Elvio Grossi
Elvio Grossi

Ricordo di Elvio Grossi

in Costume

Ricordo dello storico Elvio Grossi

 Elvio Grossi

Elvio Grossi in primo piano

Il giorno 31 gennaio 2014 21:06, Franco Porcelli <francopascoli@yahoo.it> ha scritto:
Il Circolo d’Iniziativa Culturale e Sestante debbono purtroppo contare una nuova grave perdita, in questo momento mi è arrivata la notizia della scomparsa -circa tre ore fa- del nostro Elvio Grossi, un grande del movimento cattolico, poi storico e politico democristiano della prim’ora. F.P.

 

Il ricordo indelebile dell’amicizia

di Tarcisio Torreggiani

Senigallia. Purtroppo una mesta notizia mi ha raggiunto ieri sera verso le 20,00 : Il Prof. ELVIO GROSSI è deceduto ieri sera – 31 Gennaio 2014 (i funerali si terranno domenica 2 febbraio 2014 alle ore 9,15 alla Chiesa della Pace) e in questa triste occasione lo ricordiamo quale politico, storico e come una delle menti più lucide delle Lettere e della cultura senigalliese.
Come politico fu tra i fondatori della D.C. (degasperiano, sempre), partecipò al locale Comitato civico e fu un ottimo preparatore di giovani che intendevano gestire responsabilità politiche, Presidente di molte Commissioni elettorali della D.C. e fu, per quel Partito un lungimirante Consigliere Comunale.

Elvio Grossi fu un ottimo professore e in proposito mi piace ricordare un aneddoto: Fui suo allievo per gli esami di Stato e passeggiando sulla battigia – è in tale ambiente che mi preparava – mi disse che se non fossi stato promosso mi sarei dovuto scordare di entrare in lista per le prossime elezioni amministrative, con sua grande soddisfazione fui promosso e Lui mi inserì nella lista.

Elvio Grossi fu tra i fondatori del periodico Il Brenno ed è suo il bozzetto del condottiero Brenno che fondò Senigallia, apparso sul primo numero di quel giornale che segnò un’epoca e fu la base della vittoria D.C. nelle elezioni amministrative del 1964.

Elvio Grossi collaborò con la rivista Sestante ed ogni suo scritto veniva letto almeno due volte tanto era piacevole leggerlo, perché quello che scriveva era verità.
Elvio Grossi fu un rigoroso e schivo storico senigalliese.
Elvio Grossi fu anche pittore e conservo, con religioso rispetto, due suoi quadretti che mi volle regalare.

Credo di non esagerare se affermo che con il ricongiungimento di Elvio nella casa del Padre gli Amici di sempre perdono un punto di riferimento sicuro e la sua Senigallia un pezzo di storia e di cultura tra le più significative e importanti.
In tanti dovrebbero assumerlo ad esempio. Sia come professore, che come storico e politico.
Senigallia lì, 1° Febbraio 2014
Tarcisio Torreggiani

 

Elvio Grossi I 

Elvio Grossi, il sentimento del tempo (Urbino 5 ottobre 1999)

di Valerio Volpini

Questa mostra di Elvio Grossi tenutasi ad Urbino è una scommessa: “Vuoi scommettere che lo faccio anch’io?”. Ci dirà poi quando per la prima volta ha preso i pastelli per colorare i suoi paesaggi con la casetta al centro e intorno i morbidi colori della primavera. Una specie di parentela coi macchiaioli. Figurazione con ricordi piacevoli. Lo definiamo? “pittore delle domeniche felici”, “la pittura della cordialità”, “le cartoline natalizie”.
A suo modo Elvio riesce a inquadrare nei dipinti uno sprazzo figurativo sempre gradevole. Questo poi legittima il piccolo formato: meno di una cartolina, un biglietto postale. Così è giustificato se dipinge solo “segnalibri”: concretarsi in un affare del tutto “privato”. Al paesaggio (che è poi quello delle colline – direzione Senigallia) aggiunge qualche natura morta e più spesso aulenti mazzi di fiori. Vorrei aggiungere che l’intenzione del pittore (professionale) non è per niente un giuoco dilettantesco. Si diverte ma ci crede: e basta.
E se un giorno di Elvio Grossi saltassero fuori i formati normali, e oli, tempere, acquerelli, eccetera? Ancora una volta sarebbe sconfitta la presunzione dei critici che misurano il pianeta. Moltissimi si arrabbiano se non ci si accoda.
L’amico Grossi credo sia esente da certi atteggiamenti essendo la sua abitudine a realizzare i suoi pastelli un aristocratico passatempo. Così non possiamo neppure appigliarci alla carriera perché – almeno sino ad oggi – le sue cartoline viaggiavano in un circuito chiuso… pressoché clandestino. 

Valerio Volpini

 

Notizia

La mostra “Il sentimento del tempo” si è svolta ad Urbino a Palazzo Petrangolini (Circolo Acli-Centro Universitario), per tutto il mese di ottobre 1999.
Si è trattato di un evento importante per conoscere la sensibilità artistica e l’espressione pittorica di un uomo di cultura, di un docente senigalliese (nato però a Camerano nel 1923) che ha maturato e realizzato il desiderio e l’arte del disegno con i pastelli ad olio. Vale a dire la volontà di un’operosità artistica che potesse soddisfare le sue tensioni interiori e alleggerire le questioni quotidiane.

“Prima del vischio”, n.20, Natale 2006, direttore Raimondo Rossi

Elvio Grossi, Racconti

 

Elvio Grossi II 

Notizia

Nato a Camerano (An) nel 1923, vive fin da ragazzo a Senigallia. Laureato a Bologna, prima in lettere e poi in filosofia, insegnante di scuola media, ha partecipato alla vita della città in consiglio comunale e nelle associazioni cattoliche. Redattore di alcuni periodici senigalliese (“Il Brenno”, “La voce misera”, “Sestante”), ha pubblicato due opere sul movimento cattolico del primo novecento: Cattolici nel senigalliese (Senigallia, 2G, 1978) e Da Cucchi a Bertini (Collana Popolari nella esperienza politica, 12, Urbino, QuattroVenti, 1998). L’attività pittorica inizia negli anni sessanta con la frequentazione degli artisti di via Arsilli nella “Corniceria” di Mario Angelini. Ha tenuto la prima mostra a Urbino, “Il sentimento del tempo”, Palazzo Petrangolini 5-30 ottobre 1999, presentata da Valerio Volpini, a cura di Gastone Mosci, con 34 pastelli ad olio.

 

Elvio fra dipinti e racconti

di Gastone Mosci

I dipinti di piccolo formato di Elvio Grossi scandiscono il ritmo degli appuntamenti, sono luoghi della memoria e dell’immaginazione sensibile, avvisi d’umore e d’amicizia, sono segnali della vita. I racconti brevi sono invece ritagli d’esperienze, “sforbiciature”, come gli acquarellini di Ciarrocchi, giochi di humour, situazioni dello storico. Il tempo sembra immobile per Elvio, come per il chierico proteso alla ricerca del senso dell’esistenza, che è rassegna di volti, parola che aiuta a dare sonorità al pensiero, elenco di fatti. Tutto è corporeo e tutto si svolge nella dimensione del frammento, di ciò che è stato e di quanto deve avvenire.