La cosa più bella è la libertà
Mario Puliani, classe 1920, si è spogliato di un costume a lui non più confacente.
La senescenza, anche questa, malattia, non aveva spento le sue passioni e la sua capacità di dare sempre senso alle cose che faceva.
Ha maturato il suo amore per la politica nella edicola della madre, dove trascorreva le giornate a leggere i quotidiani di tutto il mondo.
La guerra ha rafforzato in lui la convinzione della necessità della realizzazione della persona e della inattitudine della violenza a generare alcunchè.
E’ stato, infatti, deportato, dopo l’armistizio del 1943, dalla Grecia sino in Germania, però amava raccontare la sua vita per quello che aveva fatto e non per quanto era stato costretto a subire.
Ha lasciato Fano insieme ad Angela, morta due mesi prima. A sua moglie ha sempre riconosciuto l’importanza del suo impegno per la famiglia. (E.M.)