FANO Biblioteca Feericiana - Sala dei Globi

L’EDUCAZIONE BIBLIOTECARIA

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L’EDUCAZIONE BIBLIOTECARIA

 

 FANO Biblioteca Feericiana - Sala dei Globi

Come ci si avvicinava al libro negli anni subito dopo la fine della seconda guerra? A meno di non chiamarsi Monaldo Leopardi, alle biblioteche pubbliche o private. Raccontare questo itinerario negli anni cinquanta, in una media città di provincia, terminale dell’antica Flaminia, può insegnare qualcosa al tempo di internet E’ quel che è capitato a chi scrive.

 

Primi anni di elementari dove valeva il motto” Libro e moschetto, fascista perfetto”. In casa pochissimi libri, ma un utile giochino di legno per imparare a leggere e scrivere affettuosamente chiamato “giocando si impara”. Uno dei primi libri che vidi, incredibilmente salvato dalla guerra e che conservo, aveva un titolo ad effetto Dall’aquila imperiale alla bandiera rossa ed ebbe un grande successo negli anni del fascismo, pubblicato in Italia da Salani.

 

Autore un generale russo dei cosacchi, Petr Nicolaeivic Krassnoff, che combatté nel ’17 contro i bolscevichi, sconfitto riparò in Francia dove scrisse varie opere. Nella seconda guerra mondiale fu agli ordini di Hitler, organizzò un paio di divisioni di cosacchi, di una crudeltà pari se non superiore alle SS che operarono anche in Italia.

 

Catturato dagli inglesi fu consegnato ai russi, che lo impiccarono nei bui sotterranei della Lubianka. Dopo la guerra nella nuova casa di una anziana zia maestra con una piccola biblioteca. La prima che vedevo. Mi catturarono due volumi dell’Antico e Nuovo testamento illustrati da Gustavo Doré (1880) fratelli Treves e L’arte attraverso i secoli 1878, sempre Treves.

 

Scuola media, uno straordinario insegnante, Ezio Bolaffi, ebreo, docente di storia della letteratura latina all’Università di Bologna, cacciato con le leggi razziali del 1938. Scampato alle retate nazifasciste, il professore scelse,in attesa della pensione, la piccola città e una scuola media. Mi chiese di aiutarlo a sistemare i libri che era riuscito a salvare. Aiutai dopo un nostro vicino di casa, il professor Bevilacqua, figlio di Mimì Carducci .In una confusione inenarrabile, in disordine, vidi appunti, note, fogli e fogli scritti dal Poeta.

 

Difficile immaginare in quella confusione la presenza del suo spirito.

 

Ginnasio.

 

I Frati cappuccini, che avevano una biblioteca circolante mi chiesero di aiutarli a rinnovarla. Suggerii, Cesare Pavese, William Faulkner ed altri. Fu un disastro. Proteste di anziane signore, il diavolo in convento! Ma il vecchio e saggio Padre bibliotecario, letto Pavese, approvò con entusiasmo la scelta. Poi liceale finalmente l’ingresso nella importante,antica e severa, Biblioteca Federiciana, fondata alla fine del ‘600 con un lascito di ben 12.000 volumi da l’abate Domenico Federici, poeta e diplomatico. Un anziano bibliotecario, magro, altissimo, che non sopportava i “ragazzi”, vigilava su quel sacrario polveroso, ma ricco di incunaboli, cinquecentine, alcune stampate nella città da un tipografo ebreo, a cui era stato concesso farlo, Girolamo Soncino.

 

Nel sacrario poi c’era un angolo per le riviste politiche e letterarie. Una in particolare mi attrasse, colorata e non come le altre quasi tutte di un colore cuoio stinto: Comunità di Olivetti. Segno dei tempi che cambiavano. Per i curiosi, la città è Fano.

 

Angelo Sferrazza