20. IL NIDO DEGLI USIGNOLI

in Domenicale di Valerio Volpini

IL NIDO DEGLI USIGNOLI

Sotto un cipressetto al lato di casa ho trovato un vecchio nido che deve essere caduto nella bora di primavera, furiosa nei giorni scorsi. Nonostante lo scossone, cadendo sull’erba già alta del prato, è restato perfettamente intatto con nel fondo ancora attaccati dal guano alcuni frammenti dei gusci delle piccole uova. L’ho conservato per quando fosse venuta in visita la ciurma dei pirati del Conero che data l’età non credo abbiano mai visto una meraviglia del genere.

Quando gliel’ho mostrato, come casetta degli usignoli, alla curiosità è seguita la malinconia. Chicchi pretendeva di averlo in mano: naturalmente per disintegrarlo e vedere cosa ci fosse dentro. «Poverini… e adesso come faranno gli usignoli senza la loro casa?». Sottoposto a domande di fila ho dovuto far ricorso a tutta la mia scienza avicola, che è incerta e limitata. Ho spiegato, per tranquillizzarli, che quel nido era già vecchio e che per la prossima estate la ‘famigliola’ degli usignoli ne avrebbe fatto un altro.

Ho poi spiegato che gli usignoli cantano meglio di tutti gli altri «soprattutto di notte quando voi dormite» e che fanno le loro casette nei cipressi, e con un inutile sfoggio professorale ho aggiunto che c’è la testimonianza di un poeta. Non sono stati molto colpiti dall’inciso. Ho spiegato che molti nidi vuoti si riconoscevano da come erano fatti e dove erano collocati. Solo le rondini, spiegai, facevano il nido di terra sotto i cornicioni delle case dei contadini. «Perché non ce li hai mai fatti vedere? Perché qui a casa tua non ci sono?».

_ Dopo la sintetica lezione di etologia ho dovuto passare alla cultura dell’ambiente, spiegando che le rondini non arrivano più. Così come non si ascolta di giorno l’allodola né di notte la quaglia o il gufo, né il chiù, né la civetta (che fra i contadini era di cattivo augurio, ma questo l’ho censurato).

Il nido sarà collocato nel museo di classe di Franci che ha assicurato di far fare un figurone al nonno che glielo ha procurato. Si sa bene che la vanità dei nonni è smisurata.

 

(Da “Famiglia cristiana” – 17/1993)

Valerio Volpini