Urbino, 15 ottobre 2017: Ho inciso un disco – serata con Raphael Gualazzi e Vittorio Sgarbi a Teatro Sanzio
Ho inciso un disco
Raphael e gli Stampatori:
Riccardo Bucella, Mattia Caruso, Matteo Spinelli
Questa cartella d’arte nasce in seguito alla nostra comune esperienza nei laboratori della Scuola di Grafica dell’Accademia di Belle Arti di Urbino. Grazie al contatto diretto con la carta, i torchi e gli inchiostri, abbiamo capito la vera forza che il veicolo riesce a imprimere ai suoi significati. La tipografia non è il fine, ma è il mezzo grazie al quale si valorizza il contenuto; così come il calice di cristallo di Beatrice Warde è trasparente per accogliere e risaltare il liquido all’interno (1).
Consci dell’insegnamento, abbiamo cercato questo contenuto al di fuori del nostro ambito artistico, trovandolo tra le note di Raphael Gualazzi.
Anzitutto perché, come noi, è un giovane artista legato alla terra e alla cultura urbinate; in secondo luogo è curioso il paradosso di far realizzare un’opera grafica a chi appartiene all’etereo universo del pentagramma. Ma è noto che il musicista si rechi in studio di registrazione per incidere il suo nuovo disco. A noi è bastato questo. Il disco è sempre lo stesso ma cambiano gli strumenti: invece del pianoforte interviene la punta dell’incisore che graffia il vinile ora divenuto matrice. La gestualità di Raphael subisce una riflessione sia filosofica che materiale, come di fronte ad uno specchio. E’ appunto la stampa, che nel suo bacio al foglio, ribalta il segno originario, dando vita a nuove visioni. L’inchiostrazione e il successivo passaggio sotto al torchio imprimono il segno sulla carta, rendendolo immagine. Un disco oro e l’altro argento, lato A e lato B dello stesso album. Il primo in versione studio di registrazione, ordinato e composto, il secondo liberato dalle costruzioni metronomiche e arioso nel suo spaccato. Spaccato reale! Nel senso che è stato Raphael stesso l’artefice della distruzione creativa del vinile. Di fronte alla matrice, si è comportato come un compositore sullo spartito, delineando note e scrivendo versi. In questo modo la contaminazione è reciproca, ogni parte lascia un vuoto-pausa, e accoglie un segno-suono dell’altra, in un contrappunto a due voci che si richianma ancora e ancora, ad libitum.
Beatrice Warde, Il calice di cristallo, Londra, 1955.
A TEATRO PER COMUNICARE CULTURA E CIVILTA’:
RAPHAEL GUALAZZI E VITTORIO SGARBI
di Sergio Pretelli
Gilberto Santini, direttore Amat, Associazione marchigiana attività teatrali, ha scelto lo show Gualazzi-Sgarbi, a sipario chiuso, per presentare la ricca stagione teatrale 2017/18 al teatro Sanzio di Urbino. Teatro pieno in ogni ordine di posti per la notorietà dei due personaggi.
La serata è stata all’altezza delle aspettative a giudicare dagli scroscianti applausi. Senza copione, il dialogo tra i due personaggi, è stato condotto da Giovanni Lani, giornalista del Il Resto del Carlino. Senza copione, in questo caso, non fa rima con improvvisazione. Perché la serata è frutto di una lunga gestazione, durata mesi, che ha avuto nell’Accademia di Belle Arti il suo perno fondamentale, seguita dall’assessorato alla Cultura del Comune di Urbino e dall’Amat. Perché nell’occasione si è presentata una cartella d’arte, sulla quale ha lavorato Raphael incidendo due dischi in vinile come si fa con le lastre calcografiche stampate con la tecnica del torchio manuale. Come da antica tradizione, esaltata dalla rinomata Scuola del Libro. Tradizione ripresa ora dalla sezione di Grafica dell’Accademia urbinate di Belle Arti per merito di due autentici maestri, Giovanni Turria e Gianluca Murasecchi, il cui sapiente insegnamento ha indotto tre loro allievi, Riccardo Buccella, Mattia Caruso, Matteo Spinelli a impegnarsi nell’editoria d’arte – ITALIC – per la micro editoria e la stampa d’arte.
La cartella contiene anche un testo di Raphael con sue considerazioni sullo stato evolutivo della musica attuale. E, a domanda, Raphael racconta il suo cammino musicale. Iniziato in casa, con la batteria del padre, orecchiando quelle cadenze percussive che scarica ora sulla tastiera del pianoforte. Assemblando le note della musica popolare americana, sfiorando la storia del rock, del jazz, del folk, del pop con il gusto dell’italiano o dell’urbinate sognatore che la rende unica. Richiamando così applausi scroscianti nei suoi intermezzi musicali. Gualazzi è un innovatore, ha sottolineato Sgarbi, così come lo sono stati i grandi capiscuola della pittura, dell’arte e della poesia, vedi le voci dei poeti beat e degli hippies. La musica è anche politica e potere. Gualazzi dribla le domande scomode e ribadisce che per lui la musica è passione e innovazione. Da solista, con la sua straordinaria vocalità, raffinata e duttile, sa interpretare generi musicali anche distanti tra loro, applauditi in ogni parte del mondo. Un nomade che ha sempre presente l’immagine della sua città, della sua cultura, delle sue tradizioni. Gli urbinati avvertono questo affetto, perciò lo apprezzano e lo amano.
Sergio Pretelli
QUATTRO IMMAGINI DELLA CARTELLA “HO INCISO UN DISCO” DELL’ASSOCIAZIONE ITALIC PRESENTATA AL TEATRO SANZIO DA MATTEO SPINELLI E IN ESPOSIZIONE NEL FOYER
RAPHAEL GUALAZZI E IL GRUPPO ITALIC
Novità nel jazz e editoria sperimentale della grafica
di Gianluca Murasecchi
Il 15 ottobre 2017 al teatro Raffaello Sanzio di Urbino è stata presentata la cartella d’arte “Ho inciso un disco” a cura del gruppo Italic formato dagli artisti – editori Riccardo Bucella, Mattia Caruso, Matteo Spinelli. La bella edizione si è avvalsa di interventi autografi di Raphael Gualazzi, in colloquio con Vittorio Sgarbi, accompagnati, nel fitto intreccio di dialoghi, da Giovanni Lani. L’edizione del gruppo esordiente si è rivelata una fresca novità nell’ambito creativo editoriale delle Marche, il gruppo Italic si formato presso la Scuola di Grafica dell’Accademia di Belle Arti di Urbino e si è unito professionalmente dopo il compimento degli studi con l’intento di effetuare ricerche grafiche di respiro nazionale, con ciò sviluppando rapporti interculturali e sperimentazioni contemporanee colte e consapevoli. La serata è stata un evento di grande interesse per il carattere disteso e riflessivo sui temi musicali così validamente indagati da Gualazzi e su ricordi e riflessioni intimiste, visive e socio – culturali di Sgarbi ben mediate da Giovanni Lani.
Gualazzi ha anche omaggiato il pubblico con l’esecuzione di brani tratti da un’ottimo repertorio blues aggiungendo anche un suo brano e accompagnandosi con la sua consueta energia al pianoforte. Dai temi della nascita del Jazz si è passati a riflessioni su Caravaggio, sino alla poesia e dunque anche ai legami affettivi con le città di origine.
La cartella, edizione di leggerezza e al tempo stesso di ricchezza di contenuti è il primo risultato di una ricerca compiuta negli ultimi cinque anni dal gruppo Italic, l’edizione di esordio apre una serie di iniziative editoriali di alto profilo da parte di Italic, i cui componenti sono già vincitori di concorsi nazionali di editoria e raffinati conoscitori ed esperti a tutto campo di tecniche xilo – calcografiche, nonché solidamente formati per una tipografia di alto profilo, i componenti di Italic, sono perciò la punta di diamante di una generazione che si sta formando a Urbino in questi ultimi anni proveniente da ogni regione d’Italia. Molto toccante si è rivelato l’intervento di Matteo Spinelli, invitato sul palco a riflettere sull’operazione editoriale, il quale ha considerato il piacere profondo della dedizione del gruppo alla stampa d’arte, ad un comporre tipografico cosciente della temperatura di una certa divulgazione della cultura attraverso l’incontro tra diverse professionalità ed espressività, come in questo caso, che creano connubi unici e memorabili. Quel fare gruppo ha sottolineato Spinelli, ha poi reso fattivo un progetto condiviso che poteva nascere solo in un coordinamento collettivo. L’enunciato di Italic è apparso emblematico ai molti giovani accorsi ad assistere alla serata che hanno dimostrato con molti applausi di apprezzare l’indicazione emersa dall’evento la quale presenta palesemente un rinnovamento di forze nell’editoria sperimentale italiana.