente Prof. Stefano Pivato, Rettore dell’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo. Esprimo vive congratulazioni ai vincitori. Saluto e ringrazio, com’è mio dovere, i soggetti che hanno contribuito alla realizzazione di questo evento:
la Regione Marche, la Provincia di Pesaro e Urbino, la Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro e il suo Presidente Gianfranco Sabbatini, la Banca delle Marche, Piero Guidi e la TVS di Gastone Bertozzini.
Un saluto alla famiglia francescana dei Frati Minori che ci ospita in questo magnifico contesto. In particolare mi sento di dover ringraziare ancora una volta Padre Ferdinando Campana per aver mantenuto l’impegno della riapertura di Montefiorentino.
Il piccolo miracolo, come aveva definito il Premio il nostro rettore la scorsa edizione, si rinnova per la trentaduesima volta.
Per prima cosa è però doveroso ricordare un amico del Premio Frontino Montefeltro che purtroppo ci ha lasciato lo scorso anno: Massimo Vannucci. Massimo in tutte le passate edizioni è sempre stato presente alla nostra manifestazione e ha sempre difeso e promosso, tra l’altro, varie iniziative culturali nel nostro Montefeltro. In sua memoria è stata di recente costituita l’associazione Massimo Vannucci al fine di promuovere, senza scopo di lucro, attività culturali e sociali nel nostro territorio.
Il premio letterario è fondamentale per Frontino, la sua risonanza ha valicato da tempo i confini amministrativi locali ed ha raggiunto un valore nazionale.
Il premio è importante non solo per il nostro piccolo borgo, è una risorsa per tutto l’entroterra, lasciato troppo spesso ai margini delle più importanti iniziative.
In questo contesto vediamo con favore e facciamo i nostri migliori auguri alla città di Urbino per la candidatura a capitale europea della cultura 2019.
La nostra amministrazione comunale ha l’obiettivo di continuare il percorso tracciato da chi resterà sempre il nostro sindaco, Antonio Mariani. Ha lanciato il premio 33 anni fa e ha sempre sostenuto che dovevamo puntare con forza su quanto ci caratterizzava: cultura e turismo.
In una pubblicazione degli anni ’90 Antonio scriveva: “Siamo da sempre i veri ecologisti, guardiani e garanti di zone ancora incontaminate. Stiamo conservando per voi, uomini di città, voi che contate e fate per noi leggi senza conoscerci, la parte migliore dell’Italia, una gran parte per fortuna è l’immenso patrimonio di paesaggio e di cultura dell’Italia ‘minore’. Siamo qui ad aspettarvi con simpatia, senza rancore, come da nostra consolidata consuetudine. Possiamo ospitarvi bene ed è pronta la ricetta a buon mercato per lo stress che vi opprime.”
Da più di vent’anni, il continuo aumento di presenze turistiche oltre a gratificarci rappresenta uno stimolo per fare meglio, nello specifico anche quest’anno abbiamo avuto un incremento di presenze pari al 22%. Questo è il risultato del lavoro partito molto tempo fa quando pensare di creare strutture ricettive nel nostro paese sembrava quasi un’eresia. Il sindaco Mariani è stato il promotore di tante iniziative ma dobbiamo ringraziare anche tutti i soggetti privati che lo hanno seguito investendo nel nostro territorio.
Oggi nel nostro piccolo comune si contano 15 strutture turistiche, praticamente una ogni 20 abitanti.
Vorrei infine ricordare che oggi si chiude un’altra importante iniziativa che abbiamo realizzato al Monastero di San Girolamo. In occasione dei 200 anni dalla nascita di Giuseppe Verdi abbiamo allestito, in collaborazione con il Teatro alla Scala di Milano, una mostra di costumi di scena di opere verdiane. Ricordo quindi che oggi pomeriggio sarà l’ultima occasione per poter visitare l’esposizione.
Proseguiamo nel nostro lavoro nonostante le difficoltà dei nostri giorni, nella speranza di un futuro più roseo per le nostre comunità e nella consapevolezza che prima di tutto dobbiamo contare e puntare su noi stessi e su quello che abbiamo.
(Andrea Spagna Sindaco di Frontino)