Raimondo Rossi - Ceramica Frontino 2017
Il Premio Frontino Montefeltro al pittore Mario Logli, la coppa al terzo fuoco del ceramista Raimondo Rossi

Frontino, domenica 8 ottobre 2017: Il Premio Frontino Montefeltro

in Cultura

Frontino, domenica 8 ottobre 2017: Il Premio Frontino Montefeltro

 Frontino

Domenica 8 ottobre il Convento di Montefiorentino ospiterà la XXXVI edizione del Premio Nazionale di Cultura “Frontino Montefeltro” fondato da Antonio Mariani e Carlo Bo. La cerimonia inizierà alle ore 10 con la Santa Messa.

A partire dalle 11, dopo i saluti del Sindaco di Frontino, Andrea Spagna, del Rettore dell’Università degli Studi di Urbino, Vilberto Stocchi e della altre autorità, il presentatore Giuseppe Biancalana e i curatori del Premio proclameranno i vincitori delle diverse sezioni, così come stabilito dalle rispettive giurie.

Per la sezione Cultura del Montefeltro: Carlo Colosimo, curatore dell’opera “San Marino 1462-1463. I patti di Fossombrone e la Bolla di Pio II” (Repubblica di San Marino, GDG, 2017).

Per la sezione Stili, figure e pratiche della Cultura, a cura del Rotary Club di Urbino: la giornalista Lara Ottaviani de “Il Resto del Carlino” e il giovane attore Mathias Martelli.

Per la sezione Premio Antonio Mariani per la sperimentazione scolastica: l’Istituto Comprensivo “Montefeltro” di Sassocorvaro per il tema “Sestino”.

Per la sezione “Ambiente” a cura del Parco Interregionale del Sasso Simone e Simoncello: Giuseppe Antoci, Presidente dell’Ente Parco Regionale dei Nebrodi.

Per la sezione Umane diversità: Alessandra A.M. Nivoli.

Per la sezione Lo scrittore per l’arte di vivere: Mariapia Veladiano, autrice del romanzo “Una storia quasi perfetta (Modena, Guanda, 2016).

Per la sezione Personaggio: Mario Logli, incisore e pittore.

 

 

Una grande scrittrice vince a Frontino
Mario Logli a Montefiorentino
Premio della Cultura del Monterfeltro

 

Una grande scritttrice vince a Frontino Mariapia Veladiano

La scrittrice Mariapia Veladiano esprime una via nuova nella narrativa italiana dell’avviato terzo millennio: l’interrogazione inquieta e felice sulla vita, una strada inedita a guardare la nostra società, che pone domande sulla quotidianità e ruolo delle persone. Prima narrazione: c’è un dato fondamentale per rappresentare una donna o un uomo, riconoscere il valore fondamentale della dignità della persona, la persona è un valore in se stessa, è l’immagine di Dio per un credente. Seconda narrazione: come vive e come si ambienta la persona? Vive nel contesto sociale, nella famiglia, nella sua individualità e chiede sicurezze come la libertà e la democrazia. Queste osservazioni entrano nel luogo narrativo della Veladiano, del libro riconosciuto per L’arte di vivere, che è l’emblema del Premio Frontino Montefeltro, la poesia della nostra identità. Il titolo: Una storia quasi perfetta (Guanda Tascabili 2017), questa storia è un amore così perfetto? “O è solo la storia eterna della vittima e del seduttore? Lui è il proprietario di un’azienda di design per collezioni di moda, carte e oggetti. Lei, Bianca, insegnante di discipline pittoriche in un liceo delle arti gli propone una serie di disegni ispirati ai fiori”. Così sintetizza e presenta nel quarto di copertina la problematica del romanzo: siamo di fronte ad una storia ed alla vita di questi protagonisti.

 

 

 Mariapia Veladiano, Una storia quasi perfetta, Guanda Tascabili, 2017,  ha vinto il Premio Frontino Montefeltro, L'arte di vivere.

 

Sembra di ritrovarsi nell’Aula Magna del Rettorato di Carlo Bo a Urbino, quando il rettore Vilberto Stocchi e il sindaco Andrea Spagna hanno avviato l’Edizione 2017 del Premio Frontino Montefeltro, un luogo accogliente e prestigioso e un pubblico attento e partecipe all’ascolto del vincitore della Edizione 2015 del Premio, il fisico teorico Carlo Rovelli, il 12 luglio scorso. Rovelli fu intrigante e affascinante con il suo discorso chiaro e luminoso su L’ordine del tempo, Il suo libro recente (Adelphi 2017), l’itinerario delle sue ricerche e delle sue conquiste: la scienza accanto alla vita, il mondo misterioso, il valore della libertà e della democrazia, l’intensità della ricerca. Scrive il fisico delle nel secondo risvolto di copertina: “La natura del tempo resta il mistero forse più grande. Strani fili lo legano agli altri grandi misteri aperti: la natura della mente, l’origine dell’universo, il destino dei buchi neri, il funzionamento della vita. Qualcosa di essenziale continua a riportare alla natura del tempo.” Siamo in una valle aperta e piena di vita.

 

La nostra scrittrice, Mariapia Veladiano, ha un suo laboratorio, i suoi personaggi luminosi, la gente comune della quotidianità moderna, che si esprime con il fervore dell’intelligenza e con il segno del dialogo che rende responsabili, in questo contesto di partecipazione e di crescita. Un narratore ha le sue buone carte, i suoi romanzi: La vita accanto (Einaudi 2011), Ma come tu resisti, vita (Einaudi 2013), Il tempo è un Dio breve (Einaudi 2014), ed ora a Frontino Una storia quasi perfetta ed altri progetti editoriali, Vorrei prendere un semplice caso, una citazione per dare il movimento del pensiero e di una mentalità che può diventare costume, modo di vivere. “Bianca parlava piano, con una voce faticosa che non era la sua quasi. Me lo ha raccontato tante volte mia madre. A me bambina che non sapevo capire. E forse per capire ho dovuto vivere come lei l’inganno, nel corpo perché c’è un capire con il corpo e non ci sono scorciatoie possibili. Lei raccontava. So che non ti salverà prima, diceva, ma ti aiuterà dopo. Un solco è stato il suo racconto. Un solco da percorrere. (…)”. Siamo in un itinerario di domande e di comprensione. (Ga.Mo)

 

Logli a Montefiorentino

Il pittore Mario Logli ha raggiunto la sua consacrazione, se si può dire così di un artista vivente ed operoso, molto conosciuto, sulle ali di una poetica rigorosa e nuova, maturata nella Scuola del Libro e nell’esperienza artistica del mondo editoriale milanese del secondo dopoguerra. La ciliegina di questo riconoscimento l’ha posta nel vaso delle delizie il direttore della Galleria Nazionale delle Marche, Peter Aufreiter, quando ha inaugurato la Mostra d’arte Logli tra memoria e mito, a cura di Philippe Daverio, 31 maggio / 3 settembre 2017, nel Palazzo Ducale di Urbino, nella Rocca Roveresca di Senigallia e nella Rocca Malatestiana di Gradara, il primo esperimento di tre esposizioni collegate in pubblici musei è di fatto un riconoscimento alla persona. E’ un fatto culturale nuovo nel nostro territorio che va a Mario Logli, maestro di una espressione pittorica ammirata e amata che ha trovato in Urbino il suo ambiente cromatico e storico: la natura ha dotato il territorio fra l’Adriatico e l’Appennino del Catria, dell’Alpe della luna e del Carpegna di un paesaggio dolce, luminoso e misterioso. Logli fa ritornare il pubblico ai tempi affascinanti della Corte del duca Federico: i pittori erano consiglieri e costruttori del Palazzo Ducale immaginando un futuro aperto e moderno. Chi è Logli? perché si identifica con Urbino? Leggo un pensiero di Carlo Bo del 2001 dal Catalogo della sua Mostra di Urbino e della Repubblica di San Marino, “Città del sogno”.

 

“Si può passare la vita in un paese e sognarne un altro del tutto diverso? E’ quello che è successo a Mario Logli che è nato in Urbino e dall’età di ventidue anni è sempre vissuto in una grande città, Milano, senza mai riuscire a dimenticare la luce, le colline e gli alberi di Urbino, e soprattutto il Palazzo Ducale che è il vero centro della sua ispirazione. Sarei tentato di dire che Logli non è esule in patria, ma che il suo esilio è là dove vive, opera e dipinge. Famoso da molti anni, non si è mai staccato da quelli che erano i suoi sogni di poeta in disegni e in colori. Forse non è un caso unico di questa forma esistenziale di identificazione, ma certamente è un caso eccezionale in una famiglia di artisti che è sempre a caccia del nuovo, del curioso e dell’inedito. Di fronte a questo ritorno in forze nella sua città e quella che è la sua casa, piena di affetti e di memoria, l’ammirazione dei suoi amici fedeli non potrebbe essere più convinta e profonda.”

 

Catalogo Mario Logli, Logli tra memoria e mito, a cura di Philippe Daverio  e Giorgio Nonni, Editrice Leardini, 2017, Mostra Palazzo Ducale Urbino,  Rocca Roveresca Senigallia e Rocca Malatestiana Gradara, 31 maggio/ 3 settembre 2017.Logli 2017

 

In questa atmosfera di dialoghi aperti delle culture, voluta da Logli e promossa nell’intervista di Giorgio Nonni, fra l’altro, di recupero dell’antico mondo urbinate del Palazzo Ducale e di visioni o testi o pitture come “documenti dello spirito” potrebbe dire Carlo Bo e di luoghi della memoria come “contemplazione” per Paolo Volponi, itinerario di un canto poetico nuovo, l’impresa della grande Mostra porta la realizzzione di un Catalogo ben fatto, esaustivo, suggestivo un autorevole prodotto editoriale Leardini del territorio. Questa esperienza della pittura e della esposizione fa pensare ad un momento di sviluppo dell’organizzazione culturale, nel nome di un artista come Mario Logli.

 

Gastone Mosci

 

 

Il Premio per la Cultura del Montefeltro
Lo storico Colosimo su Repubblica di San Marino
e Patti di Fossombrone

 

Carlo Colosimo ha raccolto con sapienza e perizia gli atti del Convegno del 2013 per i 550 anni della Bolla di papa Pio II (1458-1464), edito con una bella grafica d’arte dall’Ente Cassa di Faetano nel maggio 2017.

La Bolla codifica il raddoppio dell’estensione del territorio di San Marino, dopo i patti di Fossombrone, con l’incorporazione dei castelli di Fiorentino, Serravalle, Monte Giardino, Faetano. Una incorporazione contrastata nelle ricorrenti dispute tra Rimini e Urbino, tra Sigismondo Pandolfo Malatesti e Federico da Montefeltro, tra Monte e Mare. Ricostruita da una documentazione archivistica, mai esplorata prima, che ha condotto gli storici intervenuti al Convegno, ad una elaborazione originale fuori dagli schemi ripetitivi della storiografia corrente. Si riconferma da un lato la supremazia morale di San Marino che si fonda sui caratteri originali della libertà e della fede, che gli hanno consentito, nel tempo, di mantenere la sua autonomia. Dall’altro la contesa tra i due capitani di ventura, Federico e Sigismondo, in continua alternanza dal piano militare a quello culturale. Ne fanno fede le opere politiche più importanti dei due Capitani: il Tempio Malatestiano di Rimini ed il Palazzo Ducale di Urbino. Se alla fine la Bilancia pende a favore dell’urbinate, par di capire che, oltre al valore di Federico, sia stato determinante l’apporto dei suoi funzionari come quel Marino Calcigni ai vertici della burocrazia, in spola continua tra San Marino e Urbino; oltre alla coesione del territorio, il Montefeltro, oggi a cavallo tra Romagna e Marche che, per la sua storia, meriterebbe una autonomia extra regionale.

Per l’eccellenza dei contributi, meritano di essere nominati i loro autori: Anna Falcioni, Francesco Vittorio Lombardi, Marcello Simonetta, Cristoforo Buscarini, Oreste De Lucca, Massimo De Leonardis, Michele Conti, Alessandro Marchi. I loro scritti aprono un filone nuovo di studi per approfondire le radici e le peculiarità del nostro glorioso Rinascimento. (Sergio Pretelli)

 

 

SENSO E FESTOSITA’ DEL PREMIO FRONTINO MONTEFELTRO

di Sergio Pretelli

 

Una delle più belle e partecipate edizioni del Premio Frontino, condotto dal canonico presentatore Giuseppe Biancalana. Frontino cuore pulsante del Montefeltro, un territorio che riflette la cultura delle Marche, della Romagna, della Toscana. Conservando nel tempo quella sua originale identità, da San Marino a Urbino, le due capitali di riferimento e visibilità, importanti come riferimento per i territori appenninici dalle bellezze incomparabili. La recente legge sul recupero dei centri montani, demograficamente poveri, è un’occasione da cogliere, ha detto il Sindaco Andrea Spagna, per rilanciare queste terre, associando competenze, solidarietà ed entusiasmo. Non è per caso che il Premio si presenta come “L’Arte di vivere”. Innovando sulla tradizione con l’apertura di Sezioni nuove , come ha riferito il Magnifico Rettore Vilberto Stocchi dell’Ateneo urbinate “Carlo Bo”. Ben 7 sezioni, con nuove giurie, nuovi entusiasmi e nuove aperture sul territorio. Vedi il Premio conferito, per la Cultura del Montefeltro, al volume curato da Carlo Colosimo “San Marino 1462-1463. I patti di Fossombrone” dove, per la prima volta, le guerre tra i Montefeltro e i Malatesti, non sono solo una questione militare, così presentate dalla storiografia dominante, ma diventano un fatto culturale che ben emerge nei saggi del libro ed in particolare in quelli di Anna Falcioni, Cristoforo Buscarini e Alessandro Marchi. Non da meno la Sezione Stili, figure e pratiche della cultura, lanciate dal Rotary da Roberto Imperato, orientato su due giovani di talento, nel campo del giornalismo e del teatro, Lara Ottaviani e Matthias Martelli, presentati da Antonio De Simone. Il Premio “Antonio Mariani”, il mitico Sindaco di Frontino, fondatore del Premio con Carlo Bo, è andato ad Alessandro Cima dell’Istituto Omnicomprensivo “Montefeltro” di Sassocorvaro, per un saggio su Sestino (AR) e sull’obblio dei servizi pubblici nelle periferie . Per la Sezione Ambiente il riconoscimento è andato al Presidente dell’Ente Parco Regionale dei Nebrodi (Sicilia) Giuseppe Antoci. Un uomo coraggioso che si contrappone alla mafia, onorando le leggi dello Stato, coniugando la tutela dell’ambiente con la difesa della legalità. Un modello per tutti ha detto Guido Salucci, l’attivo presidente dell’Ente Parco Simone e Simoncello, impegnato nella promozione del suo Ente Parco che tocca le tre regioni citate. Altra apertura significativa del Premio, riguarda le Umane diversità. Ferruccio Giovanetti, amministratore unico del Gruppo Atena e il Sindaco hanno premiato la giovane Alessandra Nivoli, psichiatra e ricercatrice alla Università di Sassari, per i suoi studi sui disturbi bipolari e sulla vittimologia Clinica e Forense. Il premio al Personaggio è andato a Mario Logli, già sulla cresta dell’onda per la recente mostra estiva a Urbino,

Gradara e Senigallia promossa dal direttore della Galleria Nazionale delle Marche, Peter Aufreiter presente alla cerimonia. Logli ha donato al Sindaco un suo quadro dedicato a Frontino e al suo paesaggio, ricambiato da un vassoio, opera dell’artista urbaniese Raimondo Rossi. Infine il Premio Nazionale è andato alla scrittrice Mariapia Veladiano per l’opera “Una storia quasi perfetta, Parma 2016. Un romanzo costruttivo che riqualifica il valore dell’amore e della bellezza. Dopo la Messa, ed in apertura del Convegno, fra’ Luigi ha portato il saluto della comunità francescana. E la Pro Loco, con il pranzo finale, ha onorato l’enogastronomia del Montefeltro.
Sergio Pretelli

 

FRONTINO- MONTEFELTRO XXXVI Edizione 2017

 

Sezione “Stili, figure e pratiche della Cultura” a cura del Rotary Club di Urbino

 

MATTHIAS MARTELLI

MOTIVAZIONE

Matthias Martelli, formatosi negli studi liceali classici nella Città Ducale e in quelli storici di livello universitario, diplomatosi alla Performing Arts University di Torino, nel campo delle arti teatrali, ha avuto maestri quali Dario Fo, Philip Radice, Michel Margotta, Eugenio Allegri. Un qualificato e prestigioso magistero che ha arricchito la sua formazione attoriale. Nei suoi spettacoli ha saputo originalmente tradurre gli elementi tipici della satira e della tradizione giullaresca del teatro popolare, reinterpretandoli in chiave moderna. Per la sua attività di attore ha ricevuto importanti premi, tra i quali giova menzionare: nel 2004 il “Premio Alberto Sordi” e il Premio “Uanmansciò – FNAS” e nel 2015 il Premio “Locomix – San Marino”. Il suo spettacolo comico – satirico “Il Mercante di Monologhi”, ispirato alla lezione dei giullari e della Commedia dell’arte, ha messo in scena oltre 200 repliche in due anni e mezzo in festival e teatri italiani. Nel 2015 ha presentato periodicamente, con lo spettacolo “Anche il Re Cade”, il “Varietà della Caduta” al Teatro della Caduta di Torino, entrando anche a far parte del nucleo artistico della compagnia. Nello stesso anno è regista e attore nello spettacolo “L’ultima danza del secolo” con l’acrobata e danzatrice Francesca Garrone. Nel 2016 ha iniziato l’ambizioso progetto di portare in scena “Mister Buffo” di Dario Fo, avvalendosi della regia di Eugenio Allegri. Dopo il permesso concessogli dal Maestro Dario Fo, ha dato avvio ad un percorso che porterà alla prestigiosa coproduzione dello spettacolo da parte del Teatro Stabile di Torino e del Teatro della Caduta, con il debutto fissato per l’ottobre 2017. Per la sua originale vocazione e qualità attoriali acclamate dal successo di pubblico e dal favorevole giudizio espresso dalla critica e per i suoi meritevoli risultati raggiunti nel campo delle arti teatrali la Sezione Rotary Club Urbino del Premio Frontino 2017 propone Matthias Martelli come valido candidato al Premio.

 

LARA OTTAVIANI

 

MOTIVAZIONE

Lara Ottaviani, formatasi nella Città Ducale negli studi liceali e universitari classici, dopo aver collaborato scientificamente con l’Università degli Sudi di Urbino Carlo Bo, usufruito di borsa di studi inerenti la stampa digitale nell’azienda urbinate Arti Grafiche Editoriali, finanziata dalla Provincia di Pesaro e Urbino, ottenuto l’attestato di “Merit” per aver frequentato il corso intensivo di giornalismo alla “London School of journalism”, collaborato e condotto per oltre un decennio il Tg 2000 in prima serata dell’emittente televisiva urbinate Tele 2000, ha intrapreso la sua brillante carriera giornalistica collaborando nel 2003 con la testata giornalistica “il Resto del Carlino”, per la redazione di Pesaro, rivestendo l’incarico di corrispondente della cittadina di Urbania e poi dal 2005 come giornalista della redazione centrale del “Quotidiano Nazionale” sede centrale di Bologna per la realizzazione del settimanale “Qn2” e in seguito con contratti a termine nella redazione de “il Giorno” a Legnano, come redattore. Nel 2006 è tornata a collaborare con il Resto del Carlino, nella redazione di Pesaro e ha ricoperto dal 2009 l’incarico di corrispondente della città di Urbino e del Montefeltro. Inoltre ha svolto progetti di comunicazione per amministrazioni pubbliche o enti privati, moderato convegni e presentato appuntamenti culturali in numerose occasioni patrocinati dal Comune di Urbino e di Pesaro. Da subito ha mostrato, con originale stile relazionale e documentario, valore, attitudine scritturale, obbiettività e intelligenza critica nella sua professione giornalistica occupandosi con qualità e dedizione professionale nel campo della comunicazione pubblica inerente i complessi e articolati settori della politica, della cronaca nera, della cultura, dello spettacolo e dello sport. Per i suoi meritevoli risultati raggiunti la Sezione Rotary Club Urbino del Premio Frontino 2017 propone Lara Ottaviani come valida candidata al Premio.

 

 

Sezione Antonio Mariani per la sperimentazione scolastica

Istituto omnicomprensivo ‘montefeltro’ di Sassocorvaro

 

Alessandro CIMA

 

MOTIVAZIONE

Partire dalla conoscenza delle realtà vicine per poi allargare i confini ed esplorare i mondi lontani era quanto si prefiggevano come obiettivo i programmi ministeriali della scuola media di fine anni settanta per chi studiava geografia. E spesso si veniva a scoprire che situazioni apparentemente inarrivabili e inaccessibili erano invece più simili alle nostre di quanto si potesse immaginare.
Alessandro Cima parte dallo stesso presupposto: il microcosmo di Sestino, che lui conosce bene e che per certi aspetti gli appare troppo stretto e limitato, è comunque lo specchio del macrocosmo dell’Italia, quindi parlare di Sestino è un modo per riferirsi all’Italia intera persino nelle vicende di cronaca nera che hanno occupato con grande assiduità pagine di giornali e notiziari televisivi rendendo famosa a livello nazionale e oltre una piccola frazione come Ca’ Raffaello.
Nella seconda parte del suo scritto l’autore si impegna in un’analisi sociologica che lo porta a concludere che rendere più appetibile e competitivo per un giovane il piccolo centro di Sestino potrebbe esporlo a rischi di inquinamento sicuramente da evitare. E anche puntare sulle energie alternative potrebbe essere impedito da interessi superiori. Perché il vero rischio e pericolo che Alessandro individua lucidamente è che si stia andando incontro “a problemi sempre più gravi per colpa di un gruppo ristretto di persone che agiscono per interesse personale ed egoismo.” E a questo punto scatta il grido di allarme e la voglia di riscossa del giovane che, come tanti altri giovani hanno sempre fatto, sogna di poter cambiare il mondo.
Le parole di Alessandro sono di una chiarezza disarmante e cariche di entusiasmo al punto da indurre il lettore a credere che il suo proclama sia davvero realizzabile. “Non vedo l’ora – afferma – che ciò succeda così da poter convogliare l’attenzione comune verso chi crea veramente problemi e non verso gli immigrati che “ci rubano il lavoro”. Per una volta, allora, ci rivolteremo contro il potente per combattere a favore di valori reali e non contro gli ultimi, i poveri, i drogati, gli stranieri, capri espiatori impossibilitati a reagire. Sestino è il mondo o meglio l’unione di tante Sestino crea il mondo… magari il cambiamento partirà proprio da qui”.

 

 

Sezione Umane diversità a cura del Gruppo Atena srl

 

ALESSANDRA M. A. NIVOLI

 

MOTIVAZIONE

Per la Sezione “Umane diversità” si rivolge l’attenzione alla Dott.ssa Alessandra Nivoli, Ricercatore universitario in Psichiatria all’Università degli Studi di Sassari e Dirigente Medico presso l’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Sassari. E’ autrice di importanti lavori scientifici sul Disturbo Bipolare, pubblicati in riviste ad alto Impact Factor e con numerose citazioni. Attualmente è presidente della Commissione Nazionale di Vittimologia Clinica e Forense. La vittimologia si occupa a livello multidisciplinare degli aspetti biologici, psicologici, psichiatrici, sociologici, giuridici e politici della vittima, vittima intesa come quel soggetto in sofferenza fisica e psichica che ha subito un danno in seguito a eventi interpersonali spesso devianti o antigiuridici, o catastrofici causati dall’uomo o dalla natura. Alessandra Nivoli è tra gli autori del testo “Vittimologia e Psichiatria” edito da Edi – Ermes. Dal libro emerge l’importanza della vittimologia per tutti gli operatori della salute mentale e la necessità di ridurre lo stato di sofferenza della vittima e reinserirla attraverso modalità mediche, psichiatriche, socio-assistenziali, giuridiche e politiche nuovamente in ruoli sociali gratificanti con buona qualità di vita attraverso interventi bilanciati e preventivi precoci. Il testo inoltre fornisce informazioni utili per migliorare l’approccio umano, sociale e giuridico alla vittima nei suoi aspetti clinici e forensi.

 

 Sezione “Ambiente” a cura del Parco Interregionale del Sasso Simone e Simoncello

 

GIUSEPPE ANTOCI

 

MOTIVAZIONE

Per aver coniugato la tutela dell’ambiente con la difesa della legalità.
Interprete di un modello di governo concreto, esempio di coraggio e determinazione.
Il percorso di legalità intrapreso dal Presidente del Parco Regionale dei Nebrodi è diventato patrimonio dell’intera Nazione.
Rara testimonianza di impegno civile, che attraverso il governo di un’area protetta regionale è riuscito ad infondere la speranza per un futuro migliore del nostro Paese.