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Poesia neodialettale delle Marche Ambra Dominici

Ambra Dominici ed il Bianchello del Metauro: La vite dalla terra cruda

in Enogastronomia
Storia del Bianchello del Metauro by Fanocittà

Ecco il canto del bianchello di Ambra Dominici di Fratte Rosa, una lettura festosa di Terracruda, che porta il fascino dei calici e delle luci di un ambiente che si pone all’ascolto della poesia e dei linguaggi della terra. Il lavoro intellettuale di una giovane che si dedica anche alla poesia dialettale ed all’organizzazione di un incontro a Fratte Rosa sui Poeti neodialettali marchigiani (Ed. Consiglio Regionale delle Marche, 2018) (G.M.).

Calici di luce

Alzate i calici alla luce,
che li riempiano i riflessi
a che si beva brezza chiara
come si fosse vele più bianche di nubi gonfie verso terra.

Così pioveremo vino e bagliori
per far fiorire vitigni di chiari pensieri
fatelo ora che i sensi hanno le braccia levate in senso di pace,
alzate i calici e fate ondeggiare la terra

domani sarà secca
e il gabbiano volerà sulle punte scure
e le viti saranno navi aggrovigliate agli scogli.

Così viene dal mare la brezza alla collina
per dirvi di brindare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Terra bianca cruda

Certe cose fatte d’argilla
hanno il pregio di farsi sbeccare
ma non la terra,
mobile e cruda,
lei parla di gocce col sole
e ne fa germogliato il raggio
chiaro, fresco, agrumato
come alcuni sospiri e tintinnii di domeniche a pranzo.

Certe cose d’argilla hanno il pregio delle mani
altre, come il vino, hanno questo e tutto il resto,

poiché non meno le incide la forma
e un occhio le beve,
tenue di bianco.

 

Ambra Dominici

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