Fugadallacitta

Fano. 28 maggio 2014. San Michele, “Dalla città… la fuga”, Mostra fotografica di Luciana Zanetti

in Arte

Fano. 28 maggio 2014. San Michele, “Dalla città… la fuga”, Mostra fotografica di Luciana Zanetti

Fugadallacitta

 

Fano. Giovedì 29 maggio 2014 alle ore 17 verrà inaugurata la mostra fotografica “Dalla città…la fuga” della coreografa e docente di Danza Luciana Zanetti, già prima ballerina della Scala di Milano.La mostra, curata da Giancarlo Bassotti e Daniela Amadei rimarrà aperta tutti i giorni dal 29 maggio all’8 giugno dalle 17,00 alle 23,00, il sabato e la domenica anche dalle 10,30 alle 13,00. La mostra prevede un’esposizione di fotografie realizzate dall’artista di notte in autostrada con una semplice macchina fotografica così si esprime Alberto Berardi: “Il risultato è sorprendente. Le immagini raccontano la fuga dalla città reale verso quella sognata, pensata,persino disegnata. Via dai rumori,via dalle luci, via dalla città tentacolare. Una donna inseguita, preceduta, immersa in una cavalcata apocalittica dai mille colori improbabili che solo la camera registra. Ma il cancro è ovunque, le stesse Autostrade Veloci che ci illusero non portano fuori, portano dentro, dove il male è nato e continua ad alimentare metastasi. Luciana Zanetti forte della sua educazione alla bellezza, quella che profeticamente è stato detto “salverà il mondo”, ha con la sua opera cercato di anticipare i tempi scoprendo che non sono ancora maturi”. 

 

SGUARDO E VISIONE

 

di Giancarlo Bassotti

 

Ciò che colpisce nei nuovi lavori di Luciana Zanetti è il nomadismo dello sguardo.

 

Uno sguardo errante alla ricerca di qualcosa, ancora indefinito. Di un ignoto affascinante che, all’improvviso, si appalesa come realtà indipendente, autonoma che crea anche timore, paura, smarrimento. Uno sguardo curioso, attento, fiducioso che qualcosa di magico possa accadere, che possa trasformare un sogno in realtà.

 

E la magia avviene. L’aspetto del reale che l’occhio cogliere è aumentato dall’obbiettivo. La visione sintetica dell’occhio è affiancata da quella analitico-meccanica della camera che coglie la realtà oltre i sensi e restituisce qualcosa in più che, l’occhio attratto dalla sua stessa visione, non riesce a percepire. L’immagine che si disvelerà in camera oscura è una sorta di immagine in cui la realtà apparirà aumentata.

 

La magia si ripete anche nella serie di opere che Luciana Zanetti ha dedicato alla sua città. Lei non sembra amare la città, anzi tutto lascia trasparire che ne intensa fuggire. Descrivendo la sua fuga, inventa un codice di segni noti e no, prevedibili e no, in cui l’espressione ed il contenuto instaurano, un rapporto di interazione con chi guarda ed una rappresentazione condivisa della realtà-città.

 

Dispersi nell’aria segni cuneiformi disegnano improbabili formule algebriche, così come forme geroglifiche evocano alfabeti ideogrammatici.

 

I segli e le forme descrivono moti e dinamismi autonomi, incontrollati e generano una sorta di moto perpetuo, inarrestabile che cattura e attrae lo sguardo di chi osserva l’immagine, avvolgendolo in una sensazione di vortice visivo che si placa solo nell’intervallo di tempo che passa in nella visione tra un’immagine e l’altra

Giancarlo Bassotti

 

*

 

 

CHE FORMA HA LA LIBERTA’?

di Daniela Amadei

 

La risposta è nell’opera dio Luciana Zanetti donna capace, in pochi scatti, di impressionare la libertà.
Impressionare con un duplice significato, quello legato all’azione fotochimica dei raggi luminosi sulla sostanza sensibile della pellicola e, al contempo, quello di fissare, impressionare ed emozionare il nostro animo. Mirabilmente è riuscita a dare una forma alla libertà, così desiderata e rincorsa da tutti e al tempo stesso così difficile da raggiungere e conquistare. Pochi riescono a trovarla, pochi riescono a raccontarla, Luciana l’ha trasformata in Arte.
Linee sinuose che danzano senza paura… questa la libertà!

Il desiderio di sentirsi liberi prende il sopravvento ed inevitabilmente si percorre una strada che ci porta via dalla città, da un mondo fatto di costrizioni e schemi di cui non si vuole più far parte. Inizia un viaggio il cui unico obiettivo è la libertà, l’unico nemico il tempo, l’unica arma per raggiungere l’obiettivo la velocità. Dal momento in cui si esce dalla città ecco che si diventa un fascio colorato che danza tra le curve, che sfreccia nei rettilinei… a volte da solo, a volte insieme ad altri cercatori della libertà… Ora rosso. Ora bianco. Ora giallo… ma sempre con l’adrenalina addosso che è benzina di questo viaggio.

Ed è così che improvvisamente ti accorgi di essere diventato un sogno sognante impresso dall’artista.

Daniela Amadei <