Mario Luzi - Montemaggiore al Metauro

1. Centenario di Mario Luzi 1914 – 2014

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Fanocittà | Centenario di Mario Luzi 1914 – 2014

1. Centenario di Mario Luzi

(Firenze 20 ottobre 1914 – 28 febbraio 2005, Senatore a vita 20 ottobre 2004)

 

 

Mario Luzi - Montemaggiore al Metauro

 

 

MARIO LUZI, UNA GRANDE POESIA

di Valerio Volpini

 

La matura stagione di Mario Luzi è fertile sia per la poesia sia per la riflessione critica. Il “Discorso naturale” di un anno fa è servito a prospettare criticamente il valore della poesia nelle inquietudini e nelle incertezze del nostro tempo. La recentissima raccolta di versi “Per il battesimo dei nostri frammenti” (Garzanti, Milano 1985) è forse decisiva per la sua storia di poeta.

 

Per il battesimo dei nostri frammenti di Mario Luzi

 

Per chiarezza riportiamo quello che sul titolo dice Mario Luzi (i titoli dei libri sono una “spia” che bisogna cercare di usare, in poesia soprattutto: “‘Frammenti’ perché viviamo un’esistenza frammentaria, in un mondo a sua volta in frantumi, e la nostra stessa conoscenza è fatta di schegge, s’illumina a sprazzi. Eppure vorremmo che non fosse così, che il nostro microcosmo ritrovasse un ordine, che si rigenerasse. La parla “battesimo” esprime questo desiderio, è una parola ottativa”.

Queste composizioni (centoventi) sono la descrizione di questi ragazzi e di questa frammentarietà ma sono, in particolare, l’interrogazione appassionata che ne nasce, sia volta all’interno di se stesso, sia rivolta alla storia o alle immagini della vita e alle cose. E la gran parte delle poesie sono costellate di punti interrogativi.

Da sempre abbiamo letto la poesia di Luzi riscontrandovi i riflessi di una fede appassionata e turbata, anche quando non era pronunciato il nome di Dio. Ora ci pare che Luzi si muova piuttosto in una sorta di misticismo e in una saggezza post cristiana alimentata da simboli naturali (si vedano le caratterizzanti poesie sulla pernice, la rondine, la trota) a cogliere quasi una ragione naturale d’esistenza, un divenire “presocratico”. Ed è ancora Luzi che aggiunge: “Scrivo oggi poesie più aperte al dialogo, al confronto, forse anche allo scontro con l’altro da me, poesie fitte di domande… che non vogliono risposte, ma che sollecitano altre domande… “.

Se è indubbiamente vero che molte poesie di Luzi sono più aperte, e non solo “al dialogo”, mi sembra necessario dover aggiungere che la straordinarietà di questa raccolta, nel mezzo secolo dell’esercizio poetico, sta anche nella sorta di “renovatio” di quello che era il mistero della parola nell’ermetismo. Per questo libro, anzi, non è per nulla improprio parlare di ritorno all’ermetismo: il silenzio, l’angoscia, l’ascolto delle tensioni interiori e la lettura della fitta selva di simboli.

 

A titolo di saggio una delle poesie di Luzi.

 

Quel bang, quello sperduto suono
da un punto x
di una sperduta valle
                                  quel silenzio
di ossame che lo segue,
quel lontanissimo abbaiare
di cani nella nascita del giorno-
sono segni, questi,
della vita che riprende
                                   o gemiti
d’un desolato suo ritorno?-
altro non le riconosce il cuore
che il suo indicibile spaesamento.

 

(in “Famiglia Cristiana“, 10 luglio, 28/1985)

Valerio Volpini