Incontro a Fossombrone con il pittore Fulvio Paci
Martedì 14 maggio 2019
Il pittore urbinate Fulvio Paci (1939) si è formato nella Scuola del Libro, è stato allievo di Pietro Sanchini: dopo aver preso il diploma in decorazione ha insegnato in varie città per sistemarsi negli anni settanta del Novecento a Brescia in dialogo con urbinati che erano soprattutto stampatori: Luigi Corsini (1937-2007) e Giovanni Galli prima a Bergamo poi a Brescia anche lui. Quel mondo europeo era suggestivo e le esperienze sono state tante sia nella grafica che nella pittura. Finiva il raccordo della tradizione urbinate, arrivavano le suggestioni dell’astrattismo e dell’informale, il fascino di Aligi Sassu, di Orfeo Tamburi e di Corrado Cagli: le nuove conquiste erano condivise e tenute sotto controllo. Ma Paci viveva una situazione inquietante: la nuova dimensione della libertà nell’arte fra ecologia ed espressionismo astratto anche grazie ad un ambiente familiare stimolante, la moglie Enaide Galli attenta alla cultura, la cognata Carla impegnata nell’incisione e nella poesia, Giovanni stampatore dell’universo di Giò Pomodoro.
Nel Duemila il rientro a Urbino ha determinato la nuova identità artistica: vari sono stati gli appuntamenti di riferimento, ma in primo piano la Mostra dell’Agosto 2015 nelle Conversazioni di Palazzo Petrangolini, al Circolo Acli-Centro Universitario di Urbino (il Catalogo, le partecipazioni autorevoli).
Nell’incontro di Fossombrone, organizzato dall’Unilit, presso la Sala conferenze del chiostro della chiesa di Sant’Agostino, martedì 14 maggio 2019 alle pre 16, vi sarà allestita la mostra di una ventina di opere, fra pittura e grafica, e libri e cataloghi d’arte. Interverranno il pittore Fulvio Paci e il prof. Gastone Mosci, che ha tenuto per vari anni una serie di lezioni nell’Unilit di Fossombrone, dedicate agli incisori della Scuola del Libro di Urbino. Questa volta viene festeggiato, per i suoi ottant’anni, un artista che ha saputo esprimere il senso dell’impegno e della partecipazione, che ha legato vita e arte nella consapevolezza di aiutare a costruire un mondo nuovo. Ecco una sua riflessione: “Nelle mie opere si può rilevare un certo dualismo nel senso che, se sono presenti persone o animali (cavalli), appaiono sempre in coppia e possono rappresentare la passione e la ragione, l’impulsività e la riflessione, la reticenza e l’ardire, in un certo senso il bene e il male che sono presenti in ognuno di noi, ma entrambi mirano alla felicità. Inoltre eseguo quasi sempre i quadri a due a due, come dialogassero tra loro sostenendosi e compensandosi a vicenda, alla ricerca di un comune equilibrio”. (Ga.Mo.)