Gabriele Coen
Gabriele Coen

Gabriele Coen “Sephardic Tinge” La musica sefardita incontra il jazz

in Musica

Gabriele Coen “Sephardic Tinge”: la musica sefardita incontra il jazz

 

Gabriele Coen

 

Gli insediamenti ebraici nella penisola iberica risalgono addirittura all’epoca romana e si protrassero fino alla fine del ‘500. Quattordici secoli in cui la cultura sefardita potè progredire a contatto prima con la cristianità e poi, a partire dal 700, anche con l’Islam. Otto secoli di incontro scontro tra queste tre diverse culture testimoniano un perido di grande interesse storico e naturalmente anche musicale.

A partire dal 1492, anno della dolorosa cacciata delle comunità ebraiche spagnole ad opera dei re cattolici Ferdinando ed Isabella, la cultura sefardita si espanse in tutti i paesi del bacino del mediterraneo:

Portogallo, Francia, Italia centro-settentrionale, Marocco, Algeria, Tunisia, Egitto e in tutto il resto dell’Impero Ottomano, in particolare Turchia, Grecia, Palestina, Siria, ma non mancarono importanti insediamenti anche in Yugoslavia, Paesi Bassi, Austria, Polonia ed Americhe.

Da questo sintetico quadro risulta evidente come la musica sefardita si sia sempre confrontata con i repertori, gli strumenti e le prassi esecutive dei paesi che ospitavano comunità ebraiche, in un rapporto di fertile scambio. Le caratteristiche più peculiari della musica sefardita risalgono alla loro origine spagnola, medioevale e rinascimentale.

Nella sua struttura melodica sono presenti tracce arcaiche, si conservano cadenze e forme in uso nella musica dei menestrelli dell’occidente cristiano. Si trovano inoltre nella musica sefardita alcuni dei più importanti parametri che caratterizzano i sistemi musicali islamici: scale, modi ornamenti, microintervalli, improvvisazioni guidate, stile interpretativo, basti pensare alle assonanze con la tradizione arabo andalusa. Il repertorio sefardita è costituito in gran parte dalla romanza (canzone narrativa epica o lirica che ha origini da fonti tradizionali o popolari), dalla compla (componimento a strofa libera, in particolare utilizzato per la festa di Purim, il carnevale ebraico) e dalla cantica (canzone generalmente legata al ciclo della vita, particolarmente suggesti ve quelle de parida, cioè della partoriente).

 

Non mancano naturalmente ninne-nanne e filastrocche, patrimonio comune di moltissime culture musicali popolari. Di ambientazione religiosa è invece il piyyut, composto in genere dai chazzan, i cantori sinagogali. La musica sefardita si caratterizza dunque per un uso preponderante della voce solista, in particolare femminile, ma non mancano naturalmente brani strumentali.

 

Il sestetto di Gabriele Coen intende proporre, con il progetto “Sephardic Tinge” una delle strade possibili della riattualizzazione dell’antichissimo repertorio sefardita, legandolo al linguaggio del jazz e dell’improvvisazione, avvalendosi anche della voce di Eva Coen, cantante dei Klezroym, la formazione storica con cui Gabriele Coen ha proposto musica ebraica nel nostro paese a partire dagli anni Novanta, e di Massimo Coen, storico esponente della tradizione violinistica classica e contemporanea.

 

Altri graditi ospiti saranno Daniel Coen alla voce e Riccardo Coen alla tastiera.

 

 

GABRIELE COEN
Sassofonista, clarinettista, compositore, Gabriele
Coen si forma musicalmente prima alla Scuola di Mu-
sica Popolare di Testaccio, poi frequenta i seminari
di Siena Jazz e viene in contatto in diverse occasioni
con importanti interpreti del suo strumento d’elezio-
ne (Steve Lacy, Dave Liebman) per poi completare il
percorso di studi con la Laurea in Scienze politiche e
con il diploma in sassofono presso il Conservatorio
Morlacchi di Perugia.
Dalla metà degli anni Novanta è fondatore e leader
dei “Klezroym”, ad oggi la più importante formazio-
ne italiana di musica klezmer con la quale è tra i mas-
simi divulgatori in Europa della tradizione musicale
popolare ebraica reinterpetata in chiave jazzistica.
Figlio d’arte – suo padre Massimo Coen è, al violino,
uno dei più importanti esecutori di musica contem-
poranea.

 

MASSIMO COEN
La sua presenza è un omaggio alla Città di Urbino
dove è nato suo padre Emilio e tutti i suoi avi. Ha stu-
diato violino e musica da camera a Roma, presso il
Conservatorio di Santa Cecilia e si è successivamen-
te perfezionato presso il Mozarteum di Salisburgo e
presso il Conservatoire Royal di Bruxelles.
Ha fondato nel 1961 il gruppo de I Solisti di Roma
e nel 1963 il Quartetto Nuova Musica, formazioni
impegnate in intense stagioni concertistiche in Italia
e all’estero (Europa, USA, Canada, Africa e America
Latina) e nella registrazione di opere sia del reperto-
rio antico sia di nuova musica italiana. Nel 1979 Coen
ha cominciato a comporre: al suo primo lavoro Acqua,
terra, aria, fuoco per violino e nastro magnetico hanno fat-
to seguito decine di composizioni per vari organici,
inclusa la voce. Tra gli esiti più convincenti della sua
poliedrica attività di compositore-esecutore figurano
le collaborazioni teatrali con Carlo Quartucci e Luigi
Cinque, con i jazzisti Giorgio Gaslini, Massimo Urba-
ni, Steve Lacy, Bruno Tommaso e infine le molteplici
combinazioni con la danza (Coen ha insegnato per
circa trent’anni presso l’Accademia nazionale di dan-
za di Roma) per la messa a punto delle recenti opere
multimediali.

 

MARCO LODDO
Contrabbassista autodidatta, studia armonia e teoria
musicale. Consegue la licenza di teoria e solfeggio
presso il conservatorio P. da Palestrina di Cagliari. Ini-
zia l’attività musicale in sardegna collaborando con
diverse formazioni di jazz. Nel 1998 si trasferisce a
Roma dove inizia un’intensa attività nei jazz club del-
la penisola. Partecipa ad importanti festival tra i quali:
European Youth festival (Ankara), Malta Jazz, Trem-
plin jazz (Avignone), Villa Celimontana jazz (Roma),
Jazz in allen Gassen (Dachau -Monaco), Ancona Jazz.
Attualmente insegna alla Najma, al Saint Louis Colle-
ge of music e alla Fonderia delle Arti a Roma. Parteci-
pa inoltre a trasmissioni televisive, radiofoniche e alla
registrazione di colonne sonore.

 

LUCA CAPONI
Diplomato in Strumenti a Percussione, negli ultimi
anni ha conseguito il biennio superiore in Musica
Jazz e quello in Percussioni con il massimo dei voti.
Le sue esperienze musicali toccano molteplici ambiti:
Classica, colonne sonore cinematografiche, televisive
e pubblicitarie; Teatro. Tra gli ultimi lavori pubblicati,
“Yiddish melodies in jazz” e “Golem”.

 

FRANCESCO POETI
Studia presso il Saint Louis college of music a Roma
e frequenta corsi con i più importanti chitarristi del
panorama internazionale quali Adam Rogers, Jim
Hall, Mike Stern, Scott Henderson, Peter Bernstein e
molti altri. Nel 2001 vince la borsa di studio frequen-
tando i corsi chiamati “We love jazz” tenuti tra gli
altri da Kenny Barron e Peter Bernstein. Partecipa a
numerosi festival di jazz tra cui Umbria Jazz, Teano
Jazz, Villa Celimontana, EcoJazz (Reggio Calabria),
Rumori nell’Isola (Ventotene), MinimumFax Live,
AmbriaJazz e molti altri nelle principali città italiane.