Senigalli Giornata Rodano

Senigallia, 9 ottobre 2015 ore 16.00 Franco Rodano

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Senigallia, 9 ottobre 2015 ore 16.00 Franco Rodano: Il comunista sulla via di Cristo

 

Senigalli  Giornata Rodano

 

AVVENIRE, 10 luglio 2013

Rodano, il comunista sulla via di Cristo

di Filippo Rizzi

Uno dei padri nobili del Compromesso storico tra Dc e Pci nel lontano 1978, l’abile consigliere (definito per questo «l’eminenza grigia», «il consigliere del principe») di Palmiro Togliatti ed Enrico Berlinguer, l’antifascista, ma soprattutto Franco Rodano è stato associato da un appellativo che ha quasi cadenzato la sua breve e intensa vita (1920-1983): il cattocomunista. Sono trascorsi 30 anni dalla scomparsa di questo complessa figura di cattolico sui generis, avvenuta il 21 luglio del 1983 a causa di una crisi cardiaca a Monterado nelle Marche, che con la sua azione di intellettuale atipico e «cristiano nella sinistra» tentò, come disse l’allora presidente della Repubblica Sandro Pertini, di «conciliare nel movimento dei cattolici comunisti i valori della tradizione cristiana e cattolica con quelli della rivoluzione d’ottobre».

E non è forse un caso che stelle polari della speculazione filosofica e politica di Rodano nell’arco della sua vita siano stati soprattutto Karl Marx e Tommaso d’Aquino. A colpire ancora oggi di questo cattolico irregolare perché militante del Pci è il suo retroterra spirituale di riferimento: pur essendo nato a Roma frequenta le elementari a Bologna (avendo tra i suoi compagni di classe il coetaneo Enzo Biagi); fondamentale sarà soprattutto negli anni dell’adolescenza il passaggio a Roma con l’iscrizione dal 1935 al 1940 al prestigioso liceo classico Ennio Quirino Visconti, (uno degli ultimi focolai antifascisti nella Capitale come il D’Azeglio di Torino). Saranno questi gli anni decisivi per l’impronta cattolica di Rodano: frequenta la congregazione mariana La Scaletta diretta dai padri gesuiti; milita nell’Azione Cattolica e nella Fuci. Una traccia indelebile nella vita del giovane Rodano sarà l’incontro con gli Esercizi Spirituali di Sant’Ignazio e con il padre gesuita Giuliano Prosperini. È questo il periodo delle grandi turbolenze giovanili di Rodano, delle intense letture (da San Tommaso, alla Bibbia a Giovanni della Croce), dell’apostolato giovanile, delle penitenze pietistiche in perfetto stile gesuitico ma anche delle grandi decisioni: tra il 1938 e il 1940 partecipa al Movimento dei cattolici antifascisti.

Sono gli anni degli incontri con grandi personalità del suo tempo, ideologicamente e culturalmente diverse tra loro: da Luigi Gedda a Giuseppe Lazzati, da Giaime Pintor a Giulio Andreotti (con cui esprimerà il suo personale disaccordo per la posizione ufficiale della Fuci sulla guerra civile spagnola, sposando invece la tesi di Bernanos), da Adriano Ossicini a don Giuseppe De Luca. Toccherà, strano a pensarsi, proprio a Rodano sotto pseudonimo firmare per le pagine dell'”Osservatore Romano” il 14 marzo del 1942 un articolo dal titolo asettico «Alessandro Manzoni antiMachiavelli». Il 18 maggio dell’anno successivo verrà arrestato dalla polizia fascista e poi, dopo la caduta del fascismo (25 luglio 1943), liberato. Tappa fondamentale della biografia di Rodano sarà la notte di Natale del 1944 nella sua abitazione di via dei Fienili, a due passi dal Campidoglio. Commensali di quel banchetto natalizio, oltre a Rodano e la moglie Marisa Cinciari (conosciuta giovanissima al Circolo San Pietro), don Giuseppe De Luca, l’uomo di fiducia degli allora monsignori della Curia pacelliana Alfredo Ottaviani e Domenico Tardini, e il più prestigioso leader comunista occidentale Palmiro Togliatti.

«Si avvertì dietro ai richiami al Risorgimento a Cavour a San Paolo in quella notte – ha raccontato uno dei testimoni di quella storica cena, Filippo Sacconi – che in realtà Togliatti e De Luca esplorassero due mondi così diversi e lontani: il mondo cattolico e quello comunista, Mosca e il Vaticano. E non fu certo una coincidenza, auspice Franco, che avvenisse nella sua casa…».
E sarà proprio l’attenzione al mondo cattolico e alla sue istanze che convincerà Togliatti a non dimenticare mai i suggerimenti e le indicazioni del suo fidato consigliere: spetterà al 27enne Rodano spiegare sulle colonne di “Rinascita” nell’aprile del 1947 la posizione del Pci sull’articolo 7 della Costituzione sull’inserimento delle norme concordatarie al fine di salvaguardare la pace religiosa nel Paese.
Resterà un cattolico fedele alle sue convinzioni, anche quando l’anno successivo (il 1948) sarà colpito da un interdetto personale del Sant’Uffizio di Pio XII di ricevere i sacramenti, in particolare l’Eucarestia. Una dolorosa condizione (vissuta in silenzio e secondo lo storico Pietro Scoppola come il segno di «una fedeltà spirituale alla Chiesa») da cui sarebbe uscito molti anni dopo.

Il Concilio Vaticano II come l’apertura e l’azione di disgelo verso l’Unione Sovietica attuata da Giovanni XXIII rappresenterà per Rodano in un certo senso una nuova rinascita della «sua anima credente»; non è certo un caso che sia stato tra i principali sponsor dell’Ostpolitik vaticana. Oltre alla storica collaborazione con il periodico “Quaderni della rivista trimestrale” o “Paese Sera” Rodano negli anni del post-Concilio deciderà di firmare alcuni articoli per il mensile dei dehoniani di Bologna “Il Regno”; (si prodigherà, tra l’altro, a garantire ogni anno l’abbonamento di questo mensile a una monaca di clausura indigente perché sarà la sua convinzione: «è importante, oggi, pregare in silenzio»).

Sono questi gli anni della conoscenza personale di un teologo di razza come Marie Dominique Chenu o dello studio di pensatori cattolici molto in voga come Edward Schillebeeckx o Hans Kung (di cui è critico per la sua visione ecclesiologica). Anni che lo vedranno confrontarsi sull’arena pubblica dei giornali proprio sul tema del cattolicesimo e comunismo, sempre con grande garbo e rispetto, con il filosofo Augusto Del Noce o criticare, per esempio, apertamente il preposito generale dei gesuiti Pedro Arrupe per non aver accettato dentro le province latino-americane della Compagnia di Gesù l’insegnamento dell’analisi marxista. A 30 anni dalla sua scomparsa rimangono vive la storia e la cifra intellettuale di questo personaggio politico atipico dentro il Pci, di «cattolico “romano” posto “extra-ecclesiam» come lo definì Giovanni Tassani. Un «combattente appassionato» secondo Enrico Berlinguer che in fondo è giusto forse ancora oggi ricordare e inquadrare storicamente con le stesse parole scritte il giorno della sua morte su “Le Monde” da Philippe Pons: «Fino al termine della sua vita, volle rimanere rigorosamente coerente con i principi che aveva elaborato».

Filippo Rizzi

 

 

Franco Rodano, 1973

 

Franco Rodano e Aldo Moro

 

Quarantuno anni fa, nell’autunno del 1973, il segretario del PCI Enrico Berlinguer lanciava con tre articoli su Rinascita la strategia del “compromesso storico”. Il leader sardo si diceva convinto che la via italiana al socialismo sarebbe stata percorsa a braccetto con gli “amici cattolici”, cioè con una alleanza di governo con la DC. La nuova strategia berlingueriana non scandalizzò quasi nessuno nel glorioso partito comunista, sempre fedele alla linea togliattiana e rodaniana.

Fu infatti Franco Rodano il vero architetto del connubio cattocomunista, fondatore del movimento dei cattolici di sinistra, amico fraterno di Palmiro e consigliere di Berlinguer. Convinto che si dovesse seguire l’insegnamento di Turati, Rodano fu l’artefice dell’avvicinamento del PCI alla DC: i comunisti avrebbero governato con gli scudocrociati e li avrebbero convinti a estirpare la logica capitalistica.
Fin dalla svolta di Salerno, i comunisti coltivavano l’ideologia consociativista, e mai avevano lavorato per una alternativa di sinistra. Del resto, nonostante la dura opposizione in Parlamento, essi inciuciavano nelle commissioni e approvavano le leggi dei partiti di governo. Togliatti sosteneva che il fascismo si sarebbe evitato con una alleanza coi popolari e perciò aderì ai governi Badoglio e De Gasperi, di fronte a un Nenni sbigottito. A quei tempi i compagni del PSI erano pronti alla rivoluzione proletaria.

Fu poi la Dc a scacciare i comunisti dall’esecutivo, così come volevano gli americani. Berlinguer scriveva che la dittatura cilena si sarebbe evitata con una alleanza tra la sinistra e i democristiani. Era quella la strada da seguire in Italia, cioè il ritorno al governo tripartito del 1945-1947. Berlinguer, ovviamente, era convinto che gli Usa, il Vaticano, i fascisti e tanti altri sarebbero stati a guardare. Non fu così: i governi cattocomunisti di “solidarietà nazionale” durarono molto poco. Fu assassinato Moro, artefice democristiano del compromesso storico. Qualche anno dopo ci lasciò anche Enrico.

Andrea Leccese

 

 

RADIOGRAFIA DEL CONVEGNO FRANCO RODANO

di Franco Porcelli

 

Senigallia. Invio in allegato il manifesto che annuncia il Convegno che, col Patrocinio della Regione Marche, del Comune di Senigallia e del Comune di Trecastelli, per iniziativa dell’ANPI e dell’ANPC di Senigallia, il prossimo venerdì 9 ottobre ore 16.00, Aula consiliare del Municipio di Senigallia, sarà dedicato a Franco Rodano, il nostro illustre conterraneo, fine intellettuale cattolico che dopo la fruttuosa esperienza all’Osservatore Romano ed alla FUCI (gli universitari cattolici) di Aldo Moro, Adriano Ossicini, Giovanni Galloni ed altri, fu ascoltato consigliere di Palmiro Togliatti ed Enrico Berlinguer.

Per conoscere meglio e più da vicino Franco Rodano rimando alle belle pagine che Gastone Mosci e gli amici del Circolo Maritain di Fano gli hanno già dedicato appunto sul nostro notiziario “Fanocittà” (www.fanocitta.it).

Intanto invito a prendere nota nell’agenda personale e ad attivarsi per non mancare a quest’importante appuntamento che, nello spirito migliore del CLN, è l’espressione unanime di tutti i partigiani (ANPI e ANPC) del senigalliese.

Quanti hanno il piacere e la possibilità di collocare in qualche ambiente (associazioni, circoli, sindacati, ecc.) il manifesto cartaceo, da martedì sera possono ritirare le copie occorrenti a Palazzo Mastai di Senigallia, ore 18.30 – 19.45.
In coda al convegno che vede l’intervento di tanti significativi protagonisti della cultura e della politica delle Marche e non solo, invito a non trascurare il “Rancio partigiano” in programma alle ore 20.00 alla ‘Casa del Popolo’ di Borgo Bicchia.
Bisogna prenotarsi.

Franco Porcelli

 

LE EREDITA’ POLITICHE CHE FANNO ANCORA PENSARE

di Franco Porcelli

 

Ultimi preparativi e ritocchi riguardo al convegno “Franco Rodano. La politica tra eredità culturale e testimonianza civile” che l’ANPI e l’ANPC di Senigallia hanno indetto per il prossimo venerdì 9 ottobre alle ore 16.00 nell’Aula Consiliare del Municipio.

 

Agli indirizzi mirati e puntuali dell’apposito Comitato scientifico composto dagli studiosi di storia e di politica Alessandro Bianchini, Giancarlo Galeazzi, Ruggero Giacomini e Gastone Mosci, hanno aggiunto il loro supporto operativo gli ‘Amici dell’Unità solidale’, l’Azione Cattolica Italiana e le ACLI della zona di Senigallia, la Fondazione ‘Italiani Europei’, l’Istituto Gramsci di Ancona, il notiziario ‘Fanocittà’ e il periodico locale ‘Sestante’.

 

In questi ultimi giorni si infittiscono le richieste di informazioni e di approfondimenti che piovono un po’ da tutte le parti, del pari crescono pure i ‘rumori’ riguardo a ventilate presenze ‘di rango’ dal mondo della politica e della cultura nazionale; il fatto per ora sicuro è che a presiedere il convegno sarà il prof. Claudio De Vincenti Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, mentre non ha ancora sciolto la riserva il sen. Giovanni Bianchi, Presidente nazionale dell’ANPC e prima delle ACLI.

 

Ad ogni buon conto i Sodalizi promotori per dare la giusta chiave di lettura dell’evento, nelle righe che seguono propongono l’intensa nota che il prof. Gastone Mosci, Università Carlo Bo di Urbino, ha scritto e diffuso al riguardo (nel senigalliese l’ha ripresa e rilanciata il settimanale diocesano ‘ la Voce Misena ‘). Questa, la nota del prof. Mosci:

 

“Senigallia, 9 ottobre 2015, alle ore 16.00: Franco Rodano. La politica tra eredità culturale e testimonianza civile è al centro del convegno che le associazioni partigiane ANPI e ANPC di Senigallia dedicano a Franco Rodano (Roma 6 agosto 1920 – Monterado 21 luglio 1983), un intellettuale romano e marchigiano insieme, che ha rappresentato l’interpretazione più popolare e progettuale della politica italiana dal secondo dopoguerra, negli ultimi 70 anni. L’inquietudine profonda: come uscire dal capitalismo americano e dal comunismo totalitario, dalla distretta fra Occidente e rivoluzione bolscevica. La seconda guerra mondiale aveva debellato i totalitarismi: bisognava sognare un’epoca nuova, ancora difficile finché Stalin era vivo. Trovare un patto tra il mondo cattolico e quello comunista era un’idea insonne: come il giovane Rodano la pensavano altri della sinistra cristiana romana e non pochi intellettuali milanesi della rivista “Il politecnico” attorno a Elio Vittorini. Vittorini chiedeva che comunisti e cristiani e laici lavorassero insieme per un nuovo umanesimo e si rivolgeva a Carlo Bo. Rodano intrecciava le differenze culturali per giungere ad un operare comune, ad una unità civile e parlava con Togliatti e don Giuseppe de Luca. Le associazioni partigiane comuniste e socialiste in dialogo con quelle cristiane vogliono con il convegno aprirsi ad una comprensione nuova e mettere a fuoco le istanze di Franco Rodano. Accanto ai comunisti pensosi, ai cattolici democratici, ai laici eredi della Resistenza si ritrovano le generazioni della secolarizzazione, del consumismo, della società liquida per trovare linguaggi comuni e stili di vita umani e democratici. A Senigallia, nella sala del Consiglio Comunale, venerdì 9 ottobre 2015 alle ore 16″

 

In coda al convegno che vede l’intervento di tanti significativi protagonisti della cultura e della politica delle Marche e non solo, da non trascurare il cordiale invito al”Rancio partigiano” alla Casa del Popolo di Borgo Bicchia (in questo caso: quota individuale € 15 e prenotazione obbligatoria entro il prossimo 6 ottobre presso Leonardo Giacomini, Tarcisio Torreggiani, Paolo Fuligni, Franco Porcelli, Ivano Sbrollini, Luigi Mencucci).

In allegato la locandina.

Franco Porcelli

 

Franco Rodano Locandina II 

 

 

A Senigallia il 9 ottobre ore 16 convegno su Franco Rodano Il “cristiano nella sinistra” amico di Berlinguer

“Uno dei padri nobili del Compromesso storico tra Dc e Pci nel lontano 1978, l’abile consigliere (definito per questo «l’eminenza grigia», «il consigliere del principe») di Palmiro Togliatti ed Enrico Berlinguer, l’antifascista, ma soprattutto Franco Rodano è stato associato da un appellativo che ha quasi cadenzato la sua breve e intensa vita (1920-1983): il cattocomunista”.

Con queste parole, il giornalista Filippo Rizzi apre la commemorazione di Rodano nei trent’anni dalla morte nel quotidiano “Avvenire” (10 luglio 2013), di Rodano “il comunista sulla via di Cristo”. Era morto improvvisamente a Monterado accanto alla moglie Marisa Cinciari, anche lei un personaggio della politica italiana, che venerdì 9 ottobre alle ore 16 nella Sala del Consiglio Comunale di Senigallia – forte negli anni – porta il suo contributo al convegno di studi “Franco Rodano. La politica tra eredità culturale e testimonianza civile”, una occasione da non perdere per riflettere su eventi storici dal tempo della Resistenza ad oggi, su itinerari politici e crisi attuale della politica.
Ad organizzare i lavori sono l’ANPI e l’ANPC (l’associazione partigiani cristiani che in città ha ripreso l’attività) di Senigallia insieme al Comune con vari enti e associazionismo culturale senigalliese (anche Acli, AC, Sestante). Politici, storici e testimoni si susseguono in un dibattito aperto: presiede il sottosegretario Claudio De Vincenti, seguono il sindaco Mangialardi e probabilmente il presidente della regione Luca Ceriscioli; la prima riflessione con gli storici Massimo Papini (Rodano il cattolico comunista), Alessandro Bianchini (i partigiani nelle Marche), l’on. Ernesto Preziosi (Rodano e Moro); una sezione più familiare con Marisa Cinciari Rodano (A fianco di Franco) e il filosofo Gianni Gennari sulla sua spiritualità; un campo di lettura nuovo con il sen. Paolo Guerini (Rodano e il partito) e con il filosofo Giancarlo Galeazzi (il segno della laicità fra politica e religione).

Il programma è intenso ma altre sollecitazioni potranno ritrovarsi negli Atti. Franco Rodano è stato un intellettuale atipico e un “cristiano nella sinistra”, il quale ha sostenuto un itinerario politico inedito ma probabile, che è stato sempre più preso in considerazione man mano che la situazione internazionale evolveva. All’inizio Rodano dialogava con don Giuseppe De Luca e Togliatti, poi con Berlinguer e Moro negli anni di piombo: era stato un figlio devoto di Papa Giovanni e un sostenitore del Concilio Vaticano II. Quella sua sensibilità antifascista e comunista era nata alla fine degli anni ’30, dai tempi della Fuci (con Adriano Ossicini), sostenuta dall’avventura unitaria della Resistenza, difesa durante la guerra fredda, poi disponibile nella novità del ’68 e nella politica di solidarietà nazionale. Dopo l’assassinio di Moro quell’utopia politica e l’alternativa di governo sono diventati l’espressione di un lento cambiamento e di una nuova visione politica, di concrete eredità culturali e di una moderna visione della società. Il resto del panorama storico è nel nostro immaginario politico più immediato: la società italiana è cambiata, il mondo non cerca un progetto politico, vive solo ma continua prepotenza economica.

Gastone Mosci 

 

 

 

Franco Rodano convegno 

Convegno di Senigallia su Franco Rodano, l’intellettuale cattolico che ha capito l’evoluzione politico-culturale dall’antifascismo alla Resistenza al secondo dopoguerra

 

di VINCENZO PREDILETTO

SENIGALLIA. Il Sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi ha ufficialmente aperto, venerdì 9 ottobre alle ore 16,30, l’importante convegno di studi dedicato a Franco Rodano dal significativo titolo “La politica tra eredità culturale e testimonianza civile” a 32 anni dalla sua scomparsa, porgendo il saluto personale, dell’Amministrazione comunale e di tutta la cittadinanza alle autorità civili (era presente la senatrice Silvana Amati), religiose ( seduto in prima fila il vescovo Giuseppe Orlandoni) e militari presenti, ai relatori ospiti, a varie personalità della cultura giunte da fuori (tra cui Adriano Ciaffi, Mimmo Valenza, Fabio Ciceroni, Gastone Mosci, docente all’Università Carlo Bo di Urbino) alla moglie e alla famiglia di Franco Rodano nonché a tutti gli intervenuti che hanno riempito fino all’inverosimile l’accogliente Sala Consiliare del Municipio.

Subito dopo è iniziata la lunga ed appassionante serie di interventi, presentati da Leonardo Giacomini, portavoce dell’ANPI, a partire da Massimo Papini, Presidente Istituto Storia Marche, Alessandro Bianchini, Presidente ANPI Provincia di Ancona, Ernesto Preziosi , storico e studioso dei movimenti politici, a cui è seguita l’emozionante ed applaudita testimonianza di Marisa Cinciari Rodano, partigiana e moglie di Franco Rodano, la quale con un lucidissimo discorso attraverso ricordi ancora ben vivi ha messo in rilievo la sua indissolubile unione d’amore con Franco iniziata il 14 giugno 1939 sui banchi del liceo romano Visconti, condividendo con lui per tutta la vita identici valori di fede, ideali umani e pensiero laico – politico. Nel frattempo è stato accolto sul palco il Presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli, che s’è seduto accanto a Tarcisio Torreggiani, portavoce dell’ANPC di Senigallia. Dopo i successivi ed altrettanto validi contributi di Gianni Gennari, giornalista e teologo, di Paolo Guerrini, già Senatore della Repubblica e del Giancarlo Galeazzi, Università Carlo Bo di Urbino, le conclusioni del ricco e sostanzioso convegno, pieno di spunti stimolanti, sono state esposte con franchezza e congrue considerazioni dallo stesso Presidente del Convegno, il prof. Claudio De Vincenti, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Egli, ricordando con emozione in qualità di allievo di Rodano a Roma gli studi universitari del 1969-70 e gli anni seguenti basilari per un’autentica crescita personale e formazione intellettuale, ha riconosciuto la fortissima personalità e lungimiranza di un vero maestro di pensiero e di vita civile, sottolineando soprattutto la profonda laicità ed umanità del filosofo Rodano in tutta la sua attività politica, come peraltro ha acutamente evidenziato poco prima nel suo intervento il prof. Galeazzi.

Al termine dell’interessante e proficuo convegno, oltre 60 fra organizzatori dell’A.N.P.I. e dell’ANPC di Senigallia, ospiti, relatori e cittadini si sono ritrovati per un piacevole rancio partigiano alla “Casa del popolo” di Borgo Bicchia.

 

Periodico “Sestante” – Palazzo Mastai Senigallia
COMUNICATO

Un convegno ben riuscito

Il convegno “Franco Rodano. La politica tra eredità culturale e testimonianza civile” che a cura dell’ANPI e dell’ANPC di Senigallia si è tenuto lo scorso venerdì 9 ottobre alle ore 16.00 nell’Aula Consiliare del Municipio, ha risposto in pieno a tutte le aspettative. Alte ed esaurienti le relazioni, affollata e di qualità la cornice del pubblico che ha presenziato.
Dopo il saluto del Sindaco Maurizio Mangialardi, per circa tre ore si sono susseguiti via via gli interventi degli oratori come annunciato nel biglietto d’invito. Al riguardo Vincenzo Prediletto ha scritto: “Subito dopo, in una sala piena all’inverosimile, è iniziata la lunga ed appassionante serie di interventi, presentati da Leonardo Giacomini, portavoce dell’ANPI, a partire da Massimo Papini, Presidente Istituto Storia Marche, Alessandro Bianchini, Presidente ANPI Provincia di Ancona, Ernesto Preziosi, Storico e studioso dei movimenti politici, a cui è seguita l’emozionante ed applaudita testimonianza di Marisa Cinciari Rodano, partigiana e moglie di Franco Rodano, la quale con un lucidissimo discorso attraverso ricordi ancora ben vivi ha messo in rilievo la sua indissolubile unione d’amore con Franco iniziata il 14 giugno 1939 sui banchi del liceo romano, condividendo con lui per tutta la vita identici valori di fede, ideali umani e pensiero laico – politico. Nel frattempo è stato accolto sul palco il Presidente della Regione Marche, prof. Luca Ceriscioli, che s’è seduto accanto al dr. Tarcisio Torreggiani, portavoce dell’ANPC di Senigallia. Dopo i successivi ed altrettanto validi contributi di Gianni Gennari, giornalista e teologo, di Paolo Guerrini, già Senatore della Repubblica e del prof. Giancarlo Galeazzi, Università Carlo Bo di Urbino, le conclusioni del ricco e sostanzioso convegno, pieno di spunti stimolanti, sono state esposte con franchezza e congrue considerazioni dallo stesso Presidente del Convegno, il prof. Claudio De Vincenti, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Questi, ricordando con emozione in qualità di allievo di Rodano a Roma gli studi universitari del 1969-70 e gli anni seguenti basilari per un’autentica crescita personale e formazione intellettuale, ha riconosciuto la fortissima personalità e lungimiranza di un vero maestro di pensiero e di vita civile, sottolineando soprattutto la profonda laicità ed umanità del filosofo Rodano in tutta la sua attività politica, come peraltro aveva acutamente evidenziato poco prima nel suo intervento il prof. Galeazzi”.

E Massimo Cortese, dell’ANPC di Ancona e Cerreto d’Esi, ha aggiunto: “A raccontarlo sembra impossibile, ma venerdì pomeriggio è accaduto un fatto strano: tantissime persone -come mai- sono accorse a Senigallia ad ascoltare un Momento di studi che si è sviluppato dalle ore 16.10 fino alle ore 19.40. Allora mi sono chiesto: ma in un momento storico segnato dall’Antipolitica e da considerazioni analoghe, come è possibile che sia accaduto un fatto del genere? Ho provato allora ad esaminare la questione.

Forse il successo dell’iniziativa si deve agli Organizzatori, quali l’Associazione Nazionale Partigiani Italiani e l’Associazione Nazionale Partigiani Cristiani di Senigallia, oltre alle altre Associazioni coinvolte, che con pochi denari e tanta passione hanno cercato di dare corpo al Convegno: per carità, sono stati bravi, ma non credo che sia solo merito loro.
Forse il successo dell’iniziativa si deve allo spessore delle sei relazioni e all’appeal degli Autori, ma forse manca ancora qualcosa. In sala, a parte la grande attenzione dei presenti, molti dei quali stavano in piedi e non hanno lasciato l’aula neppure per un momento, ha brillato l’assenza delle Televisioni, che sono sempre presenti dappertutto, ma che a Senigallia non sono apparse, probabilmente perché non hanno ritenuto importante esserci. Forse sto cominciando a capire qualcosa.

Penso allora che rimane in questo Paese l’interesse per la Politica quando a portare avanti l’iniziativa sono persone animate dal desiderio di una partecipazione sana, al riparo da tante chiacchiere e con la sola forza dalla passione”.
In aula, accanto ai senigalliesi e ai cittadini della Valmisa con in testa Stefano Conigli Sindaco di Trecastelli, la famiglia Rodano, il Vescovo Orlandoni, le Autorità civili e militari e parecchi esponenti di spicco della politica e della cultura regionale dall’on. Adriano Ciaffi, il ‘kennediano’ negli anni ’70 alla Presidenza della Regione Marche, alla sen. Silvana Amati, dalla neo parlamentare Beatrice Brignone alle on. Marisa Abbondanzieri e Luana Angeloni, dal dr. Mimmo Valenza e dall’avv. Gianbattista Cinelli, animatori del Circolo “Maritain” e del ‘Laboratorio di Colle Ameno’ di Ancona, al prof. Matteo Grifa, leader storico della sinistra falconarese, da Nino Lucantoni a Ruggero Giacomini entrambi dell’istituto Gramsci di Ancona, da Gastone Mosci, dell’Università Carlo Bo di Urbino, al Preside Renzo Franciolini di Sassoferrato. A seguire altre personalità tra cui la Presidente e Commissario della Provincia di Ancona Patrizia Casagrande, il dr. Mario Ruggini dell’ANPI di Ostra, il Vice Presidente della Fondazione Carisj dr. Graziano Mariani, più d’un sindacalista e diversi sacerdoti della Diocesi (Egidio Bugugnoli, Giuseppe Cionchi, Vittorio Mencucci). Pervenuti e letti i messaggi del sen. Giuseppe Orciari e di Cristina Ollini Vice presidente nazionale ANPC.

In coda, come annunciato, il “Rancio partigiano” alla ‘Casa del Popolo’ di Borgo Bicchia con 60 e più commensali che, gustato l’appetitoso menù preparato dal sempre bravo capo-cellula Ivano Sbrollini e dalle sue agguerrite collaboratrici, hanno concluso la serata coi canti resistenziali proposti e intonati dal sorprendente Parroco di Pedaso.

In sintesi una bella circostanza capace di riportare in luce un esemplare protagonista della politica e della cultura, Franco Rodano, e con lui pagine memorabili della storia di ieri quando i valori e la voglia di partecipare per costruire il progetto civile innervavano le scelte di ciascuno; così attorno a Senigallia, a Trecastelli e alla Valmisa si è stretta idealmente un po’ tutta la Regione da Macerata e Pedaso, ad Ancona, Falconara, Sassoferrato, Fano, Urbino e Pesaro.

Franco Porcelli