ANPC, Celebrazioni per il 25 APRILE: Piazza virtuale e ricordo della nascita delle Aquile Randagie (22 Aprile 1928)

in Eventi

Il 75.mo Anniversario della Liberazione, il 25 aprile 2020, verrà celebrato in una situazione – nazionale e mondiale – del tutto particolare, che potrà indurre molti a riscoprirne il senso e i significati profondi.

Non in piazza né per le strade, ma forse più uniti, nonostante la provocazione e il tentativo di mistificazione di chi vuole rompere la quarantena per contestare il significato di quella che è una Festa nazionale (istituita con una legge dello Stato nel 1949) essenzialmente dedicata all’unità.

Quest’anno verrà celebrata in casa, e le Associazioni che da sempre la promuovono e sostengono hanno proposto di esporre il tricolore alle finestre e – alle 15 del 25 aprile – di intonare tutti il canto dei Partigiani assieme all’Inno nazionale, entrambi simboli di identità nazionale e di libertà.

Chi mette in discussione o dileggia il senso di questa Festa – tra le date costitutive dell’identità e della memoria nazionali – nega la vicenda storica del nostro Paese e dell’Europa. La libertà democratica appartiene a tutti – uomini e donne – ed è stata conquistata col dono della vita anche per coloro che la negano. L’auspicio è che attraverso l’informazione e i social sempre più persone – e soprattutto i più giovani – conoscano e comprendano questa storia e quella del continente bruciato da ideologie farneticanti e tragiche.
Il pericolo maggiore è quello della superficialità e dell’oblio. Siamo chiamati a ricordare che è Festa davvero ricordare 75 anni di pace, della libertà e della dignità riconquistate dopo vent’anni di dittatura fasciata, con le leggi razziali, con la sciagura della guerra a fianco dei nazisti.

Coloro che vorrebbe sostituire la denominazione della festa intitolandola a chi ha perso la vita per il Coronavirus, dimenticano anche che molte di più sono state le vittime di una disastrosa guerra.
Riconoscere il valore del 25 Aprile come parte dell’identità storica del paese significa, proprio in queste settimane così difficili e sofferte, ricordare a tutti che – pur nelle legittime diversità di idee, sensibilità, culture – siamo e restiamo Popolo.

Il 25 aprile del 1945 è la data di nascita di una nazione che ha saputo scegliere da che parte stare, confermata quando si è presentato l’appuntamento del 18 aprile 1948 e che si è riflessa negli sforzi e nei progetti per un’Europa unita. Ha fornito la classe dirigente che ha preparato e votato la Costituzione, che all’art. 32 sancisce “la tutela della salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”.

La protezione che gli Italiani hanno potuto avere in questa terribile contingenza deriva dal Sistema Sanitario Nazionale, che ha il fondamento nella Costituzione ed è universale, uguale, equo.

Coloro che si commuovono per il valore dei nostri professionisti sanitari e si scandalizzano per le eventuali lacunosità nei servizi non sono stati tanto attivi nel difendere il Sistema sanitario quando subiva tagli nel budget, nei servizi e nel personale, solo perché considerato costoso.

Il 25 aprile è festa anche per loro, perché 75 anni fa si è conclusa una vicenda che dalle divisioni ha voluto costruire una comunità democratica, fondata sulla libertà conquistata da pochi, ma per tutti.

Per la sera del 25 aprile l’ANPC – memore della propria identità, che portò tanti uomini e donne a partecipare alla Resistenza in nome della ispirazione cristiana – propone anche l’iniziativa “La luce della Speranza”: al calar della sera accendiamo una candela e poniamola sul davanzale della finestra per ricordare tutti coloro che sono morti per la Libertà. Sarà anche un segno di speranza nel futuro e uno stimolo per discernere e affrontare i tanti cambiamenti a cui sarà sottoposta la vita di tutti.

PIAZZA VIRTUALE

Vi segnaliamo l’iniziativa comune di ANPC, ANPI, della rete nazionale Ferruccio Parri e di tante realtà di impegno sociale, civile, sindacale e politico come l’Ass. Rosa Bianca, le Acli milanesi e bresciane, le Fiamme Verdi. E’ prevista alle ore 15,00 l’avvio di una piazza virtuale. Noi come Anpc partecipiamo ad una videoconferenza.
In questa locandina tutte le info: 20200425v2 Aprile Ribelli per Amore

22 Aprile 1928: la nascita delle Aquile Randagie

La storia

La legge n. 5 art. 3 (9 gennaio 1927) dell’Opera Nazionale Balilla (ONB) decreta lo scioglimento dei Reparti Scout nei centri inferiori a 20.000 abitanti ed obbliga ad apporre, ai restanti, le iniziali ONB sulle proprie insegne. Il 9 aprile 1928 il Consiglio dei Ministri modifica la legge ONB che col decreto n. 696, firmato dal capo del Governo Mussolini e dal Re, dichiara soppresso lo Scoutismo. Nell’ultima udienza all’ASCI in Arcivescovado, tra le lacrime, alla presenza del Card. Tosi, sono simbolicamente deposte sull’altare e consegnate “le fiamme” dei Reparti milanesi. Ma se è soppresso lo Scoutismo, alcuni Capi sono decisi a serbare fede alla “Promessa” e alla “Legge”; Giulio Cesare Uccellini Capo del MI II, che prenderà il nome di Kelly durante la resistenza, e Andrea Ghetti Scout del MI XI, detto Baden, che definisce così la clandestinità delle Aquile Randagie. Il movimento Scoutistico clandestino nella mentalità di Kelly aveva un duplice scopo: mantenere l’idea di personalità, di libertà, di autonomia, di fraternità e preparare i quadri per il momento della ricostruzione; avere una forza propria di resistenza ideologica per impedire ai giovani di accettare una sola visuale della vita, della storia, della politica. Il valore di questo sta nel fatto che furono dei ragazzi a dire NO al fascismo, quando tutti si piegavano nonostante le denunce con interrogatori alle sedi fasciste e alla Questura, ma il nostro NO rimaneva intatto”. Ha così origine il primo gruppo cattolico antifascista. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 le Aquile Randagie, insieme ad altri, diedero vita all’OSCAR (Organizzazione Scout Collocamento Assistenza Ricercati) che si impegnò in un’opera di salvataggio di perseguitati e ricercati di diversa nazione, razza, religione. Grazie al loro aiuto infatti più di 2000 persone, riusciranno a superare il confine Italiano e raggiungere la Svizzera. Alla fine della guerra, le Aquile Randagie proteggeranno tedeschi e italiani artefici di violenze, ricercati dai partigiani, chiedendo per loro una giusta pena con un giusto processo. Nel 2019 è uscito un film che ne racconta la storia, diretto da Gianni Aureli.

 

Riportiamo qui un pezzetto de “la Preghiera del Ribelle” che Don Giovanni Barbareschi, presbitero Aquila Randagia, che ha portato fino alla fine dei suoi giorni la sua testimonianza,  recitava alla fine di tantissimi suoi interventi e interviste:

“Dio che sei verità e libertà, facci
liberi e intensi: alita nel nostro proposito,
tendi la nostra volontà. Quanto più s’addensa e
incupisce l’avversario, facci limpidi e diritti.
Ascolta la preghiera di noi ribelli per amore”.