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Gianni Giannini Pennabilli

Ricordo di Gianni Giannini

in Cultura

 

In occasione dei 70 anni di Gianni Giannini, il 14 luglio 2006, grande cena all'aperto a Pennabilli nel giarfino dei frutti dimenticati e ritratto di Raimondo Rossi.
In occasione dei 70 anni di Gianni Giannini, il 14 luglio 2006, grande cena all’aperto a Pennabilli nel giarfino dei frutti dimenticati e ritratto di Raimondo Rossi.
Foto di gruppo al Circolo Acli-Centro Universitario di Urbino, primi di giugno 1999, in occasione della presentazione dell'ultimo libro di Valerio Volpini, "Paura di dire", a cura di Pasquale Maffeo (Ed. Mucchi, Modena 1998). Foto di Tano Citeroni. al centro seduto lo scrittore Valerio Volpini, a sinistra in piedi Gianni Giannini vicino a Raimondo Rossi, in fondo a destra in piedi il pittore Primo Angellotti, dieto in fondo un po' nascosto lo scrittore Gino Montesanto.
Foto di gruppo al Circolo Acli-Centro Universitario di Urbino, primi di giugno 1999, in occasione della presentazione dell’ultimo libro di Valerio Volpini, “Paura di dire”, a cura di Pasquale Maffeo (Ed. Mucchi, Modena 1998). Foto di Tano Citeroni. al centro seduto lo scrittore Valerio Volpini, a sinistra in piedi Gianni Giannini vicino a Raimondo Rossi, in fondo a destra in piedi il pittore Primo Angellotti, dieto in fondo un po’ nascosto lo scrittore Gino Montesanto.
Festa con Tonino Guerra e gli "Artisti in Piazza" nel giugno 2000 e incontro a Pennabilli con Raimondo Rossi e Gastone Mosci.
Festa con Tonino Guerra e gli “Artisti in Piazza” nel giugno 2000 e incontro a Pennabilli con Raimondo Rossi e Gastone Mosci.

Gianni Giannini e Pennabilli

 

di Gastone Mosci

 

Gianni Giannini (1936-2020) è stato un personaggio straordinario, il simbolo di Pennabilli, l’anima creativa del Montefeltro, l’amico della dedizione assoluta. L’ho conosciuto negli anni sessanta del secolo scorso grazie a Valerio Volpini, che voleva scrivere un libro dedicato al Montefeltro, al Montefeltro “segreto”, misterioso, di bellezze imprevedibili.

Gianni era il suo suggeritore: il progetto era realizzabile, possibile, e tale rimase, anche quando Volpini era direttore della rivista “Il Leopardi” negli anni settanta e poi successivamente direttore de L’Osservatore Romano.

Poi, a Pennabilli, fine anni ottanta, è giunto Tonino Guerra, invitato da Gianni, che gli ha trovato casa, lo studio, la dimora per la moglie russa, Lara, in un fortino dell’Ottocento a “Penna”.

Così, a Pennabilli è cambiato tutto, c’era vita nuova: il romagnolo Tonino Guerra, riacquistava l’antica sua identità di poeta e faceva riscoprire ai feretrani le ricchezze e le virtù della gente e del territorio, lo sguardo rivolto al paesaggio, alla bellezza della vita.

Si realizzava il segreto editoriale di Volpini: in prima fila spuntava la poesia e Giannini è stato la sentinella di questa fantastica e inedita civiltà.

Come vedeva Gianni il suo territorio? Per lui Pennabilli era con Urbino e il Palazzo Ducale, con San Leo e la Rocca imprendibile. Pennabilli era il Montefeltro, un lembo di terra italica, che con Tonino Guerra cambia prospettiva: grazie al suo canto poetico universale ed alla sua operosità quel luogo, Pennabilli, entra nell’universo culturale del cinema di Cinecittà, Parigi e Mosca, dell’Europa intera e dell’America. La spiritualità di Tonino Guerra esprimeva un ecumenismo speciale.

Con Gianni ho partecipato anch’io a questa trasformazione, a questa dimensione culturale. L’amicizia con Volpini, Gianni e Tonino Guerra è sempre rimasta solida e disponibile. Gianni è stato un animatore instancabile e ricco di umanità. Lo ricordo ancora a spasso, alto, magro e anziano con la nipotina sulle spalle per guardare lontano e per cercare il fascino dello spettacolo della vita. Domenica 13 dicembre 2020 al mattino in casa è spirato attorniato da tutti i suoi cari.

Gastone Mosci

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