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PAPA FRANCESCO LUMEN FIDEI

Presentata l’Enciclica LUMEN FIDEI

in Costume

Presentata l’Enciclica LUMEN FIDEI

 

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Presentata nella Sala Stampa affollata come per le grandi occasioni l’Enciclica Lumen Fidei che per la vulgata dei mass media è già “l’Enciclica scritta a due mani“. A farlo sono stati il Cardinale Marc Ouellet Prefetto della Congregazione dei Vescovi e i Vescovi Gerhard Ludwig Mueller, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede e Rino Fisichella, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione. Citarli è importante per capire in quale ambito questa nuova Enciclica tende ad indirizzare il suo messaggio. Per completare l’informazione titolo completo è: ” Lettera Enciclica LUMEN FIDEI del Sommo Pontefice FRANCESCO ai Vescovi ai Presbiteri e ai Diaconi alle Persone Consacrate e a tutti i fedeli laici sulla Fede“. E’ proprio scritta a due mani? E’ importante saperlo? Certamente no. Anche se ad una rapida lettura della sintesi data ai giornalisti pressati dal tempo, emergono con sufficiente chiarezza le due vie, quella teologica e quella pastorale, connotazione questa sottolineata da Mons Fisichella che afferma ” Lumen Fidei è una enciclica con una forte connotazione pastorale … Papa Francesco, con la sua sensibilità di pastore riesce a tradurre molte questioni di carattere prettamente teologico in tematiche che possano aiutare la riflessione e la catechesi “.

Tutto ciò è vero ma è solo una parte del tutto e non la prevalente. E’ suddivisa in quattro capitoli, preceduti da una introduzione e soprattutto è la continuità “logica” delle precedenti encicliche di Benedetto XVI sulla carità e la speranza. Un percorso basato su una complessità ed uno spessore teologico e culturale vasto e profondo, che già colpisce nell’inversione stessa delle virtù teologali, come eravamo abituati a recitare. La luce come carattere fondamentale della fede: “Chi crede, vede” si legge nell’introduzione. Il primo capitolo è da Giovanni: ” Abbiamo creduto nell’amore”, la fede come “ascolto” della parola di Dio. Il secondo (Isaia) “Se non credete, non comprenderete” il legame stretto fra “fede verità”. Il terzo (ai Corinzi) ” Vi trasmetto quello che ho avuto”: l’evangelizzazione. Il quarto (Ebrei) “Dio prepara per loro una città”: la fede “un bene per tutti, un bene comune”. Nella conclusione il Papa invita a guardare Maria ” icona perfetta della fede”. Qualcuno fra i presentatori ha detto che c’è “molto di Benedetto XVI e tutto di Papa Francesco”. Sembra una ” excusatio non petita”. Dalla lettura si scoprirà che c’è molto del Papa Emerito e molto del Papa regnante. E’ un documento da leggersi con attenzione perché ricco di spunti. In certi passaggi, a cinquant’anni dall’apertura de Concilio Vaticano II dà l’impressione, fra le tante, di riaprire un dialogo interrotto.

Il 5 luglio rimarrà nella storia della Chiesa. Al mattino il primo incontro, all’interno delle mura leonine, a poche ore dalla presentazione della nuova Enciclica, fra Benedetto XVI ( ” in ottima forma”) come ha dichiarato padre Lombardi, direttore della Sala Stampa e Francesco. Poi la notizia di un Concistoro per annunciare la santificazione di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. (Angelo Sferrazza)