simbolo obbligo cinture

SALVATO IN EXTREMIS

in Domenicale di Valerio Volpini

SALVATO IN EXTREMIS

 

simbolo obbligo cinture

 

Da quando sono state imposte le cinture sull’auto ho ritagliato e incollato su un robusto cartone l’avvertimento: «Allacciare le cinture», collocandolo sul volante. Ho ritagliato anche tutte le disposizioni per il trasporto dei minori, dei bambini. Ho la fortuna di avere tre nipotini (quattro, tre e un anno) verso i quali sono obbligato a esercitare il mio servizio di nonno che, ovviamente, prevede anche l’uso dell’auto. Per questo mi sento in continuo imbarazzo, oppresso da drammatici interrogativi che non mi sono stati chiariti neppure da un legale esperto delle leggi e delle disposizioni sul traffico. Se il nipotino di quattro anni sta imbracato sul sedile anteriore, va bene? Se gli altri stanno coi seggiolini e son soli, io “accompagno” o sono nullo? E se i seggiolini sono stati comprati prima dell’entrata in vigore della legge, chi deve omologarli?

Il surrealismo di cui è capace la nostra ministerialità è al di sopra di ogni immaginazione. Bisogna accettare di diventare matti. Qualche italiano (beninteso, con le facoltà mentali appena normali come le mie) sarà riuscito a capirci qualcosa prima che in autunno il tutto sia rivisto? E intanto che fare? Il divertissement parlamentare-ministeriale non potrebbe esercitarsi altrove? È crudele mettere a prova la pazienza dei padri e delle madri e attentare alle coronarie dei nonni. Intanto ieri. in obbedienza alle nuove disposizioni, non ho potuto slacciare la cintura nel parcheggiare.

Con l’artrosi cervicale che infastidisce tutti i nonni che come me hanno guidato da anni è stato un affar serio. Gira la testa a destra, misura a sinistra, è finita che la cintura mi si è aggrovigliata al collo. Ho cercato di slacciarla, inutilmente. Intanto, più cercavo di liberarmi più stringeva. Ho gridato aiuto, ma dalla gola non è uscito che un mugolio di animale ferito. Ecco – ho pensato – una vittima dell’allacciamento delle cinture; chissà, sarò messo in conto? Fortuna che il nipotino di quattro anni s’è messo a urlare: «Il nonno soffoca, il nonno soffoca!››. Non è vero che la gente sia indifferente. Dal negozio di fronte al posteggio è uscita un’anziana signora che, avendo intuito tutto, con due sforbiciate ha tagliato la cintura e mi ha salvato la vita. In extremis.

( In “Famiglia cristiana” – 34/1989)

Valerio Volpini