Bianchello del Metauro Gessara di Giuseppe Vitali
Parliamo di un Bianchello del Metauro di costa, che abbiamo conosciuto sul luogo di produzione, fra terra e cielo, le colline pesaresi verso il mare all’orizzonte. Prendiamo in mano la bottiglia borgognona di vino imbottigliato in loco da Augusto Vitali, 2018 14% e leggiamo.
“Colline orientate a Sud, luminose, mare alle spalle, fra Fano e Pesaro: nell’800 ospitavano cave di gesso, ma già agli inizi del ‘900 erano ricoperte di vigneti, Acquistammo l’azienda nel 1931: dei sette ettari di vigne, decimati dall’oidio e dalla fillossera, restavano solo una ventina di ceppi.
Nel 1935 i nuovi vigneti cominciarono a dare i primi frutti e, da allora, la produzione dell’Azienda non si è più interrotta.
Un po’ di storia per questo bianco prodotto da uve di Bianchello del Metauro, raccolte a mano e vinificate con cura”.
Il bianchello Gessara è piacevole, suggerisce sensazioni di freschezza, di compiaciuto consenso, di amarognolo trasmesso dalla brezza marina e da un senso di benessare e sensazione di asperità dovuta alla bora. Il mare Adriatico è pronto all’ascolto della stagione nella costa di Fosso Sejore, asciutto, una costa non massacrata dal cemento e dalla aridità, con una fuga di colline fino a S.Andrea in Villis, vicino al Circolo Acli, nella strada per Novilara.
L’Azienda Vitali può dare soddisfazione anche con i rossi, in particolare il Colli Pesaresi Sangiovese Villa Alta 2017 “è qui, piccoli gruppi di case sparse. le ’Villae’- leggo nell’etichetta della bottiglia bordolese -, disciolte e quasi nascoste nei campi. Sulla collina più alta ci sono la nostra Azienda e i vigneti da cui nasce questo vino, ottenuto da sole uve di Sangiovese di nostra produzione, raccolte a mano e selezionate con grande cura”.
Il luogo gode del fascino del vicino Adriatico per il profumo e lontano nella sabbia custode millenario diel Lisippo l’Atleta di Fano, poi di una casa padronale ottocentesca con le stanze fra piano terra e cantina per le attività vinicole a misura familiare.
Si va con la dama per il bianchello e il sangiovese e si passa accanto alla vetrina delle bottiglie. Il bianchello 2019 è già appassionato e a portata del bicchiere, i rossi sono in botte e già piacevole e fresca bevanda.. Il dialogo è con Augusto Vitali, che custodisce i segreti del nonno e del padre e che ama follemente la sua Azienda, piccola come un tesoro, fedele, una bontà: quel luogo, la cantina, è una scelta di vita, la risorsa nutrita dalla gioventù nella cultura del Nolfi.
Gastone Mosci
BACCO SULLA PANTERA , IL DIO DEL BIANCHELLO
Da Urbania il ceramista Raimondo Rossi ha trasmesso a Fano città, al nostro sito web, l’immagine fanese di Bacco sulla pantera accanto alle viti ed ai grappoli d’uva, che gusta il bianchello del Metauro, una immagine leader della nostra grande produzione enologica, sempre più ai vertici dei brindisi della primavera.
Mosaico pavimentale scoperto a Fano in via Montevecchio dietro la cattedrale, conservato al Museo civico della città (vd. M. Luni, “Archeologia delle Marche”, Nardini Editore 2003, p. 324).
Rappresenta il dio greco Dioniso, Bacco a Roma, che cavalca una pantera, , sulle spalle la pardalide, in una cornice di tralci di vite e pampini. Dioniso, il dio scopritore del vinio dalle innumerevoli metamorfosi: tigre, pantera, toro, animali tutti a lui sacri. Nella iconografia è spesso accompagnato da essi, ornato di una pelle maculata, la pardalide.
Una bella scultura orna il fastigio dell’Opera di Stato di Dresda: una quadriga guidata da Dioniso con la sposa Arianna, trainata da pantere.(MGS)