Editoria Marchigiana
Cappella Sistina e il Conclave

QUEI “PAZZI” EDITORI MARCHIGIANI MOSTRA EDITORIA PIU’ “LIB (E) RI”

in Cultura

ANGELO SFERRAZZA | GIOVEDI’ 31 MARZO 2016 | ORE 11.00

QUEI “PAZZI” EDITORI MARCHIGIANI:
MOSTRA EDITORIA PIU’ “LIB (E) RI”

 

Editoria Marchigiana

 

QUEI “PAZZI” EDITORI MARCHIGIANI ! Chi a dicembre a Roma avrà visitato la mostra “Più lib (e) ri” sarà rimasto colpito, con grande soddisfazione, dal grandissimo numero di editori in Italia: il libro è ancora oggetto amato e che non esistono solo due o tre editori dominanti. Oltre 250 gli espositori, di quella che viene chiamata la “piccola editoria”, segnale robusto inviato a chi vuole il libro morto.

Ma qualcuno la pensa diversamente e qualche “pazzo” si mette a fare l’editore! Le statistiche non sono favorevoli anche se nel’ultimo anno il trend negativo sembra arrestarsi grazie anche alla letteratura per ragazzi. Ma “Più lib(e)ri” ha riservato ai marchigiani un’altra inattesa sorpresa, la presenza di numerosi editori della nostra regione di livello e qualità. Le Marche sembrano così andare controcorrente, anche se paradossalmente il numero dei lettori nella regione è molto basso. Non interessa sapere perché gli editori siano così numerosi, forse la carta di Fabriano, le numerose università, le biblioteche che conservano ricchezze immense di libri antichi. Tanto per citarne una, la Federiciana di Fano, fondata fra la fine del ‘600 e i primi del settecento dall’abate Domenico Federici, letterato e diplomatico che dopo il girovagare fra Vienna e Venezia ritorna a Fano e dona la sua biblioteca di oltre 12.000 volumi, per quei tempi una enormità, con incunaboli, cinquecentine ed altre preziose opere.

Quanti sono gli editori marchigiani? Alcune diecine, per cui e impossibile citarli tutti. A Roma abbiamo visto Hacca, Liberilibri, Nottetempo, Quodlibet ( forse ce n’erano altri) e ciò che presentavano era di raffinata qualità. Affinché non si equivochi diciamo subito che non sono editori “regionali”, ma editori che spaziano nelle grandi praterie della cultura, non raramente con scoperte e come dicono i francesi con répechage di scrittori di qualche decennio fa. Per gli editori marchigiani è passata più della metà degli scrittori italiani. Grafica elegante, copertine accattivanti.

Prendiamo a caso. Quolibet, catalogo corposo, che presentava un’ opera dal titolo che colpiva: Vite efferate di papi di Dino Baldi, un filologo classico di rara cultura. Il libro di cinquecento pagine, non è un’opera scandalistica, anticlericale, come è la moda di questi tempi perché il papa che “tira”. E’ un’opera di approfondimento e riscoperta di eventi che hanno caratterizzato la Chiesa nei primi secoli, una Chiesa lontana, ma anche così vicina.

Con citazione di papi marchigiani, che riservano molte sorprese. Abbiamo detto che l’editoria marchigiana guarda fuori della regione, ma Liberilibri ha un titolo, come altri, di storia locale di estremo interesse di Marco Severini, storico e docente universitario presso l’Università di Macerata, Dieci donne, storia delle prime elettrici italiane. Sono le dieci maestre di Senigallia che nel 1906 ottennero il diritto di voto, che non poterono esercitare per assenza di elezioni. A questo punto comincia l’imbarazzo: come citare gli altri? Perché sono veramente tanti. Nella nostra Provincia: QuattroVenti di Urbino, così come Argalia Editore, Edizioni Montefeltro e poi a Pesaro Edizioni Metauro e Nefrasia Editore E tanti altri giù a scendere. Per non far torto a nessuno salutiamo gli ultimi “pazzi” arrivati, Gino Giometti & Danny Antonello di Macerata che hanno promesso novità. Sicuramente saranno di parola: gli editori marchigiani non scherzano, come d’altronde la stragrande maggioranza degli abitanti. Ma ai marchigiani, che leggono poco, diciamo: scoprite i nostri editori! Ne vale la pena.

 

Angelo Sferrazza