corso espressione teatrale conversano
I comunisti mangiano i bambini. Storia di una leggenda

FANO, CORSO DI ESPRESSIONE E INTERPRETAZIONE TEATRALE a cura di PIETRO CONVERSANO

in Lettere e Teatro

CORSO DI ESPRESSIONE E INTERPRETAZIONE TEATRALE a cura di PIETRO CONVERSANO

DA MERCOLEDI’ 29 GENNAIO A VENERDI’ 30 MAGGIO 2014
presso la sede di OLTRE IL SIPARIO
VIA CALATAFIMI 9 FANO

OPEN DAY CON APERITIVO
SABATO 4 E DOMENICA 12 GENNAIO 2014 DALLE 17 ALLE 20

 corso espressione teatrale conversano

 

CHE COSA E’ IL METODO MIMICO

Secondo Costa esiste negli uomini e in modo evidente nei bambini, un istinto che egli chiama “Istinto Mimico”. “Comincio a rilevare l’importanza essenziale ai fini dello sviluppo dell’individuo animale superiore dell’istinto dell’imitazione. Attraverso esso il piccolo imitando l’adulto, acquista il carattere definitivo della specie; le abitudini, le qualità. L’uomo partecipa di questo istinto di imitazione; tuttavia la sua attenzione non si limita agli individui della sua specie, ma va a tutto ciò che può considerare individuale che sia animato o inanimato […] l’imitazione puramente animale si esercita per ripetizione “membro a membro” di un atto o di una serie di atti e con il piccolo d’uomo ( e anche l’uomo maturo) che si eserciti all’imitazione di oggetti (animali, cose, fenomeni) si trova senza membri identici atti all’imitazione […] quasi senza accorgersene, e seguendo un istinto che chiamo “mimico” valica con tutta spontaneità questo limite d’impossibilità e continua ad imitare senza corrispondenza di membri identici [..] attribuendo ad alcune delle sue membra il ruolo di altre e dei più diversi aspetti degli oggetti considerati, realizzando, mediante nuove e del tutto astratte azioni e serie di azioni un nuovo tipo d’imitazione analogica che deve essere chiamata in un altro modo per il suo nuovo carattere. Dall'”imitare” si passa al “mimare”. Dalla pura e semplice ripetizione si passa ad una funzione che è nello stesso tempo interpretativa e creativa. Interpretativa perché non potendo riprodurre traduce, creativa perché la scelta degli atti espressivi non è meccanicamente automatica ma è affidata alla natura dell’individuo […].”
Per Orazio Costa l’istinto mimico è presente nel bambino in forma assolutamente spontanea e ciò permette al bambino di improvvisarsi e divenire quello che vuole.
Nel desiderio del bambino di fare esperienze di fantasia come “facciamo finta che siamo io il bandito e tu il poliziotto… ecc.” il bambino mima il suo personaggio di gioco in modo completamente libero.
Tuttavia, questo stesso istinto mimico viene man mano “atrofizzato” nel nostro modello educativo: il bambino crescendo pian piano e divenendo prima ragazzo e poi uomo, dirada sempre di più gli atti di mimazione: convenzioni, necessità sociali – ma non solo – operano in questo senso.
Quel che più conta, secondo Orazio Costa, è che l’istinto mimico è indispensabile per il lavoro dell’attore.
In che modo l’istinto mimico consente di “esprimersi”?
Quando il nostro corpo, in un atto che è al contempo normato all’oggetto di mimazione e fantasticamente soggettivo, mima un certo oggetto, esso assume certe tensioni, certi ritmi che sono analoghi a quelli dell’oggetto mimato: tutto il nostro corpo, compresa la nostra voce, e le emozioni provate simulano il soggetto mimato come se noi stessi fossimo tale soggetto:
“L’albero, mimato e rivissuto, la nuvola, il fiore, l’animale, la luna; l’acqua, la roccia, la pioggia, il mare il vento (anche se invisibile) diventano esperienze interiori concrete. Tanto che non solo possono manifestarsi in atti e forme, quasi danze, individuando i ritmi propri di ogni oggetto, ma possono produrre modificazioni dell’apparato respiratorio e fonatorio (che assume del tutto spontaneamente, in parallelo, le forme assunte esternamente dagli arti) che diventa capace di emettere suoni strettamente analoghi, o meglio, riferibili, alle forme esteriormente assunte.” (Orazio Costa)

 

ORAZIO COSTA

Orazio Costa Giovangigli, nato a Roma il 6 agosto 1911 può considerarsi il rappresentante più attivo della generazione teatrale formatasi fra le due guerre. Allievo dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica, si perfezionò a Parigi con Jacques Copeau. Nel 1948 ha fondato il Piccolo Teatro della città di Roma che ha diretto fino al 1954. Insegnante presso l’Accademia naz. d’arte drammatica (1944-76, e di nuovo dal 1991), ha fondato a Firenze il Centro d’avviamento all’espressione (1979) e a Bari la Scuola di Espressione e Interpretazione Scenica (1985/88). Tra le sue innumerevoli regie (circa 200): il Mistero di S. D’Amico dalle laudi drammatiche (1939); drammi di Pirandello (dai Sei personaggi, 1948, a Così è se vi pare, 1989); Copeau (Il poverello, 1951); Bernanos (I dialoghi delle Carmelitane, 1952); Eliot (Assassinio nella cattedrale, 1966); Čechov (Le tre sorelle, 1974); Shakespeare (Romeo e Giulietta, 1977; Il mercante di Venezia, 1986); Luzi (Ipazia e Il messaggero, 1979; Rosales, 1983); Fabbri (Al dio ignoto, 1980); Betti (Corruzione al palazzo di giustizia, 1983); ecc. Negli ultimi anni ha proseguito la sua attività in Italia e all’estero continuando, anche come insegnante, le sue ricerche per l’applicazione del proprio metodo mimico. Fra le sue ultime regie ricordiamo Dalle tavole della mia memoria (1992), saggio di studio sulla messinscena di Amleto, di cui ha realizzato la traduzione.
Questo metodo nasce dal consiglio e proposito del grande regista francese Jacques Copeau di «ricominciare da capo» l’educazione dell’attore e quindi ricominciando dall’osservazione dell’attività motoria del bambino, per lo più interpretata come vocazione alle arti del movimento appena si fa più evidentemente mimica, anziché come semplice testimonianza della spinta all’espressione. Basato originariamente sul recupero e l’affinamento dell’attitudine mimica e nelle sue estensioni alla educazione degli aspetti modulabili della voce, è stato lungamente perfezionato con la pratica dell’insegnamento dal ’44 per oltre trent’ anni presso l’Accademia d’Arte Drammatica, il Conservatorio di S. Cecilia, il Centro Sperimentale di Cinematografia, e a più riprese presso l’Institut des Arts de Diffusion a Bruxelles. E poi a Firenze presso il Centro di Avviamento all’Espressione dal ’79 ed è stato portato alla conoscenza degli specialisti dell’insegnamento dell’arte scenica negl’incontri promossi dall’Institut International du Théatre tra il a Bruxelles, Bucarest, Essen, Venezia, Stoccolma e Avignone. Già in varie occasioni esteso all’ animazione scolastica a opera di Costa e dei suoi allievi, in quest’ applicazione fiorentina è stato oggetto d’incontri molto interessanti tra cui di particolarissima importanza quello presso l’ospedale dei Fraticini per l’utilizzazione da parte della Scuola di Fisioterapia sia per la formazione fisica degli studenti, sia per una proposta di contributo alla rieducazione di alcuni disturbi normali o patologici della terza età, grazie all’interessamento del Prof. Antonini. Nel triennio 1985/88 Costa dirige la Scuola di Espressione e Interpretazione Scenica di Bari, l’unica scuola diretta da Costa improntata esclusivamente sul Metodo Mimico. Dal 1992 la ricerca e l’insegnamento sul metodo mimico – ovvero su una delle maggiori novità in campo artistico e culturale di questo secolo – ha poggiato esclusivamente sull’iniziativa personale di Orazio Costa e dei suoi collaboratori; ricordiamo anche la scuola di teatro “La Scaletta” di Roma diretta per 5 anni da Pino Manzari e Pietro Conversano con la supervisione del Maestro. Orazio Costa si è spento a Firenze il 14 novembre 1999.

 

PIETRO CONVERSANO

Termina il suo corso di studi col massimo dei voti alla Scuola di Espressione e Interpretazione Scenica di Orazio Costa, si perfeziona, sempre con Costa, presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” di Roma; successivamente, a Firenze, collabora come attore con una tra le più importanti compagnie teatrali italiane (Magazzini produzioni) alla realizzazione di un progetto triennale sulla Divina Commedia, (drammaturgia per l’Inferno: E.Sanguineti; per il Purgatorio: M.Luzi; per il Paradiso: G.Giudici.) che andrà in scena per quattro anni nei più importanti Teatri italiani e internazionali. Inizia la sua collaborazione con Orazio Costa presso il MIM (Centro di Avviamento all’Espressione) di Firenze insegnando nelle Scuole elementari, medie. medie superiori, università, corsi serali per adulti, nella città di Firenze. Insegna Recitazione e Mimica alla Scuola di Teatro “La Scaletta” di Roma dal 1990 al 1995. Svolge attività teatrale presso il Centro Italiano di Solidarietà “CEIS” di Roma per il recupero dei tossicodipendenti dal 1991 al 1996. Dirige il Centro Culturale “Casale Garibaldi” di Roma. Corsi di recitazione e diffusione del Metodo Mimico come docente esterno dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” di Roma. Collabora con il C.I.M.(Centro d’Igiene Mentale) USL RM2 di Roma. Dirige la Scuola di Teatro “Mimesis Teatro” per la formazione dell’attore secondo il metodo mimico di Orazio Costa, di Roma. Le sue esperienze proseguono con docenze, attività attoriale e regie teatrali, direzione di centri culturali e di formazione tra Lazio, Toscana, Liguria, Abruzzo, Puglia, Marche, Emilia Romagna e altri centri italiani e stranieri. Premiato con medaglia d’argento dalla Società Dantesca Italiana, in occasione delle celebrazioni su Dante Alighieri presso il Museo Marini di Firenze, per la diffusione della lingua dantesca. Invitato per due anni, come attore e regista, alle manifestazioni sul Rinascimento italiano e alle celebrazioni goldoniane svoltesi ad Helsinki in Finlandia. Come attore partecipa a oltre cento spettacoli teatrali e una decina di films; come drammaturgo è autore di ExOedipo (rivisitazione del mito di Edipo); Cesare e Bruto; Francesco povero. Nascita vita e morte di Francesco d’Assisi (scritto in lingua jacoponica). Come regista ha diretto numerosi spettacoli teatrali e realizzato films di carattere documentaristico.
Dal 2010 svolge attività teatrale presso la Comunità di San Patrignano con la quale fonda la Compagnia di San Patrignano.