Il Lisippo: la lotta per la tutela della storia e dell’arte italiana

in Arte/Cultura

 

L’Associazione Le Cento Città attraverso il suo compianto Presidente dell’epoca, Avv. Tullio Tonnini, unitamente al Prof. Alberto Berardi, presentò nel 2007 l’esposto alla base del procedimento conclusosi con la sentenza della Suprema Corte di Cassazione n. 22/2019, con cui è stata confermata definitivamente la terza ordinanza (conforme) di confisca, emessa dal Giudice pesarese cons. Gasparini, della statua denominata ”Atleta di Fano” o ”Atleta Vittorioso” ed attribuita allo scultore Lisippo, nei confronti del J. P. Getty Trust. La suddetta sentenza della Cassazione è stata dunque preceduta da ben tre Ordinanze, emesse da Giudici Italiani (pesaresi), che hanno statuito il diritto dell’Italia alla riconsegna della ridetta statua, accertandone la proprietà italiana sia in base alle norme italiane di diritto privato e pubblico, sia in base alle norme internazionali private e pubbliche, accertando inoltre la esportazione illecita della statua e la totale mancanza di buona fede nell’acquisizione della statua da parte del museo californiano. Le statuizioni giudiziarie e gli studi storico-estetici di eminenti storici dell’arte hanno inoltre dimostrato l’appartenenza della statua alla storia e cultura non solo greco-romana ma italico-italiana in senso proprio. Il percorso giudiziario, decennale, complesso e svoltosi nel pieno contraddittorio delle parti ha quindi definitivamente accertato in modo inconfutabile la proprietà dello Stato Italiano sulla statua di immenso valore artistico a seguito del suo illecito trafugamento. Attualmente essa si trova presso il Getty Villa Museum di Malibù, California (USA) che la detiene pertanto illecitamente. L’Autorità Giudiziaria Italiana ha già avanzato rogatoria, trasmessa il 05/07/2019 dal Ministero di Giustizia italiano al Dipartimento della Giustizia Statunitense con sede in Roma.

A tutt’oggi non vi sono riscontri da parte del Paul Getty Trust alla chiara posizione della Autorità giudiziaria e dello Stato italiani. Risulta per converso essere stata posta in essere dal Museo californiano una campagna anche mediatica di non corretta informazione sull’intera vicenda storica e giudiziaria, ciò che rende necessario e doveroso contrastare tale distorta ‘narrazione’ con fatti e documenti, interessando e coinvolgendo l’opinione pubblica, italiana ed internazionale. Per queste ragioni è stato creato un sito internet interamente dedicato all’Atleta Vittorioso di Lisippo in cui far emergere le ragioni culturali e di diritto poste alla base del rientro dell’opera in Italia. Inoltre all’interno del suddetto sito viene promossa una iniziativa di raccolta di firme (petizione) per rendere ancor più efficace l’azione prospettata.

Nel nome del diritto di ogni opera d’arte, destinata alla fruizione in luogo pubblico, alla sua ricontestualizzazione storico-culturale, si CHIEDE di sottoscrivere, e condividere, la petizione disponibile sul sito www.lisippoinitalia.it, sulla pagina Facebook Lisippo in Italia e sul profilo Instagram lisippoinitalia, a favore del rientro dell’opera in Italia, Paese in cui lo scultore Lisippo ha vissuto ed operato per lungo tempo, ivi creando due delle sue più grandi opere, l’Eracle e lo Zeus. I canoni scultorei del Lisippo hanno costituito un modello di riferimento nell’arte Italiana dall’epoca Romana fino al Rinascimento.

Si ritiene che, grazie all’iniziativa di un comitato promotore (l’associazione culturale L’Arte in Arte di Urbino, intorno alla quale si sono raccolti esponenti culturali di varie discipline e liberi cittadini sostenitori della causa) e ad un lavoro ‘di rete’ che il sito promuove, la sensibilizzazione sull’argomento possa arrecare un grande contributo all’impegno posto in essere dallo Stato Italiano per l’affermazione della proprietà italiana sull’opera e il rientro in patria della statua.