Torrette di Fano Spiaggia Autunno 2017 Foto di Emanuele Mosci
Torrette di Fano, Spiaggia Autunno 2017 Foto di Emanuele Mosci

Angelo Sferrazza, ESTATE 2017 CALDO E SICCITA’

in Costume

2017. A partire da caldo e siccità

di Angelo Sferrazza

Torrette di Fano Spiaggia Autunno 2017 III Foto di Emanuele Mosci 

Non c’è dubbio che ricorderemo questa estate 2017 per il caldo e la siccità, che continua ancora, almeno fino al momento in cui scriviamo. Un caldo eccessivo, fuori dalle normali statistiche che, assieme alla siccità lascerà segni profondi nell’intero ecosistema. Il cambiamento climatico sta diventando, o meglio dovrebbe diventare, una delle prime preoccupazioni. Si pensi solo che dal 1998 il riscaldamento globale è stato due volte più veloce di quanto ci si aspettasse. Un altro dato che fa riflettere: le cinque estati più calde dal 1500 si sono verificate dopo il 2002. Sul tema bisogna essere cauti, ma ben informati e attenti. Non è un match fra apocalittici e negazionisti, ma il nostro futuro, soprattutto dei nostri nipoti e dell’intera umanità.

 

Una umanità che è sopravissuta a cinque estinzioni di massa tali da fermare l’orologio del pianeta, come dicono gli scienziati. Già da ragazzi ci impressionava la scomparsa dei dinosauri. Si credeva che fosse stato causato da una pioggia di asteroidi caduti sulla terra. Studi recenti e certo più vicini alla realtà indicano che a far scomparire quei giganteschi animali fu 250 milioni di anni fa il gas serra che fece salire di 5 gradi la temperatura. Oggi viviamo una situazione di questo tipo. Accanto al riscaldamento, la siccità, che è pericolosa quanto il caldo.

 

Siamo bombardati da immagini di uragani, terremoti, tsunami ed altro ancora: tutto poi si ferma lì. Dieci uragani questa estate, dai nomi bizzarri, un record, hanno colpito prima i Caraibi e poi l’area est del continente nord e centro americano. Il più famoso Irma, con Miami allagata, vittime, con sei milioni di persone che in Florida ed in altri Stati limitrofi, hanno dovuto lasciare le loro case. Purtroppo il prezzo più alto in numero di morti e danni lo hanno pagato Puerto Rico e le altre isole caraibiche che con difficoltà riusciranno ad uscirne fuori in tempi rapidi. “Piove sul bagnato” dice un vecchio detto: a pagare sono sempre i più poveri. Ad inizio autunno un altro anomalo uragano, Ophelia che ha colpito le coste atlantiche di Irlanda, Gran Bretagna e Spagna. Anomalo perché di regola (ma oggi sembra che la regola stia scomparendo) gli uragani vanno nella direzione ovest. E poi i tremendi incendi in Portogallo, Spagna, California e non pochi anche in Italia.

 

Tornando alla siccità gli esperti ci elencano una serie di danni irreparabili. Fra i primi la diminuzione della produzione agricola che potrebbe arrivare al 50%, di fronte ad un aumento della popolazione cresciuta nella stessa percentuale. Caldo e siccità una terribile miscela esplosiva. In uno studio del New York Magazine, che ha dato il via a forti polemiche perché, a detta di qualche scienziato troppo catastrofista, sono riportate una serie di notizie che incuriosiscono e stupiscono su eventi che pensavamo archiviati, cancellati. Una fra le tante: nel ghiaccio dell’Artico sono ancora conservate malattie di milioni di anni fa che se riemergessero, a causa dello scioglimento dei ghiacci, altro terribile fenomeno che è in atto, troverebbero l’umanità senza alcuna difesa immunitaria.

 

In Alaska dei ricercatori hanno scoperto tracce della terribile influenza spagnola che fece 100 milioni di persone e che i nostri genitori (per alcuni di noi) e nonni hanno vissuto. Ma parte degli scienziati, pura ipotesi, prevede che questi organismi non sopravviverebbero al disgelo. Ci rassicura, ma non convince.

 

Il caldo sta spostando a nord il confine dell’area tropicale e ciò avvicina il pericolo dell’arrivo di malattie da zone del sud, non portate solo dal movimento degli esseri umani. Tutto ciò, fra le tante emergenze, accadrà se non si diminuirà il riscaldamento delle emissioni di CO2, come si legge nelle conclusioni dell’importantissima conferenza di Parigi sul clima del 2015, da cui si stanno sfilando, con non poche polemiche interne, gli Usa. Siamo di fronte ad un bivio: continuare così come va (tornare addirittura indietro al carbone come ha affermato il Presidente della più grande nazione del mondo, Donald Trump, o intraprendere un cammino nuovo, arrestando quel percorso iniziato alla fine del settecento con l’utilizzo delle fonti di energia fossile, che hanno dato il via all’industrializzazione.

 

E’ tempo di passare senza indugi allo sfruttamento di energie naturali non inquinanti. Ci pensa pure la Cina, paese che con gli Usa detiene il primato delle emissioni di CO2! Il tema dell’ambiente deve diventare il tema centrale di tutte le politiche. Dobbiamo convincerci che la crescita dell’anidride carbonica nell’atmosfera è la causa principale dei cambiamenti catastrofici della nostra, di tutti, madre terra; l’umanità rischia di vivere una comune catastrofe. E’ tempo di pensare ad una cultura nuova, anche politica, perché, come ci ricorda Cernobyl, la natura ha confini che non coincidono con quelli tracciati dall’uomo. Per prima cosa è necessario convincerci che i tempi della natura non sono quelli delle elezioni e quindi avere il coraggio di pensare in termini di decenni e di non dei classici cinque anni. L’uomo ha capacità e intelligenza per reagire e la tecnologia aiuta e come, basta volerlo. Si può essere non credenti ma l’inizio della Genesi è un monito: “In principio Dio creò il cielo e la terra. Ma la terra era disadorna e deserta …”. L’uomo rischia di riportarla disadorna e deserta.

(Angelo Sferrazza)

 

Torrette di Fano Spiaggia Autunno 2017 II Foto di Emanuele Mosci