La pesca di Montelabbate
Nel 2010, quando ero docente di Biochimica industriale nel Corso di Laurea in Biotecnologie, sede di Fano, venne organizzato un corso per Ambasciatore Territoriale Enogastronomico. Il corso si tenne a Pesaro, presso l’Istituto Alberghiero e vi parteciparono molti giovani diplomati con varie esperienze lavorative. Per consolidare i contenuti teorici che fornivamo nelle lezioni frontali, chiedemmo ad ogni studente di fare un elaborato individuale su un prodotto tipico delle Marche e di ipotizzarne la valorizzazione con una o più idee applicative, inclusa l’analisi dei costi di produzione, imballaggio, conservazione e marketing. Uno degli studenti mi propose di valorizzare la pesca di Montelabbate, con l’intento di trovare possibili combinazioni tra pesca e altri prodotti tipici, per arrivare a sinergie di marketing in cui un prodotto trascinava la promozione di un altro.
Accettai volentieri la sua proposta e lo incoraggiai a scrivere il suo piano. Mi presentò una prima proposta che analizzava la possibilità di creare una bevanda a basso grado alcolico combinando Bianchello del Metauro con il succo di pesca. In seconda istanza mi portò una seconda proposta che prevedeva una miscela di purea di pesca con succo di carota e succo di mirtillo. Il tutto era corredato, come richiesto, da sistema di pastorizzazione, packaging, piano economico e piano di marketing. Io e lo studente partecipammo alla edizione 2011 della “Sagra delle pesche di Montelabbate” per discutere con i responsabili del consorzio di produzione la fattibilità di quelle proposte. Rimase tutto sulla carta ma mi piace ricordare oggi questo episodio perché, probabilmente nel 2022, si potrà ripartire anche con le sagre e con la valorizzazione dei nostri prodotti.
La manifestazione che riguarda la pesca di Montelabbate è la manifestazione locale di prodotti tipici più antica della provincia di PU, voluta fin dal 1946 da alcune persone legate alla coltivazione, alla produzione e alla vendita della pesca. Sarebbe un peccato se, dopo il necessario periodo di distanziamento sociale, si affievolisse la spinta alla realizzazione di questo evento.
La pesca di Montelabbate è un prodotto di qualità del nostro territorio. La sua zona di produzione è compresa tra i comuni di Montelabbate, Colbordolo, Sant’Angelo in Lizzola, Tavullia, Monteciccardo e Pesaro, dove viene coltivata la varietà nettarina (pesche noci). Le aziende certificate che la producono sono 24 su un’area di 60 ettari. Il prodotto beneficia del marchio di qualità regionale “Qualità Marche” che impone un disciplinare di produzione e conservazione rigoroso. La pesca viene coltivata per la maggior parte in regime di agricoltura integrata.
La sua qualità nutrizionale è data dalla ricchezza in oligoelementi come potassio, calcio, ferro, dal buon contenuto di fibre e di vitamine C e B. Notevole è anche il suo contenuto in polifenoli. A questo proposito nel 2008, Giuliana Noratto una ricercatrice in scienza degli alimenti, che ora è docente presso l’Università del Texas, ha scoperto, nel corso della preparazione della sua tesi di laurea, che gli acidi clorogenico e neoclorogenico della pesca esercitano una azione protettiva contro una forma di tumore al seno, insensibile agli estrogeni.
Oltre alle proprietà nutrizionali e salutistiche della pesca sono rilevanti anche le proprietà tecnologiche, dato che la pesca di Montelabbate oltre ad essere consumata tal quale, si presta bene ad essere trasformata in succhi di frutta, gelati, sorbetti, dolci e torte.
In conclusione, i nostri produttori vanno sostenuti e incoraggiati da noi cittadini nel duro lavoro di produzione e conservazione di questo prodotto di eccellenza, soprattutto adesso che la pandemia ha sottratto a loro anche la via di promozione tramite la sagra paesana. I giovani talenti che provengono dalle scuole alberghiere dovrebbero farsi avanti per sperimentare e suggerire nuovi prodotti a base di pesca. Noi tutti abitanti del territorio della provincia PU, quando la troviamo sui mercati e nei negozi, dobbiamo prediligere la scelta di questa pesca. Coloro che trasformano la pesca in derivati, come marmellate, sorbetti e torte, devono rendere noto che hanno utilizzato con successo la pesca di Montelabbate. Infine, va ricordato che la crostata con spicchi di pesca tal quale o con confettura di pesca, si abbina molto bene con un Bianchello del Metauro fresco e amabile.
Paolo Ninfali